Libri di F. Scotto
Il poema dei morti. Testo francese a fronte
Bernard Noël
Libro: Copertina morbida
editore: Book Editore
anno edizione: 2020
pagine: 96
Ne "Il poema dei morti", Noël prosegue fino all'invettiva una meditazione lirica sulla morte, anche richiamandosi alla mitologia egizia, ma progressivamente la materia mitica lascia spazio a una riflessione sulla realtà storica.
Il digamma. Testo francese a fronte
Yves Bonnefoy
Libro: Libro in brossura
editore: ES
anno edizione: 2015
pagine: 136
"L'opera di Yves Bonnefoy (1923) si è affermata, nell'arco di oltre un sessantennio, come una delle più ricche e vitali del catalogo novecentesco per una serie di ragioni che ormai appaiono evidenti, e che sono riconducibili a una sostanziale capacità d'innovazione nella tradizione, oltre che per l'ampiezza d'interessi e di scritture (dalla poesia alla prosa, dalla critica alla traduzione), nella stretta sinergia fra creazione e pensiero. [...] La storia poetica di Bonnefoy, che ha caratterizzato tutto il secondo Novecento ed è ancor oggi un baluardo di coerenza e attaccamento ai valori dell'uomo e della cultura in un'epoca che sempre più la minaccia, percorre dal Dopoguerra l'evoluzione della lirica contemporanea approdando a una poetica della presenza. [...] 'Il digamma' si colloca in un lavoro di scrittura pienamente 'di poesia', che ama ultimamente affidarsi a raccolte snelle di testi in prosa, nei quali si può vedere per lo più la naturale evoluzione, sempre vitalissima, dei récits en rêve di Bonnefoy, testi che egli concepisce come il frutto del sogno 'da svegli', ovvero dell'azione di un immaginario vigile, proprio per distinguerli dai récits de rêve, le trascrizioni dei sogni notturni dei surrealisti, più preda della pulsionalità libidinale onirica, nella quale egli vede un pericoloso rischio di concettualizzazione dell'immaginario poetico." (dall'Introduzione di Fabio Scotto)
Poesie per Lou e altri versi d'amore
Guillaume Apollinaire
Libro: Copertina morbida
editore: Passigli
anno edizione: 2017
pagine: 137
Nato a Roma nel 1880 e scomparso precocemente nel 1918 a causa dell'influenza "spagnola" che lo aveva trovato già debilitato in seguito alle ferite riportate in guerra, Guillaume Apollinaire è stato uno dei protagonisti assoluti della poesia della sua epoca. Maestro indiscusso delle avanguardie del primo Novecento, anche nella sua poesia perseguì gli ideali delle nuove estetiche. Tuttavia sarebbe improprio e fuorviarnte limitare la sua opera a questa, pur fondamentale, ricerca espressiva. Apollinaire, in realtà, fu anche un poeta ben consapevole della tradizione letteraria; la sua adesione ai motivi di una modernità che appariva sempre più dirompente - e che avrebbe trovato nei suoi "Calligrammes" (1913-1916, apparsi nel 1918) una delle opere esemplari della nuova poesia - non gli impedì di continuare a coltivare il senso profondissimo della parola, che già si ritrova nei suoi esordi poetici (dal "Bestiario" a "Alcools"), un lascito della grande poesia simbolista che lo aveva preceduto. Apollinaire fu anche un grande poeta d'amore, nel senso più profondo del termine; nella sua poesia, l'amore più carnale e l'amore spirituale si fondono in modo originale, dando vita ad alcune delle più belle poesie d'amore del Novecento. Colpisce, in particolare, come ben chiarisce Fabio Scotto nella sua prefazione, «la sovrapposizione del tema amoroso con il tema bellico»: la fascinazione esercitata da quest'ultimo sul poeta francese, alla pari di diversi altri scrittori dell'epoca alle prese con il primo immane conflitto mondiale, è tanto forte da penetrare nella lingua stessa della poesia, «materiale poetico al servizio dell'amore e della mitologia personale del poeta» (Claude Debon).
