Libri di Anna Banti
Northanger Abbey
Jane Austen
Libro: Libro rilegato
editore: Bompiani
anno edizione: 2018
pagine: 304
"Nessuno che avesse veduto Catherine Morland negli anni della sua infanzia avrebbe supposto che fosse nata per divenire un'eroina." Comincia così, scherzando apertamente col romanzo sentimentale, la prima opera di Jane Austen, pubblicata postuma nel 1818. La protagonista, pronta all'amore e incline all'autosuggestione, si invaghisce di un bravo giovane afflitto dal peso di un padre calcolatore, che credendola un'ereditiera la invita nella loro dimora, pronto a favorire il legame. E qui la Austen si prende gioco anche del romanzo gotico alla moda, accendendo in Catherine un gusto per il brivido facile che si nutre di equivoci. Bath, i balli, le lacrime, borghesi speranze e illusioni giovanili: una danza garbata di ragioni e sentimenti in cui assieme all'amore trionfa il buonsenso.
L'Abbazia di Northanger
Jane Austen
Libro: Libro in brossura
editore: Giunti Editore
anno edizione: 2020
pagine: 304
Catherine Morland è a tal punto influenzata dalla lettura dei romanzi gotici che, invitata dal padre del giovane Henry (di cui è innamorata) a trascorrere qualche giorno nell'antica dimora di Northanger Abbey, incomincia a interpretare in chiave horror alcune banali esperienze che lì le capitano - una maniglia spezzata, un cassetto inspiegabilmente chiuso a chiave - arrivando a credere di aver scoperto le tracce di un orribile delitto. Grazie a Henry, Catherine ritroverà il senso della realtà e i due giovani potranno coronare il loro sogno dʼamore. Un’avventura psicologica, prima ancora che narrativa, dalle tinte gotiche spiccate.
Racconti ritrovati
Anna Banti
Libro: Libro in brossura
editore: La nave di Teseo
anno edizione: 2017
pagine: 390
Raccolti e curati da Fausta Garavini, in questo volume trovano corpo unico gli "scritti sparsi" di Anna Banti, ovvero i numerosi racconti che compose per giornali e riviste, come "Paragone", di cui fu fondatrice assieme al marito Roberto Longhi. Considerata una delle autrici più importanti nella storia della letteratura italiana del Novecento, Anna Banti condensa in questi testi la ricchezza di sfumature che hanno animato la sua prosa. Perfettamente calzante con il suo universo narrativo, o a volte ibrida, capace di dialogare - in anticipo sui tempi - con la non-fiction e il costume, la penna di Anna Banti si conferma e rivela ogni volta partecipe, precisa, emotiva, illuminante. I racconti affrontano temi e modalità mossi e disparati, variando dall'autobiografia all'osservazione degli ambienti domestici e sociali, dalla tensione amorosa al mondo femminile, sempre interpreti della sua impareggiabile capacità di alternare ironia e schiettezza, commozione e tenerezza che tanto profondamente ha influenzato la sua eredità letteraria.
Artemisia
Anna Banti
Libro: Libro in brossura
editore: SE
anno edizione: 2015
pagine: 199
"Per quante forme, per quanti modi diversi possa esprimersi il dolore di una intattezza violata, Artemisia me lo fa intendere in quest'aria di sacrificio e di pericolo che fomenta, con i rimpianti di tutti, il suo rimpianto di risuscitata invano. La nostra povera libertà si lega all'umile libertà di una vergine che nel milleseicentoundici non ha se non quella del proprio corpo integro e non può capacitarsi in eterno di averla perduta. Per tutta la vita essa si adoprò a sostituirla con un'altra, più alta e più forte, ma il rimpianto di quell'unica restò: mi pareva, con quei fogli scritti, d'averlo quietato. Ora ritorna più intenso che mai, con un moto di relitto che appare e dispare sull'onda che lo porta, e, a momenti, sembra che l'acqua limpida l'abbia digerito. Scottata mille volte al bruciore dell'offesa, mille volte Artemisia si fa indietro e prende fiato per lanciarsi di nuovo nel fuoco. Così usava un tempo, così usa oggi con me". Con uno scritto di Attilio Bertolucci.
