Libri di Caterina Frisone
Maggie's centres. Ediz. italiana
Libro: Prodotto composito per la vendita al dettaglio
editore: Forma Edizioni
anno edizione: 2022
pagine: 151
La collana On the Road amplia i propri confini, proponendo una guida di architettura unica nel suo genere, incentrata non su una città, ma su una tipologia edilizia estremamente contemporanea: i Maggie’s Centres, edifici non ospedalieri dedicati all’assistenza dei malati di cancro, nati in Gran Bretagna dalla sensibilità di Maggie Keswick e di suo marito, il critico di architettura Charles Jencks. Attraverso questo volume il lettore/visitatore è introdotto alla scoperta di un modo diverso di ideare e realizzare l’architettura, intesa come un mezzo per alleviare e affrontare la malattia, grazie a edifici “emotivamente sani”, realizzati da alcuni tra i più noti architetti del mondo e riconoscibili non per la loro tipologia ma per il loro potere terapeutico. La particolarità di questi ambienti, infatti, risiede nella capacità di agire sia sul fisico che sulla mente, contribuendo al benessere delle persone stimolando tutti i sensi: tramite lo spazio, il materiale e la luce, l’architettura dei centri suscita emozioni e influenza tutti i “visitatori” (termine con cui sono indicati, all’interno delle strutture, tanto i malati quanto i loro familiari o amici), trasmettendo gioia ed energia. Oggi, a più di venticinque anni dalla realizzazione del primo edificio, si contano 28 Maggie’s centres in diversi Paesi del mondo, e molti altri sono in costruzione o in fase di progettazione. L’auspicio è che si moltiplichino raggiungendo ogni ospedale oncologico in Gran Bretagna e altrove.
Maggie's Centres
Libro: Prodotto composito per la vendita al dettaglio
editore: Forma Edizioni
anno edizione: 2022
pagine: 151
"La collana On the Road amplia i propri confini, proponendo una guida di architettura unica nel suo genere, incentrata non su una città, ma su una tipologia edilizia estremamente contemporanea: i Maggie’s Centres, edifici non ospedalieri dedicati all’assistenza dei malati di cancro, nati in Gran Bretagna dalla sensibilità di Maggie Keswick e di suo marito, il critico di architettura Charles Jencks. Attraverso questo volume il lettore/visitatore è introdotto alla scoperta di un modo diverso di ideare e realizzare l’architettura, intesa come un mezzo per alleviare e affrontare la malattia, grazie a edifici “emotivamente sani”, realizzati da alcuni tra i più noti architetti del mondo e riconoscibili non per la loro tipologia ma per il loro potere terapeutico. La particolarità di questi ambienti, infatti, risiede nella capacità di agire sia sul fisico che sulla mente, contribuendo al benessere delle persone stimolando tutti i sensi: tramite lo spazio, il materiale e la luce, l’architettura dei centri suscita emozioni e influenza tutti i “visitatori” (termine con cui sono indicati, all’interno delle strutture, tanto i malati quanto i loro familiari o amici), trasmettendo gioia ed energia. Oggi, a più di venticinque anni dalla realizzazione del primo edificio, si contano 28 Maggie’s centres in diversi Paesi del mondo, e molti altri sono in costruzione o in fase di progettazione. L’auspicio è che si moltiplichino raggiungendo ogni ospedale oncologico in Gran Bretagna e altrove."
Ship & yacht design. Forme e architetture
Libro: Libro in brossura
editore: Il Poligrafo
anno edizione: 2014
pagine: 196
"Il problema dell'arredamento navale va al di là della semplice questione di comodità, di eleganza, di gusto. Esso è, attraverso l'opera degli artisti e degli esecutori, una viva testimonianza del tenore della civiltà della Nazione che sulla nave esercita l'ospitalità". Così scriveva Gio Ponti nel 1931 su "Domus", commentando gli allestimenti di Gustavo Pulitzer Finali per la Victoria, prima nave passeggeri italiana. In quegli anni, e fino al secondo dopoguerra, il mondo dell'architettura, con i suoi più alti esponenti, collaborava attivamente con un'industria navale che accoglieva il codice moderno adattandolo alla consolidata tradizione artigianale italiana. Da le uniche sedi depositarie del sapere tecnico-scientifico del campo sono state le facoltà di ingegneria navale. Il volume, a metà tra saggio e manuale, raccoglie gli interventi teorici di alcuni tra i maggiori esperti italiani nelle materie navali, tutti docenti del Master Iuav, che affrontano molteplici temi d'interesse: dalla rinnovata progettazione navale alla costruzione sostenibile dei mezzi marini, dall'ingegneria costruttiva al disegno degli interni, alla formazione e all'insegnamento dell'architettura navale oggi, soffermandosi anche sui regolamenti dei Registri Navali, sulle marine e i porti commerciali, sull'aggiornamento delle normative in continua evoluzione.
L'Andrea Doria. Storia, architettura, fascino di una nave
Caterina Frisone
Libro
editore: Marsilio
anno edizione: 2006
pagine: 68
Nel 50° anniversario della tragedia dell'Andrea Doria, che era stata definita una delle più belle navi del mondo, torna alla memoria di tanta gente l'evento incredibile del suo affondamento. La notte del 25 luglio 1956, l'Andrea Doria, con a bordo 1706 persone, a poche ore dall'arrivo a New York, veniva speronata nella nebbia dalla motonave svedese Stockholm e, dopo una notte di agonia, affondava sorprendendo il mondo intero. La tragedia, che causò la morte di 51 persone, fu in realtà contenuta grazie all'arrivo tempestivo di 5 navi soccorritrici, che trassero in salvo i naufraghi, tre quarti dei quali vi vennero trasportati dalle stesse scialuppe dell'Andrea Doria. Nonostante la gravità della falla che portò subito la nave ad avere uno sbandamento di 19 gradi, il gigantesco transatlantico mostrò, anche nella situazione estrema, che la buona costruzione dello scafo, i dispositivi di sicurezza e l'abilità dell'equipaggio potevano permettere, e infatti permisero, alla nave di resistere undici ore prima di inabissarsi a 74 metri di profondità al largo della nave-faro di Nantucket, dando luogo al più grande salvataggio della storia della navigazione. Il volume racconta la storia e l'architettura di questo gioiello della marina italiana, sia per ricordare un pezzo di storia navale italiana, sia per dimostrare come la progettazione e la costruzione della struttura dell'Andrea Doria abbiano avuto un ruolo determinante nel suo comportamento in seguito alla collisione.

