Libri di Carlo De Frede
La citazione e le note nel lavoro storico. Con tre altri scritti di metodologia
Carlo De Frede
Libro
editore: Guida
anno edizione: 2008
pagine: 144
Citazioni di fonti e note bibliografiche sono un necessario corredo della storia scientificamente esposta in libri e articoli di riviste... si è voluto indicare non tanto un definitivo criterio quanto piuttosto la ragione metodica della sistemazione dell'apparato che deve accompagnare , "a piè di pagina", il dettato storico...
La «santa arte». Gli umanisti e l'invenzione della stampa
Carlo De Frede
Libro
editore: De Frede
anno edizione: 2007
pagine: 184
Il decumano maggiore da Castelcapuano a San Pietro a Maiella. Cronache napoletane dei secoli passati
Carlo De Frede
Libro: Libro in brossura
editore: Liguori
anno edizione: 2006
pagine: 144
Il Decumano Maggiore, ossia la principale strada di Napoli antica, è l'attuale via dei Tribunali, declassata dopo l'apertura di via Toledo nel secolo XVI e lo spostarsi nel secolo XVII della vita politica, commerciale e mondana verso la parte occidentale della città. Ma nel molto che sopravvive della sua struttura urbanistica, delle grandiose chiese e dei monumenti, nonché nei ricordi connessi agli edifici, rivela l'antica nobiltà. L'opera, oltre la narrazione delle vicende, è arricchita da un commento fotografico; è dotata di un indice che la rende utile anche come guida turistica.
La crisi del Regno di Napoli nella riflessione politica di Machiavelli e Guicciardini
Carlo De Frede
Libro: Libro in brossura
editore: Liguori
anno edizione: 2006
pagine: 432
I dieci studi che compongono questo libro trattano, l'uno indipendente dall'altro e tuttavia collegati dal problema generale, della crisi che nel corso degli ultimi due decenni del secolo XV portò alla fine dell'indipendenza del Regno di Napoli, vista, secondo due diverse riflessioni, da Machiavelli e da Guicciardini. Il primo seguì le vicende con distacco realistico di fronte al processo della potenza spagnola; il secondo col tormentato rimpianto per la fine della dinastia aragonese di Napoli, ch'era divenuta italiana e attendeva, con i Medici di Firenze, ad assicurare all'Italia la libertà da ogni pressione straniera. Sullo sfondo dell'opposizione baronale e degli errori commessi da politici irresponsabili c'è il vano orgoglio dell'italiano del Rinascimento, che non impedisce nè la discesa dei francesi, nè il definitivo sopravvento degli spagnoli.