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Libri di Alice Barale

Arte e intelligenza artificiale

Libro: Libro rilegato

editore: Jaca Book

anno edizione: 2020

pagine: 272

A fine 2018 la prima vendita all’asta da Christie’s di un’opera d’arte assistita dall’Intelligenza Artificiale del gruppo Obvious con conseguente sorpresa, costernazione e disinformazione sulla stampa hanno rivelato quanto sia complessa l’idea dell’intelligenza artificiale per il pubblico e per il mondo dell’arte. Un dibattito sfaccettato e di enorme interesse sulla validità della creatività della macchina, sull’identità del vero artista e sulla qualità dei risultati estetici. Filosofi, informatici, storici dell’arte studiosi e artisti si confrontano con domande di fondo: cos’è la creatività? E l’arte? Qual è l’artefice e chi è lo spettatore? Le macchine possono essere creative o la creatività è solo una caratteristica umana? Il processo generativo di un sistema di intelligenza artificiale può essere qualificato come creativo e originale? Come giudichiamo le opere d’arte realizzate con la mediazione dell’AI? Possiamo chiamare estetici gli algoritmi che discriminano fra milioni di «opere»? Autori: Alice Barale, Michael Castelle, Mario Klingemann, Marian Mazzone, Vera Minazzi, Caterina Moruzzi, Obvious, Anna Ridler, Georgia Ward Dier.
50,00 47,50

Il giallo del colore. Un'indagine filosofica

Alice Barale

Libro: Libro in brossura

editore: Jaca Book

anno edizione: 2020

«Mostra un panno rosso a un toro e questo si arrabbierà», scrive Goethe, «ma parla anche soltanto di colori a un filosofo e lo farai infuriare». I colori ci sono familiari da sempre, ma per la filosofia rappresentano da sempre una sfida, un enigma che la spinge a interrogarsi sulle sue stesse condizioni di possibilità. Che cos’è, infatti, il colore? È una proprietà degli oggetti? O la scienza moderna ci mostra invece – come sostengono molti filosofi contemporanei – che il mondo non è affatto colorato? Partendo da questa domanda, che attraversa tutta la filosofia anglo-americana degli ultimi quarant’anni, l’investigatore-filosofo seguirà le tracce del colore in fuga, cercandolo nel laboratorio del pittore (che cos’ha il colore dell’arte da insegnare al filosofo?) e nel linguaggio di tutti i giorni (la parola blu è blu?). Ne uscirà con la convinzione che, come canta in una famosa canzone Kermit la Rana (il pupazzo dei Muppets): «it’s not easy being green», «non è facile essere verde» (e neppure giallo).
18,00 17,10

L'arte dell'intelligenza artificiale: parole-chiave filosofiche

Alice Barale

Libro: Libro in brossura

editore: Jaca Book

anno edizione: 2024

pagine: 220

Cosa è l’Intelligenza Artificiale per noi oggi? Sino a qualche anno fa, l’immaginario più diffuso era quello del robot. Ultimamente, però, l’Intelligenza Artificiale ha assunto forme molto diverse, diventando qualcosa di più difficile da definire e da rappresentare. L’arte dell’Intelligenza Artificiale: parole-chiave filosofiche affronta questo tema da una prospettiva affascinante, quella dell’arte. L’ipotesi del libro è che l’arte possa fornire un esempio di come si possa interagire con l’Intelligenza Artificiale senza esserne soggiogati. L’autrice ci guida in un percorso che prende le mosse, ogni volta, da una particolare opera d’arte: si proverà a entrare dentro a opere visive, ma anche testi letterari e spettacoli teatrali. A fare da filo conduttore in questo viaggio sono le parole-chiave filosofiche che scandiscono i capitoli: “Opera”, “Autore”, “Tempo”, “Memoria”, “Umano”. Quali significati assumono queste parole alla luce di queste nuove pratiche? E alla scoperta di quali scenari ci guidano? Il libro si rivolge a un vasto pubblico, tra cui chiunque senta il bisogno di riflettere sulle nuove domande suscitate dall’Intelligenza Artificiale, ma è anche una risorsa essenziale per studenti e docenti universitari di varie discipline, dalla filosofia ai media studies, dalla storia dell’arte alla visual culture.
20,00 19,00

