Libri di Annamaria Ciarallo
Archeologia e natura nella baia di Napoli
Annamaria Ciarallo
Libro: Libro in brossura
editore: L'Erma di Bretschneider
anno edizione: 2024
pagine: 92
Gli antichi monumenti, nel loro stato di rovine, hanno dato opportunità alla vegetazione spontanea di crescere, così da comporre un bizzarro ibrido tra natura e cultura. Quanto una tale situazione abbia fornito spunti al sentimento romantico è ben noto a tutti. Ma è altrettanto noto come natura e cultura, per essa sommariamente intendendo le attività dell'uomo, costituiscono due categorie intimamente differenti fra loro, talvolta addirittura contrastanti. La maturazione della sensibilità generale e della tecnica gestionale delle aree archeologiche hanno condotto a modi di contemperamento delle due categorie: così che la natura, nel suo rigoglio, non provochi danni alla conservazione delle opere dell'uomo; e che queste non distruggano quanto la natura, al loro intorno, ha prodotto. La cultura, cioè l'attività umana, in quanto categoria razionale, assume su di sé un doppio compito: conservare quanto l'uomo ha in precedenza prodotto; conservare quanto la natura continua a produrre. Anche perché le aree archeologiche, sottoposte a controlli, hanno permesso la conservazione di habitat che il generale sfruttamento del territorio, talvolta condotto senza tener conto né di cautele né di vincoli, ha spesso distrutto, irrimediabilmente, condizioni naturali favorevoli alla perpetuazione di specie animali e vegetali.
Gli spazi verdi dell'antica Pompei
Annamaria Ciarallo, Chiara Giordano
Libro: Libro in brossura
editore: Aracne
anno edizione: 2012
pagine: 680
Nel momento stesso in cui, a partire dal 1750, i resti dell'antica Pompei, seppellita da una violenta eruzione del Vesuvio nel 79 d. C., tornarono alla luce, si delineò il rapporto tra vegetazione e rovine, ma solo poco più di un secolo dopo, quando si impose con Giuseppe Fiorelli lo scavo stratigrafico, ritornarono alla luce le superfici nella loro interezza e con esse i pavimenti, le strade e i giardini, dimostrando così che la città sepolta non era fatta di sole strade e edifici, ma anche di tantissimi spazi verdi sia pubblici che privati, di cui molti arredati: in particolare i quartieri periferici che si sviluppavano intorno all'Anfiteatro ne ospitavano un gran numero con diverse destinazioni d'uso. Solo a partire dagli anni '70, però, con l'utilizzo di nuove tecniche di indagine, è stato possibile definire le specie che effettivamente vi si coltivavano, permettendo così ricostruzioni filologicamente più corrette. Gli orti e i giardini dell'antica Pompei costituiscono, dunque, un documento unico al mondo, perché testimoniano l'organizzazione del verde in una antica città romana, sebbene di provincia, di duemila anni fa.
Viaggio al Vulture. Commento al diario di viaggio di Tenore e Gussone (1838)
Annamaria Ciarallo, Lello Capaldo
Libro
editore: Osanna Edizioni
anno edizione: 1995
pagine: 160
Gardens of Pompeii
Annamaria Ciarallo
Libro
editore: L'Erma di Bretschneider
anno edizione: 2001
pagine: 80
Verde pompeiano
Annamaria Ciarallo
Libro: Libro rilegato
editore: L'Erma di Bretschneider
anno edizione: 2001
pagine: 74
Flora pompeiana
Annamaria Ciarallo
Libro: Libro rilegato
editore: L'Erma di Bretschneider
anno edizione: 2004
pagine: 272
Elementi vegetali nell'iconografia pompeiana
Annamaria Ciarallo
Libro: Libro in brossura
editore: L'Erma di Bretschneider
anno edizione: 2006
pagine: 44
Scienziati a Pompei tra Settecento e Ottocento
Annamaria Ciarallo
Libro: Libro in brossura
editore: L'Erma di Bretschneider
anno edizione: 2007
pagine: 88
Pompei e le acque
Annamaria Ciarallo
Libro: Copertina morbida
editore: Electa Napoli
anno edizione: 2006
pagine: 48
L'acqua, fonte di vita: Pompei sorgeva sulle rive del fiume Sarno e davanti al mare. Dagli scavi sono emerse innumerevoli testimonianze dello sfruttamento sapiente delle acque: per l'irrigazione dei campi, per il porto fluviale, per terme e fontane. Il mare, agevole via di comunicazione, era una risorsa fondamentale: pitture e mosaici straordinari raffigurano la fauna marina; resti di conchiglie, attrezzi per la pesca, rievocano l'esistenza quotidiana di una città costiera.