Libri di Danilo Faravelli
A Milano con Mozart. Un itinerario 250 anni dopo
Danilo Faravelli
Libro: Copertina morbida
editore: Book Time
anno edizione: 2020
pagine: 123
Questo piccolo libro vuole essere una occasione di lettura per gli appassionati di musica classica ma, soprattutto, una guida turistica avente come pretesto d'uso un itinerario a tema. Le sue pagine si prefiggono infatti un duplice scopo: favorire una presa di contatto profonda con la città di Milano attraverso la rievocazione in chiave visiva di uno dei momenti più memorabili della sua storia, gli ultimi decenni del XVIII secolo segnati dal ruolo protagonistico che essa ricoprì in quanto metropoli di riferimento dell'Illuminismo italiano, e ricostruire una fase cruciale della formazione artistica di un musicista, Mozart, che proprio in quegli anni, sotto il cielo della capitale della Lombardia austriaca, sperimentò in tutte le sue più contrastanti sfumature quanto esaltante e insieme dura fatica comportasse la trasformazione del proprio genio prodigioso in un mestiere di cui vivere. Aiutato da documenti d'epoca il lettore potrà divertirsi a fantasticare su ciò che la crudeltà del Tempo, per nostra fortuna, non ha ancora del tutto divorato.
Al ballo, se vi piace. Cercando Mozart fra i suoi minuetti
Danilo Faravelli
Libro: Libro in brossura
editore: Zecchini
anno edizione: 2020
pagine: 328
Il ciambellano e il meccanico. Mozart e gli italiani del suo tempo
Danilo Faravelli
Libro: Copertina morbida
editore: Book Time
anno edizione: 2019
pagine: 265
Questo libro si pone l'obiettivo di analizzare il caso Mozart nei suoi rapporti non tanto con l'Italia, quanto con gli individui che provenivano dai suoi confini: i "Welsche", "gli italiani"; il rapporto, cioè, intercorso fra il compositore per antonomasia del Settecento, la sua famiglia d'origine e i nostri connazionali di 250 anni fa. Sono innumerevoli gli scritti biografici e le conversazioni accademiche in cui Mozart è stato presentato al mondo dei cultori e degli appassionati di musica come un "compositore italiano". La cosa si deve alla fierezza nazionale fomentata al di qua delle Alpi dalla lingua che egli seppe rivestire della propria musica. Nel suo saggio, l'autore si sforza di andare oltre i sentimentalismi, precisando come Mozart fu un compositore tedesco e fu lui più di qualsiasi altro a volersene convincere.
Bologna 1770. Anche Mozart era un raccomandato?
Danilo Faravelli
Libro
editore: Zecchini
anno edizione: 2024
pagine: 116
…Espressamente per me… Mozart e il concerto per pianoforte e orchestra
Danilo Faravelli
Libro
editore: LIM
anno edizione: 2023
pagine: 318
Se volessimo indicare le opere di Mozart più meritevoli del nobile marchio dell'inconfondibilità, il primo posto spetterebbe senz'altro, a pari merito, ai capolavori teatrali del decennio conclusivo della sua vita – quelli compresi fra Idomeneo re di Creta e Il flauto magico – e ai suoi concerti per pianoforte e orchestra. A rendere questi ultimi unici nel panorama della produzione tardosettecentesca, allorché tale genere strumentale si impose sulla scena della storia della musica e divenne di gran moda, è il ruolo sempre più autoreferenziale che vi gioca il solista, vera e propria incarnazione dell'individualità poetica del compositore impegnata ora ad assecondare ora a contrastare l'altro da sé musicale (che è pur sempre, paradossalmente, un sé musicale) rappresentato dall'orchestra. Ciò che l'ascoltatore può recepire, in altre parole, è un sé musicale privato, intimo, in cangiante e dinamica interrelazione con un sé musicale pubblico, istituzionale.
«Misero, attendi, se vuoi morir!» Mozart e l'idea della morte
Danilo Faravelli
Libro: Libro in brossura
editore: Book Time
anno edizione: 2021
pagine: 432
Questo libro trae spunto dal singolare paradosso che fa di Mozart un campione incontrastato della memorabilità storico-musicale a dispetto ma soprattutto a causa della dispersione delle sue spoglie mortali in una fossa comune. Che il destino gli abbia negato un luogo e un monumento atti a simboleggiare materialmente l'immortalità procuratagli dalla sua grandezza di compositore è una beffa ottimamente contrastata e neutralizzata dall'immensa popolarità del suo nome anche al di fuori della cerchia dei cultori della cosiddetta "musica classica". I capitoli qui dedicati al fisico oltre che metafisico risarcimento a lui dovuto scandagliano minuziosamente i rapporti che il suo mondo interiore di uomo e di artista intrattenne con l'idea della morte, in relazione al suo modo di accennarne o di soffermarvisi nelle lettere, in particolare quelle scambiate con il padre; nondimeno se ne occuperanno rispetto al suo modo di darle abito sonoro in ambito operistico, all'interno delle partiture di musica sacra e in alcune composizioni puramente strumentali, alludendovi, in queste ultime, perlopiù in chiave ironica quando non addirittura sarcastica.
Mozart a Londra. «Londra affumicata e trista, ma libera»
Danilo Faravelli
Libro: Copertina morbida
editore: Book Time
anno edizione: 2018
pagine: 210
Nella biografia di Mozart sono due le Londra di cui è legittimo parlare: quella raggiunta nella primavera del 1764 da uno speciale bambino di otto anni che, in viaggio con papà, mamma e sorella maggiore, s'era lasciato alle spalle il torpore provinciale della piccola e bigotta Salisburgo e quella vagheggiata come possibile meta professionale, a partire dal 1782, da un compositore ventiseienne il quale, in una Vienna di trecentomila abitanti, durava fatica a farsi largo con la propria incomparabilità di virtuoso, operista e maestro di cappella. Sono dunque due diversi Mozart quelli che la sua stessa vita ci autorizza a immaginare in relazione alla città-mito del secolo della liberté e della modernizzazione economica e sociale dell'Europa: prima il bambino che si dischiude al prodigio del proprio talento musicale e poi l'adulto che osa, si ritrae e tentenna di fronte alla lusinga di un'indipendenza professionale. Questo libro nutre l'ambizione di offrirsi come discorso di continuità rievocativa tra lo stupore di un fanciullo eccezionale inghiottito dalla più grande metropoli del suo tempo e le malferme speranze di un adulto inquieto, consapevole della propria grandezza di artista, ma forse non altrettanto sicuro di sé nell'adattarsi all'idea che il successo in campo musicale avesse finito per dipendere da rituali di ascolto collettivo ben diversi da quelli per i quali, da piccolo, era stato consacrato all'Arte dei Suoni.