Libri di Beppe Ronco
Castelli e fortezze di Liguria
Mauro Minola, Beppe Ronco
Libro
editore: Ligurpress
anno edizione: 2020
La Liguria possiede una notevole quantità di opere fortificate, in gran parte castelli e torri risalenti all’epoca medievale. Un patrimonio di architettura militare che la pone sicuramente al di sopra di altre realtà italiane, dove la presenza di tali edifici storici costituisce uno dei fiori all’occhiello da presentare al visitatore, come per esempio accade in Valle d’Aosta o nel Trentino. Tuttavia questa ricchezza di inestimabile valore è stata sfruttata solo in minima parte dal punto di vista turistico. La mancanza di studi generali aggiornati e la tendenza a valorizzare il singolo bene in un contesto quasi esclusivamente locale hanno penalizzato una più ampia conoscenza globale delle opere fortificate, relegandola ad un insieme piuttosto ristretto di studiosi e di ricercatori. Questo volume si pone l’obiettivo di rimediare a tale lacuna: vi sono descritti i più importanti castelli, torri e fortificazioni della Liguria, ma anche le opere fortificate del XVIII secolo, come il Priamàr di Savona e i forti di Vado, e gli importanti sbarramenti difensivi di fine Ottocento (Colle di Nava, Melogno, Altare, Giovo, Piazzaforte di La Spezia) e del XX secolo, che in genere non venivano mai trattati assieme alle tipologie di epoca medievale. Sono raggruppati in diversi itinerari, ciascuno dei quali prende in esame una precisa e limitata zona geografica, a partire dalla Val Roya, Ventimiglia e Riviera dei Fiori a Ponente, per arrivare alla foce del Magra a Levante. Ci sono i castelli della provincia di Genova, ma le fortezze e le torri del capoluogo, per la vastità dell’argomento, che avrebbe richiesto spazi ben più ampi, saranno trattati in una prossima pubblicazione. Non abbiamo avuto la presunzione di fornire un censimento completo di ogni emergenza fortificata presente nella regione, compito che spetta certamente ad altre istituzioni. Ci è invece parso importante, in questo testo storico e turistico al tempo stesso, dare ampio spazio alle opere meno conosciute, che meritano tuttavia l’apprezzamento dei visitatori e degli escursionisti che, nella migliore delle ipotesi, ne conoscono appena l’esistenza, in quanto la loro struttura risulta meno evidente rispetto alle fortificazioni inserite ormai da anni nelle collaudate correnti turistiche. Ci auguriamo quindi che il nostro lavoro possa fornire una visione più generale ed articolata delle presenze fortificate, dando modo al lettore di scoprire, con brevi gite, reperti ancora affascinanti, circondati dall’incomparabile scenario del binomio tipicamente ligure del mare e montagna.
Castelli di Langhe. Roero. 61 dimore storiche tra i vigneti
Mauro Minola, Beppe Ronco
Libro: Copertina morbida
editore: Susalibri
anno edizione: 2019
L''autunno, che ingiallisce le foglie degli alberi e porta sulle nostre tavole tartufi e buon vino, è certamente il periodo migliore per visitare le dolci colline delle Langhe piemontesi. E scoprire che su ogni altura un antico castello rievoca il tormentato passato di queste terre, suddivise in numerosi feudi dei Del Carretto, degli Incisa, degli Spinola, dei Doria e di feudatari minori, finché a cavallo tra XVII e XVIII secolo, entrarono a far parte del Regno di Sardegna e poi di quello d'Italia. Il castello si integra nel paesaggio delle Langhe e rappresenta un rilevante richiamo turistico e culturale sotto il profilo storico, architettonico e artistico. Dovunque si è conservato almeno un manufatto: alcuni andarono presto in rovina per abbandono e di essi è rimasta solo la torre a testimoniare l'importanza che avevano avuto nel passato. Diversi subirono restauri in epoche diverse, conservando ambienti di più stili e funzioni. Molti furono invece abbattuti e sostituiti da ampie e sontuose costruzioni ridotte al solo scopo residenziale, che riflettono ancora oggi l'importanza della famiglia che ne fu proprietaria. Più di millennio di storia spira attorno a queste testimonianze del passato, esprimenti ancora in alcuni casi potenza e sfarzo, mistero e sogno, in altri ancora malinconia e rammarico per la loro decadenza e scomparsa. E se vi aleggiano fantasmi, si tratta quasi sempre, non di facoltose castellane, ma di povere masche senza nome morte nelle segrete o di sfortunati protagonisti di antiche saghe familiari.
