Libri di F. Brunetti
L'elefante
Riccardo Guasco, Aleksandr I. Kuprin
Libro: Copertina rigida
editore: TopiPittori
anno edizione: 2016
pagine: 32
"Mamma, papà, potrei avere un elefante?". Età di lettura: da 6 anni.
Il governo dell'impresa tra principi, modelli, tecniche e prassi
Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2012
pagine: 448
Storia di una scala
Antonio Buero Vallejo
Libro: Libro in brossura
editore: Le Lettere
anno edizione: 2008
pagine: 126
La produzione teatrale di Antonio Buero Vallejo (1916-2000), sviluppata nella seconda metà del XX secolo, ha riscosso enorme successo di pubblico e di critica e ha rinnovato la scena spagnola. La portata di questo rinnovamento è evidente fin dagli esordi del drammaturgo, appunto con "Historia de una escalera" (1949), la cui prima segna una svolta nella drammaturgia ispanica, appiattita dalla fine della Guerra Civile (1939) su un teatro leggero, tecnicamente povero e privo di pretese artistiche, salvo rari esempi di commedia umoristica. "Historia de una escalera" dunque dà l'avvio alla rinascita del teatro spagnolo, influendo sull'attività dei drammaturghi dell'epoca e sulle generazioni successive. Con un saggio introduttivo di Veronica Orazi.
Letterati d'Italia. Introduzione al «Giornale» (1710)
Scipione Maffei
Libro: Copertina morbida
editore: Marsilio
anno edizione: 2010
pagine: 67
Venezia, primi mesi del 1710: dopo quasi due anni di preparazione esce il "Giornale de' Letterati d'Italia", che riscuote immediato successo e sarà pubblicato con cadenza trimestrale fino al 1724, e poi, a intervalli più irregolari, per altri sedici anni. I tre promotori dell'impresa erano il veneziano Apostolo Zeno, riformatore della poesia per musica, il padovano Antonio Vallisneri, noto scienzato, e il veronese marchese Scipione Maffei, grande erudito e autore dell Introduzione al "Giornale" che nel terzo centenario della rivista viene ora riproposta. Maffei traccia un'informatissima ricostruzione storica e comparativa della stampa periodica italiana ed europea, attenta anche al mondo protestante. L'aspirazione del "Giornale" è colmare l'assenza dell'Italia dal circuito europeo della "Repubblica delle lettere" e rilanciare la cultura e la letteratura nazionale misconosciuta dagli "ultramontani", che la identificavano nel "cattivo gusto" barocco. La rivista si presenta quindi come voce e strumento per l'informazione letteraria italiana, gravata dalla lentezza dei contatti fra le diverse realtà della penisola e dalle difficoltà dei letterati a dedicarsi interamente agli studi. La capacità di intercettare le esigenze di rinnovamento della cultura del tempo consentirà al periodico di rivestire un ruolo di primo piano nel dibattito culturale e scientifico dell'Italia del primo Settecento.