Pasto divino. Storia culinaria dell'eucaristia

Pasto divino. Storia culinaria dell'eucaristia

Anselm Schubert

Libro: Libro in brossura

editore: Carocci

anno edizione: 2019

pagine: 227

«Prendete e mangiate, questo è il mio corpo [...]. Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue». Con queste parole Gesù istituisce la comunione. Oggi, però, sappiamo che l’eucaristia cristiana nasce dagli antichi simposi. Si è discusso a lungo su cosa si mangiasse e si bevesse nella Chiesa delle origini: formaggio, pesce o verdure? Latte, succhi o miele? Oppure soltanto pane? Lievitato o azzimo? Vino rosso o bianco? Solo per l’officiante o anche per i fedeli? In epoca moderna i dubbi non hanno fatto che aumentare: non sarebbe più igienico usare un calice personale? Il vino può essere anche analcolico e la farina senza glutine? E cosa si deve usare nei paesi in cui non si trovano né grano né vino? Vanno bene anche Coca-Cola, noci di cocco e succhi di frutta? Anselm Schubert racconta la storia dell’eucaristia dal primo Cristianesimo a oggi concentrandosi perla prima volta sugli alimenti utilizzati. Ne risulta una brillante ricostruzione che fa vedere con altri occhi il Cristianesimo e il suo rito più solenne.
22,00

La prima impresa. Shakespeare in Warburg e Benjamin

La prima impresa. Shakespeare in Warburg e Benjamin

Alice Barale

Libro: Libro in brossura

editore: Jaca Book

anno edizione: 2021

pagine: 144

Qual è il senso della continua e a volte misteriosa presenza di Shakespeare nella riflessione di Aby Warburg e di Walter Benjamin? Shakespeare è di certo un simbolo per la cultura europea. E nell’interrogarsi su Shakespeare anche Warburg e Benjamin si interrogano in effetti sul senso stesso della cultura, sulle sue possibilità e i suoi doveri. I becchini, dice ad Amleto uno degli uomini che scavano la fossa di Ofelia, sono stati i primi ad avere un grado di nobiltà, perché sono stati i primi ad avere “arms”: armi, e di qui anche stemmi o imprese nobiliari, ma anche braccia per scavare. E in effetti quello che tanto Warburg quanto Benjamin sembrano cogliere in Shakespeare è una continua messa in causa dell'immagine nel suo significato codificato – l’impresa o stemma nobiliare come simbolo delle gerarchie prestabilite – a favore del nascere di nuove immagini che si fanno “impresa” nel senso di avventura energetica, lotta per liberare l'espressione da tutto quello che ha di irrigidito e per renderle la sua vera forza, il suo legame con la vita. Il libro si apre con una lettera di Warburg su Shakespeare, trascritta e presentata da Claudia Wedepohl, archivista e studiosa del Warburg Institute, che ci introduce alla lettura che Warburg dà di Shakespeare in pagine intense e ancora poco note.
18,00

La malinconia dell'immagine. Rappresentazione e significato in Walter Benjamin e Aby Warburg

La malinconia dell'immagine. Rappresentazione e significato in Walter Benjamin e Aby Warburg

Alice Barale

Libro: Libro in brossura

editore: Firenze University Press

anno edizione: 2009

pagine: 168

Per rappresentare la malinconia, Albrecht Dürer incide una figura china, la cui concentrazione assorta contrasta con il proliferare di oggetti che la attorniano. Sembra, a questo proposito, che il mistero che contempli sia proprio quello del suo legame con le cose, che resistono, estranee, al suo volgere lo sguardo altrove. Ed è infatti al problema dell'immagine, intesa non come forma specifica, opera d'arte o rappresentazione filosofica, ma come luogo di un senso che non si dà che nel suo concreto configurarsi che, per Aby Warburg come per Walter Benjamin, la Melencolia I di Dürer rimanda. Lo spazio della malinconia si sposta così dal soggetto a quel territorio di confine, di continua intersezione tra il sé e la realtà esterna, tra l'interiorità e il mondo, che è l'immagine, intesa come concreto e reciproco configurarsi di entrambi. La riflessione su di essa permette di rendere alla malinconia il suo carattere contraddittorio, quell'unità di distruzione e costruzione che la tradizione aristotelica le attribuisce e che la modernità, identificandola con un Io depressivamente senza mondo, o contro il mondo, per lo più le sottrae.
18,00

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