Libri di Elena Papagna
Filippo Briganti, Patrizio di Gallipoli. Teoria e prassi del governo cittadino nel Settecento napoletano
Elena Papagna
Libro
editore: Edizioni di Storia e Letteratura
anno edizione: 2007
pagine: 208
Sogni e bisogni di una famiglia aristocratica. I Caracciolo di Martina in età moderna
Elena Papagna
Libro
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2004
pagine: 272
Grano e mercanti nella Puglia del Seicento
Elena Papagna
Libro
editore: Edipuglia
anno edizione: 1990
pagine: 152
La corte di Carlo di Borbone il re «proprio e nazionale»
Elena Papagna
Libro: Copertina morbida
editore: Guida
anno edizione: 2011
pagine: 168
Il tema della corte, impostosi negli studi dagli ultimi decenni del Novecento a seguito di un processo di revisione della storiografia tradizionale, è ben lontano dall'aver esaurito le sue potenzialità e l'analisi delle corti del XVIII secolo, diverse rispetto a quelle d'età rinascimentale o barocca, rientra tra i settori d'indagine ancora poco investigati. Muovendo da tali premesse, questo libro vuole offrire un contributo alla storia delle realtà cortigiane e delle identità nobiliari nell'ultima fase dell'antico regime attraverso l'esame della corte napoletana al tempo di Carlo di Borbone. Il sovrano, asceso al trono meridionale, non poteva esimersi dall'organizzare una propria corte e dal curare una politica dell'immagine, utile per affermare e consolidare, tramite manifestazioni di grandiosità e di fasto, il prestigio dinastico e il ruolo istituzionale recentemente acquisito. Diviso in due parti, il volume descrive nella prima la struttura della corte di Carlo, nata dalla fusione del modello spagnolo con quello napoletano di età vicereale, e illustra le competenze e i costi del personale che in essa prestava servizio. Nella seconda parte prende in considerazione gli uomini e le donne che attorniavano il sovrano e la sua sposa e costituivano intorno alla coppia reale una cornice con funzioni non soltanto decorative. Attraverso l'attribuzione delle cariche cortigiane, retribuite o onorarie che fossero, la giovane monarchia mirava ad allargare la base di consenso.