Zanna Bianca
Jack London
Libro: Libro in brossura
editore: Giunti Editore
anno edizione: 2013
pagine: 320
Nel gelido e selvaggio Nord la vita non è facile, è lotta contro la fame, è uccidere per non essere ucciso. Lo sa bene Zanna Bianca, un lupo che, ancora cucciolo, si troverà a vivere in mezzo agli uomini. La convivenza insegnerà al lupo la dura legge dell'obbedienza agli uomini, tra scontri e maltrattamenti. Ma un sentimento nascerà nel cuore oscuro del lupo. Zanna Bianca, che sembra conoscere solo odio e diffidenza, rinuncerà ad essere lupo e si farà cane per amore del suo padrone buono e comprensivo. Una storia avventurosa e al tempo stesso commovente, un sogno di amicizia tra uomo e mondo degli animali. Età di lettura: da 8 anni.
Il grande amico
Henri Alain-Fournier
Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori
anno edizione: 2014
pagine: 308
Perché, tra tutti i libri possibili, Sal Paradise, il protagonista di "Sulla strada" di Jack Kerouac, sceglie di rubare "Il grande amico"? Perché se lo porta appresso? Perché, senza averlo letto, non avrebbe potuto riconoscere nel paesaggio la nostalgia e il desiderio. "Il grande amico" racconta il momento, di una stagione senza tempo e piena di promesse, in cui lo sguardo sul mondo si sdoppia, un occhio rivolto all'incanto, l'altro al tormento, tanto che da quel momento in poi la felicità non potrà più darsi senza il suo opposto: un senso di perdita, di incerta sconfitta. Perché racconta l'adolescenza, e una soglia che ha in sé il senso della sua fine. Il volume è corredato da esclusivi contenuti extra, spunti e approfondimenti nella cultura contemporanea: film e serie TV, musica, arte, libri, fumetti e graphic novel.
Quando anche le donne si misero a dipingere
Anna Banti
Libro: Libro in brossura
editore: Abscondita
anno edizione: 2017
pagine: 100
«Non credo facile stabilire quando le donne si siano messe a dipingere: anche il caso, marginalissimo, di una monaca miniatrice è una pura ipotesi. Il Trecento fiorentino, se a qualcuno gli frullasse per il capo, la respingerebbe come suggestione diabolica. Magari carico di prole femminile, mai che un pittore pensasse a farsi macinare i colori da una figlioletta. Pensate: una Laudomia di Bicci, una Ginevra di Fredi? Vengono i brividi solo a pensarlo. E, per carità, nessun nome femminile fra i contemporanei di Pollaiolo, di Botticelli. L'avvento di Michelangelo cancellò del tutto la donna e altrettanto seguì coi suoi discepoli diretti o indiretti: basta pensare al Pontormo, al Rosso, caratteri lunatici, spauracchi delle pareti domestiche. (...) Fu sulla metà del secolo sedicesimo che qualche cosa cambiò: certi padri cominciarono a vezzeggiare le loro bambinette, che, furbette, non tardarono a profittarne».
Quando anche le donne si misero a dipingere
Anna Banti
Libro: Libro in brossura
editore: Abscondita
anno edizione: 2021
pagine: 100
«Non credo facile stabilire quando le donne si siano messe a dipingere: anche il caso, marginalissimo, di una monaca miniatrice è una pura ipotesi. Il Trecento fiorentino, se a qualcuno gli frullasse per il capo, la respingerebbe come suggestione diabolica. Magari carico di prole femminile, mai che un pittore pensasse a farsi macinare i colori da una figlioletta. Pensate: una Laudomia di Bicci, una Ginevra di Fredi? Vengono i brividi solo a pensarlo. E, per carità, nessun nome femminile fra i contemporanei di Pollaiolo, di Botticelli. L'avvento di Michelangelo cancellò del tutto la donna e altrettanto seguì coi suoi discepoli diretti o indiretti: basta pensare al Pontormo, al Rosso, caratteri lunatici, spauracchi delle pareti domestiche. [...] Fu sulla metà del secolo sedicesimo che qualche cosa cambiò: certi padri cominciarono a vezzeggiare le loro bambinette, che, furbette, non tardarono a profittarne».
Il coraggio delle donne
Anna Banti
Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori
anno edizione: 2025
pagine: 204
Pubblicato nel 1940, quando la parola "coraggio" era riservata per lo più agli uomini, questo libro fu per Anna Banti il «primo gesto di libertà»: cinque racconti, cinque storie di donne in bilico tra paura e ribellione. C'è Amina che avanza nel buio con un gruppo di donne spaventate. Il passo è incerto, la paura è un'abitudine. Ma all'improvviso la sua fragilità si spezza. Con un gesto di sfida, affronta il marito padrone che la umilia ogni sera e, sollevando un bicchiere di vino, gli dice in faccia: «Ecco la paura che mi fai: ci bevo sopra». C'è Felicina, intrappolata in un destino che le è stato cucito addosso. Soffocata da un mondo che le lascia il «coraggio di sopravvivere e basta», dove se non ti sei sposata a ventidue anni sei già vecchia. E c'è Sofia, che affronta le montagne con la stessa determinazione con cui ha scelto di restare indipendente. Con una scrittura attenta alle sfumature del quotidiano, Anna Banti non costruisce semplici ritratti, ma una vera e propria storia culturale della condizione femminile tra Ottocento e Novecento, illuminando la rete invisibile di vincoli e convenzioni che hanno condizionato generazioni di donne. Come afferma Daniela Brogi, «spesso le opere novecentesche d'autrice non vanno soltanto recuperate dall'oblio, ma vanno rilette usando occhiali nuovi».