Alcool. Testo francese a fronte
Guillaume Apollinaire
Libro: Copertina morbida
editore: Passigli
anno edizione: 2023
pagine: 252
L'apparizione di "Alcool" nel 1913 fu un vero avvenimento non solo per la poesia francese di quell'epoca, ma per l'intera poesia novecentesca. Basti pensare che in quello stesso anno Apollinaire diede alle stampe i suoi celebri saggi sulla pittura moderna e sui pittori cubisti, che avevano contribuito non poco a fare di questo scrittore, figlio di padre italiano d'origine svizzera che mai lo riconobbe, e di madre polacca, arrivato a Parigi già quasi ventenne, il principale promotore delle nuove idee estetiche. In un certo senso, tuttavia, questo aspetto certamente importante dell'opera di Apollinaire ha rischiato negli anni di darne un'immagine un po' riduttiva. Apollinaire è stato un grande poeta anche indipendentemente dal suo coinvolgimento nei movimenti artistici di quegli anni, un poeta che rappresenta forse il più esemplare punto d'incontro tra tradizione e avanguardie; e da questo punto di vista, rileggere oggi la sua opera poetica, e in particolare "Alcool" in tutta la sua versatilità compositiva, è forse il modo migliore per rifare i conti con un autore la cui influenza è rimasta centrale in tutta la successiva poesia. Come scrive Fabio Scotto accompagnando questa sua traduzione, "Alcool" va a situarsi «a cavallo fra tradizione, lirismo, modernità e avanguardia, soddisfacendo nel contempo le esigenze del lettore popolare, che vi trova ballate rimate prossime alla tradizione medievale, così come quelle del lettore più esigente e colto, che qui si confronta con testi innovativi e sperimentali ricchi di rimandi mitologici a varie culture e dai tratti spesso esoterici»; una disparità di modi che se da un lato ha spesso disorientato la critica, dall'altro è essa stessa rappresentativa non solo del cantiere poetico di Apollinaire, ma anche del senso più veritiero della sua opera.
Il disordine. Frammenti. Testo francese a fronte
Yves Bonnefoy
Libro: Copertina rigida
editore: San Marco dei Giustiniani
anno edizione: 2004
pagine: 44
L'ora presente
Yves Bonnefoy
Libro: Copertina morbida
editore: Mondadori
anno edizione: 2013
pagine: 183
Un grande poeta, una delle voci in assoluto maggiori della poesia del Novecento e contemporanea, giunto al traguardo dei novantanni, prosegue la sua straordinaria avventura intellettuale con un nuovo libro che apre alla meditazione, che coinvolge una serie impressionante di immagini, brandelli di immagini e simboli, che lavora con intatto vigore sulla realtà cangiante della forma e sull'essenzialità di una parola sempre più asciutta e potente, in un tono al tempo stesso solenne e discreto, controllatissimo. Yves Bonnefoy, in "L'ora presente", compone un testo articolato in una serie di componimenti in versi (con prevalenza di sonetti) e di prose poetiche (o veri e propri microracconti lirici) nelle quali sembra veder riaffiorare - o voler recuperare - quelle impressioni o quei bagliori misteriosi, onirici (e rivelatori), che la mente reprime o allontana nel normale tempo di veglia. Il pensiero del poeta si muove liberamente in un intrico di visioni, oscillanti tra ricordo e invenzione, o contemplazione, poiché infatti "la memoria non la smette di rialzarsi", e dove il problema e l'equivoco dell'essere e del non-essere, del senso e del non-senso, che assalgono la nostra epoca, risulta sempre più pervasivo e stringente. Bonnefoy introduce le figure di Amore e Psiche, di Eros e della morte, che diviene, quest'ultima, un'ombra ricorrente, un'immagine di strenua vigilanza, più che di minaccia, che si rinnova quasi di pagina in pagina.
Ortiche- Testo francese a fronte
Vénus Khoury-Ghata
Libro: Libro in brossura
editore: Il Ponte del Sale
anno edizione: 2014
pagine: 56
Orlando furioso guarito. Dall'Ariosto a Shakespeare
Yves Bonnefoy
Libro: Copertina morbida
editore: Sellerio Editore Palermo
anno edizione: 2014
pagine: 107
Dell'opera critica di Yves Bonnefoy, che si affianca a quella di maggior poeta francese vivente, è stato detto che delinea "una concezione rivoluzionaria del fatto critico" e che le sue analisi "riorientano in un senso totalmente inedito l'approccio alle opere e al fenomeno creativo". Su questa linea, quella di indicare percorsi inesplorati alla lettura dei classici, si muovono i saggi presenti. Essi confrontano, in una originale continuità/discontinuità, il poema di Ariosto e il teatro di Shakespeare. Fulcro ne è l'idealizzazione (poetica) della donna: che "impoverisce e quando deve confessarsi che non offriva di ciò che credeva di amare che una rappresentazione mendace, può farsi risentimento che tenta di finir di distruggere l'oggetto idolatrato poco prima". Più in generale, l'idealizzazione presenta il pericolo di distaccare dalle finalità dell'azione ordinaria, di ridurre il possibile della realtà, il suo essere. È quanto accade nell'"Orlando furioso". La pazzia di Orlando mette in scena, con grande chiarezza, l'idealizzazione della donna e il suo disappunto. Al tempo stesso, si rivela specchio della realtà sociale, sia civile che religiosa, e del contraddittorio rapporto che il poeta stabilisce con essa. Shakespeare, invece, pare a tratti combattere questa idealizzazione. In "Come vi piace", il cui eroe si chiama a sua volta Orlando, "guarisce" Orlando furioso, sembra curarlo dal morbo idealizzante. La lettura di Ariosto-Shakespeare si svolge nei primi due saggi che compongono il volume.