Libri di Bepi Campana
Le grandi parole delle ideologie. Dal mondo antico alla loro presunta estinzione
Bepi Campana
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni del Loggione
anno edizione: 2024
pagine: 130
Se si vuole preservare la sostanza della democrazia affermatasi faticosamente nel corso degli ultimi due secoli, non si può rinunciare a utilizzare strumenti vecchi e nuovi per l'informazione e la riflessione: dunque una conoscenza attiva, ben diversa dalla cosiddetta "conoscenza senza pensiero" che avanza in modo preoccupante nella società, e nella stessa scuola. Mai come ora la complessità dei problemi e la gravità delle sfide chiederebbe ai cittadini, alle forze politiche, ai governi democratici un grande sforzo di pensiero critico. Ma non è realistico credere che un impegno del genere possa essere intrapreso senza il forte e consapevole recupero di una dimensione etica, da tempo espulsa dalla sfera economica, dalla piatta navigazione politica, e spesso anche dalla vita personale e relazionale. “...Ma poi: è possibile, è una buona cosa, fare politica senza ideologie, senza un riferimento a un insieme di idee forti, motivanti e coinvolgenti? Anche perché, come si fa inevitabilmente politica attraverso l'antipolitica, così l'antiideologia può nascondere atteggiamenti ideologici, e non nel senso migliore...” L'ambizione di questo libro, come del corso per adulti da cui è stato tratto, è di riuscire a restituire alle parole della politica, oggi così spesso vaghe, vuote, fuorvianti, la loro collocazione storica, il loro senso originario: forse anche qualche possibilità di riscatto, e di un uso più consapevole.
JK. Memorie di un consigliere
Bepi Campana
Libro: Libro in brossura
editore: Colombini
anno edizione: 2010
pagine: 176
In modo inaspettato e in un contesto che sembra tingersi di giallo, l'autore si trova alle prese con "le sparse memorie e le confuse elucubrazioni" di JK, ex-consigliere comunale di un'anonima "piccola città", scomparso in circostanze misteriose. Un po' per amicizia e un po' per tentare di sciogliere l'enigma della sparizione, l'autore cerca di dare ordine ai materiali e scorrevolezza al racconto, tutto attraversato da una vena di socratica ironia che investe i numerosi personaggi messi in campo e che non risparmia nemmeno lo stesso JK, la cui forte inclinazione al moralismo non sembra sufficiente a salvarlo dalle meschinità tipiche della piccola città, o della natura umana. Pagina dopo pagina, dalle memorie dell'ex-consigliere emerge un quadro allegorico di grande efficacia, dove una piccola folla di personaggi, rigorosamente anonimi, compare unicamente attraverso il relativo ruolo o carattere saliente per sottolineare che in questa storia senza (lieto) fine non ci sono precisi individui, ma "personae", maschere, sulla scena dell'italico tragicomico "teatrino della politica".