Libri di Enrico Marià
Nuziale
Enrico Marià
Libro: Libro in brossura
editore: La nave di Teseo
anno edizione: 2025
pagine: 112
Una raccolta di “poesie-rasoio”. Nude di corpo oltraggiato e di anima ferita. Dove, per eccesso d’ombra e di luce, si dicono l’abuso, il carcere, la tossicodipendenza e l’anelito a un amore non negoziabile e puro. Quella di Marià è parola di fuoco, d’abisso, sacrificio e speranza. Parola secca, poesia che è grido. Per raggiungere l’innocenza, per riconoscere la dolcezza e perdonarsi nell’oblio. Con una lingua asciutta e precisa, Nuziale ci restituisce una narrazione essenziale e scarnificata, uno sguardo sulla realtà dove non esiste lamento. Ma una forza che commuove, attanaglia e stringe. “Questo grande poeta molla tutto in cambio della parola giusta. Se anche il lettore è abituato a barattare tutto per una parola giusta, potrebbe avvenire un vero incontro. Fosse anche uno, fosse anche l’ultimo.” (dalla Prefazione dei fratelli D’Innocenzo).
La direzione del sole
Enrico Marià
Libro: Copertina morbida
editore: La nave di Teseo
anno edizione: 2022
pagine: 112
La droga, lo spaccio, la prostituzione minorile. Gli abusi sessuali subiti da una figura paterna a sua volta abusata. La malattia e la morte. Il carcere e la riabilitazione. La povertà e il disagio psichico. In fondo alla disperazione, mai sopito, il bisogno di redenzione, amore e speranza. Un desiderio di futuro. I protagonisti di questa raccolta di poesie appartengono a una moltitudine di "ultimi", sempre sull'orlo dell'abisso ma altrettanto sempre in cerca di un porto cui approdare. Enrico Marià, attraverso scelte lessicali forti e sentite e in maniera realistica, compiuta e coerente ci restituisce un quadro dell'essere umano profondo, vibrante, vero.
Fino a qui
Enrico Marià
Libro
editore: Puntoacapo
anno edizione: 2010
pagine: 80
"Leggendo Marià non si può non rimanere indifferenti, può essere una poesia che sentiamo vicinissima o lontanissima, troppo biografica o quanto altro, ma sicuramente non scorre via così. Per mia formazione e gusto non mi sono mai trovato in particolare sintonia con le poesie troppo liriche (mi si perdoni l'espressione) o troppo smaccatamente legate al vissuto da provare quasi imbarazzo eppure in questi versi di Marià mi sono sentito subito coinvolto e partecipe. Fino a qui è una raccolta molto lunga che fin dall'esergo di Pavese ci avvisa in che tipo di poesia potremmo imbatterci. Poesia autobiografica o il poeta è così bravo da immedesimarsi? Il lavoro di Marià ci mette subito davanti alle sofferenze di una persona e della sua infanzia negata: "Quando era ubriaco / gli agenti della Polfer / ammanettavano mio padre ad un termosifone; [...] Facevano così perché pieno di alcool diventava violento; [...]". Non si può certo dire che ci troviamo davanti ad una poesia metaforica; il poeta piemontese ha un linguaggio diretto, a tratti crudo che subito ci trascina dentro gli eventi lasciandoci senza fiato. È una poesia a tratti minimalista dove le descrizioni sono molto forti che ci riportano a Carver e a molti poeti statunitensi". (Dalla Prefazione di Luca Ariano)