Libri di F. V. Borghese

I “cinquantini” hanno scritto una pagina importante nella storia del motociclismo. In particolare in Italia hanno avuto una diffusione straordinaria, considerando che su di essi si sono formate intere generazioni di motociclisti. La loro popolarità è stata tale che è difficile trovare qualcuno, massaie e madri di famiglia comprese, che non ne abbia posseduto uno o che non abbia avuto almeno familiarità con il nome di alcuni di essi. Questo libro, frutto di anni di ricerca appassionata e instancabile, rappresenta una pietra miliare, costituendo una fonte inesauribile di informazioni altrimenti non reperibili. Prima d’ora nessuno aveva fatto qualcosa di simile, perché mentre di ciclomotori in generale se ne è parlato e scritto a iosa, su quelli a quattro tempi non esistevano opere specifiche, soprattutto realizzate in maniera così approfondita ed esauriente.

I “cinquantini” hanno scritto una pagina importante nella storia del motociclismo. In particolare in Italia hanno avuto una diffusione straordinaria, considerando che su di essi si sono formate intere generazioni di motociclisti. La loro popolarità è stata tale che è difficile trovare qualcuno, massaie e madri di famiglia comprese, che non ne abbia posseduto uno o che non abbia avuto almeno familiarità con il nome di alcuni di essi. Questo libro, frutto di anni di ricerca appassionata e instancabile, rappresenta una pietra miliare, costituendo una fonte inesauribile di informazioni altrimenti non reperibili. Prima d’ora nessuno aveva fatto qualcosa di simile, perché mentre di ciclomotori in generale se ne è parlato e scritto a iosa, su quelli a quattro tempi non esistevano opere specifiche, soprattutto realizzate in maniera così approfondita ed esauriente.

Un meccanico restauratore ripercorre, con una serie di racconti, quarant'anni passati con Guzzi, Laverda e altre moto classiche, inclusi pregi e difetti di quelli che le usavano.

Il secondo volume della serie "Pianeta Giappone", studia ancora più in profondità le vicende delle case motociclistiche giapponesi, attraverso la genesi di modelli mitici come la Honda CB750 Four e le prime "maxi" a due tempi. La storia dei marchi più noti ma anche una miriade di piccoli costruttori che, prima di uscire di scena, hanno introdotto soluzioni davvero innovative. Un fenomeno epocale spiegato dai diretti protagonisti con disegni e foto inedite.

Il primo libro che svela come l'industria motociclistica del Sol Levante sia riuscita a conquistare il mercato mondiale. Oltre ad aspetti poco noti di Honda, Suzuki, Yamaha e Kawasaki, questo volume e il successivo passano in rassegna gli oltre 200 marchi che hanno affollato il mercato giapponese a partire dai primi del '900 fino all'era moderna. Viene spiegato come, grazie all'impegno nelle competizioni, azienda partite da basi assai modeste, si siano create una solida reputazione nel giro di pochi anni. Anche il fenomeno delle "copie" viene analizzato nel dettaglio, sfatando diverse leggende con l'aiuto della documentazione fornita da vari storici giapponesi. Marchi dimenticati nonostante proponessero soluzioni molto innovative, prototipi e risvolti sconosciuti di modelli entrati nel mito, vengono descritti per la prima volta in lingua italiana con il supporto di rare immagini dell'epoca, disegni e prove mai pubblicati in libri o riviste occidentali.

Da diverso tempo stiamo assistendo a un ritorno sul mercato di diversi modelli monocilindrici sia in chiave moderna che classica. Anche se ad oggi manca un vero modello sportivo - la nostalgica Royal Enfield 500 “Continental”, grintosa in realtà lo è solo nell’aspetto e non certo nelle prestazioni, mentre la nuova, stupenda “Gold Star” 650 della rinata BSA, ha un’impostazione dichiaratamente vintage - la recente tendenza al “downsizing”, ovvero al ridimensionamento delle cilindrate, potrebbe creare le condizioni favorevoli a un ritorno delle “big singles” nelle vetrine dei concessionari.

Questo volume nasce su richiesta dei lettori che avevano già apprezzato il libro precedente: è stato quindi naturale tornare sul tema, visto oltretutto che diverse moto interessanti non avevano potuto trovare spazio nel primo volume. Questa volta mi sono potuto avvalere di alcune importanti collaborazioni, come quella dell’amico ing. Romolo Ciancamerla. Al racconto inedito della nascita della sua “Tesi”, che come potrete leggere precede di poco la nota versione Bimota, mi sono limitato a conferire un’impostazione appena più letteraria, ma senza intaccarne minimamente l’autenticità. Un ulteriore “arricchimento” per questo libro è derivato dal contributo ricevuto da diversi esperti stranieri, che con mia grande sorpresa hanno gentilmente messo a disposizione numerose rare immagini del proprio archivio.

Tra gli appassionati si discute animatamente non solo per vis polemica o per fare sfoggio di cultura. Lo scopo è, o almeno dovrebbe essere, approfondire la conoscenza diffusa, alla quale salaci battutine e aprioristici giudizi tranchant però non contribuiscono di sicuro. Quella che segue, grazie alle immagini e a una analisi ragionata alla quale hanno partecipato diversi “addetti ai lavori”, è una rassegna inevitabilmente parziale di modelli che in varie epoche non vennero compresi da tutti, o addirittura non vennero capiti proprio, cadendo spesso nel dimenticatoio. Alla notorietà, alcune non arrivarono neppure quando erano state appena presentate, qualcuna non venne mai mostrata in pubblico. Più o meno tutte, anche se in modo diverso, in ogni caso segnarono un passo avanti nell'evoluzione di questo meraviglioso mezzo di locomozione ad alto contenuto emozionale che è la moto.

Questo libro non si rivolge esclusivamente a chi sta valutando come e quando allontanarsi dalla vita che sta conducendo o a chi, avendolo deciso, si è già organizzato per farlo. Le persone cui è rivolto questo manuale, sono in primis quelle che questa decisione non sanno ancora se prenderla, perché la confusione che regna da diversi anni, lascia poco spazio a una riflessione oggettiva sul da farsi. Quale che poi sia l’opzione scelta, spero di aver almeno contribuito a crearsi un’idea precisa.