Le mosche d'oro
Anna Banti
Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori
anno edizione: 2024
pagine: 444
Definito «il romanzo più ambizioso e temerario di Anna Banti», "Le mosche d'oro" racconta due vite allo specchio: quelle di Libero Marcocci, pittore italiano di origini contadine, e di Denise Ravier, giovane borghese fragile e inquieta. Si sono amati, nella Parigi bohémienne degli anni '50, e dalla loro relazione è nato un figlio. Ma l'illusione si è infranta quando la donna ha deciso di abbandonare entrambi per insofferenza e stanchezza. Libero affronta così il ritorno a casa insieme al bambino, in un'Italia conosciuta e al contempo estranea; Denise, invece, va incontro a una disperata diseducazione sentimentale, tra alberghi di lusso e cliniche psichiatriche. In questa storia «d'amore e disamore» - come scrive Beatrice Manetti - Anna Banti amplia il suo orizzonte narrativo per affrontare i problemi del mondo contemporaneo, in particolare il «mito della libertà individuale». La novità delle "Mosche d'oro" non risiede solo nel «montaggio incrociato» dei capitoli, tra presente e passato, tra la voce di Libero e quella di Denise, ma in un'«inversione dei ruoli di genere» dove un uomo «decide di fare la donna contro la donna». Con una prosa incisiva e introspettiva, l'autrice ritrae vite sospese tra scelte difficili e desideri di redenzione, sullo sfondo di un'Europa in fermento, divisa tra chi cerca la mondanità e chi emigra per sopravvivere.
La fiera delle vanità
William Makepeace Thackeray
Libro: Libro in brossura
editore: Newton Compton Editori
anno edizione: 2024
pagine: 672
"La Fiera delle Vanità" è unanimemente considerato il capolavoro di William Makepeace Thackeray, nonché uno dei più notevoli romanzi dell'Ottocento inglese. Pubblicato a fascicoli mensili tra il 1847 e il 1848 (e subito dopo in volume), ottenne in breve un successo talmente clamoroso da impensierire Charles Dickens, fino allora beniamino incontrastato del pubblico anglosassone. Con straordinaria abilità, Thackeray dipinge un vasto affresco della Londra dei primi anni del secolo, caustico e spietato quanto preciso ed efficace: una Londra rievocata con grande gusto scenografico, sterminato palcoscenico rigurgitante di personaggi corrotti e immorali, stupidi e irresponsabili, perfidi e intriganti, volgari e prepotenti, rappresentati con feroce accanimento nei loro vizi e nelle loro sordide meschinità. Introduzione di Riccardo Reim.
La camicia bruciata
Anna Banti
Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori
anno edizione: 2024
pagine: 228
In una narrazione dialogante – tra l'autrice e la protagonista – intrisa di una profonda sensibilità femminile, Anna Banti percorre un affascinante viaggio nel cuore della Toscana medicea. Al centro vi è la figura di Marguerite Louise d'Orléans: nobildonna irrequieta e ribelle, desiderosa di amore e prestigio in un'epoca di politiche matrimoniali e dinastiche implacabili. Con estrema precisione di dettagli e un raffinato registro narrativo, "La camicia bruciata" è un'opera di "interpretazione storica" volta – come sottolinea Elena Porciani nella Postfazione – «a indagare l'intimità esistenziale di personaggi realmente esistiti, spingendosi là dove i biografi, più attenti alla trama degli eventi, generalmente non si inoltrano». Chi legge viene così immerso nella claustrofobica atmosfera della corte fiorentina e invitato al contempo a scoprire le emozioni più intime della giovane sposa di Cosimo III de' Medici. Insieme a lei, e con un simile sistema di dialogo, l'autrice delinea, costruendo un «ambiente narrativo di sorellanza», anche la storia di Violante di Baviera, la moglie del Gran Principe Ferdinando, assai diversa da Marguerite nello spirito ma a lei affine nell'esemplarità del suo destino di malmaritata.