Tutta la linea Cadorna. Storia Architettura Armamenti. Itinerari di un museo all’aperto
Ambrogio Viviani, Roberto Corbella
Libro: Libro in brossura
editore: Macchione Editore
anno edizione: 2017
pagine: 272
A vent’anni dall’uscita del volume di Roberto Corbella “Le fortificazioni della Linea Cadorna tra Lago Maggiore e Ceresio”, il primo ad avere affrontato l’argomento in modo organico, questo volume, con il contributo storico del gen. Ambrogio Viviani, presenta una visione d’insieme del progetto strategico che stava alla base della linea difensiva destinata a bloccare il tentativo austriaco di conquistare Milano e la Lombardia distruggendo la capacità combattiva dell’esercito italiano. È sufficiente considerare l’enorme estensione di questo tracciato e la varietà e l’imponenza delle opere realizzate, in gran parte nelle viscere delle montagne, per capire che, pur non essendo mai diventata effettivo teatro di guerra, la Linea Cadorna finì per avere un forte potere dissuasivo nei confronti dei progetti d’invasione più volte discussi dallo Stato Maggiore austriaco.
Fortificazioni in Liguria. Dal XVIII secolo alla grande guerra
Mauro Minola, Claudio Arena, Beppe Ronco
Libro: Libro in brossura
editore: Ligurpress
anno edizione: 2009
pagine: 334
Accanto alle più diffuse fortificazioni risalenti all'epoca medievale, la Liguria possiede un ricco insieme di opere militari a difesa dei punti strategici del territorio, in particolare lungo le direttrici stradali con il Piemonte e nelle zone favorevoli ad un eventuale sbarco nemico. Si tratta delle fortezze del XVII-XVIII secolo, come il Priamàr di Savona e i forti di Vado o le tipiche piazzeforti di fine Ottocento che punteggiano i colli alpini (Colle di Nava, Melogno, Altare ecc.) e che fino a poco tempo fa non attiravano l'interesse dello studioso dei beni culturali. Questo libro, curato da tre autori esperti della materia, compie per la prima volta una sistematica descrizione delle piazzeforti liguri, riferita al periodo storico e all'evoluzione tecnica e funzionale delle tipologie. Non manca tuttavia di offrire all'appassionato le indicazioni per raggiungere e visitare con metodo le opere fortificate descritte negli itinerari.
Castelli di Langa. Itinerari indimenticabili nelle terre del Barolo
Mauro Minola, Beppe Ronco
Libro: Libro rilegato
editore: Macchione Editore
anno edizione: 2004
pagine: 96
Valle d'Aosta. Castelli e fortificazioni
Mauro Minola, Beppe Ronco
Libro: Copertina rigida
editore: Macchione Editore
anno edizione: 2002
pagine: 96
Liguria riviera di Ponente. Castelli e fortificazioni
Mauro Minola, Beppe Ronco
Libro
editore: Macchione Editore
anno edizione: 2001
pagine: 112
Fortificazioni di montagna. Volume 1
Mauro Minola, Beppe Ronco
Libro
editore: Macchione Editore
anno edizione: 1999
pagine: 112
Fortificazioni nell'arco alpino. L'evoluzione delle opere difensive tra XVIII e XX secolo
Mauro Minola, Beppe Ronco
Libro: Copertina morbida
editore: Priuli & Verlucca
anno edizione: 2008
pagine: 120
Sulle nostre Alpi le opere difensive costituiscono un patrimonio unico che merita di essere conservato e adeguatamente valorizzato. Dalla grande fortezza di sbarramento che chiudeva il passaggio della vallata alle armate nemiche, alle scarse tracce degli antichi trinceramenti eretti per difendere un colle o un passaggio di grande importanza, fino alle casematte di calcestruzzo del Vallo Alpino, le testimonianze di un passato non sempre facile tornano a riscuotere un grande interesse tra il pubblico che ama la montagna. In questo libro vengono descritte le principali tipologie in cui è possibile suddividere le fortificazioni che hanno popolato il versante italiano delle Alpi, a partire dal XVI secolo fino al passato più recente. Un mondo che, a dispetto dei danni recati dal devastante saccheggio dei recuperanti, rappresenta tutt'oggi, per quantità e qualità di opere erette in tutte le valli, uno degli aspetti più emblematici della progressiva antropizzazione della montagna.