Libri di François de Sade
La nuova Justine
François de Sade
Libro: Libro in brossura
editore: Guanda
anno edizione: 2013
pagine: 787
Justine e Juliette, figlie adolescenti di un agiato banchiere parigino, restano improvvisamente orfane e senza un soldo. Juliette decide allora di prostituirsi e raggiunge presto successo e fortuna, mentre Justine, fedele ai saldi principi morali in base ai quali è stata educata, rimane vittima delle peggiori atrocità e delle violenze più inaudite. Ultima delle tre versioni pubblicate della storia di Justine, questa è la più vasta, un gigantesco affresco, il capolavoro di Sade romanziere. Scritta negli anni tempestosi della Repubblica, vide la luce nel 1797. Qui la parola si mette al servizio di una immaginazione impegnata in una pratica di supremo eccesso: il mondo, nella "Nuova Justine", è un immenso carcere dove vittime e carnefici si riconoscono in un inesauribile gioco di distruzione e di oltraggi.
Le 120 giornate di Sodoma
François de Sade
Libro: Libro in brossura
editore: Rizzoli
anno edizione: 2014
pagine: XXVII-430
Barricati per alcuni mesi in un remoto castello nella Foresta Nera, quattro libertini incalliti si fanno intrattenere dalle storie autobiografiche di quattro esperte prostitute e ruffiane, per poi tradurre in pratica il contenuto dei racconti su un gruppo di giovani vittime di ambo i sessi. È in questa cornice che Sade inscrive il microcosmo libertino delle 120 giornate, un mondo in miniatura che replica convenzioni e regole della società per ribaltarle in un'orgia di torture e sevizie di ogni genere. Questo romanzo, la cui perdita durante la presa della Bastiglia fece versare al Marchese "lacrime di sangue", come scrisse lui stesso, è una satira estrema sulla convenzionalità della vita sociale, un trionfo di humour nero e pornografia asfissiante che celebra il potere della parola.
Le centoventi giornate di Sodoma
François de Sade
Libro: Libro in brossura
editore: Feltrinelli
anno edizione: 2014
pagine: 416
"Quando, il 14 luglio 1789, la serratura della Bastiglia cedette e la sommossa liberatrice riempì i corridoi della folla, la cella di Sade era vuota. Alcuni giorni prima, il 4 luglio, il governatore aveva chiesto il trasferimento di questo personaggio, il cui umore andava tanto d'accordo con gli avvenimenti. Il disordine di allora ebbe questa conseguenza: i manoscritti del marchese, dispersi, andarono smarriti, scomparve il manoscritto delle Centoventi giornate. E questo libro domina, in un certo senso, tutti i libri, poiché contiene la verità di quello scatenamento che l'uomo è nella sua essenza, ma che è obbligato a frenare e a tacere. [...] Più tardi, il manoscritto fu ritrovato, ma il marchese ne rimase privo: lo credette definitivamente perduto e questa certezza lo accasciò: era 'la più grande disgrazia che il cielo avesse potuto riservargli'. Morì senza poter sapere che in realtà quel libro, che egli immaginava perduto, doveva collocarsi più tardi fra i 'monumenti imperituri del passato." (Georges Bataille)
Justine ovvero le disgrazie della virtù
François de Sade
Libro: Libro rilegato
editore: Newton Compton Editori
anno edizione: 2016
pagine: 321
Justine e Juliette, figlie adolescenti di un ricco banchiere parigino, educate in collegio, si trovano improvvisamente sole, in seguito alla rovina finanziaria della famiglia e alla morte dei genitori. Justine, fedele ai principi morali dell'educazione ricevuta, dovrà affrontare un terribile viaggio nell'inferno della Francia dell'ancien régime, tra giudici corrotti e frati libertini, aristocratici viziosi e borghesi delinquenti. Vittima di violenze e umiliazioni inaudite, la sventurata è destinata a una fine agghiacciante, mentre la sorella si è conquistata, attraverso l'accettazione del vizio, un'esistenza libera, ricca e serena. Saggio introduttivo di Gianni Nicoletti.
La filosofia nel boudoir
François de Sade
Libro: Libro in brossura
editore: Rizzoli
anno edizione: 2012
pagine: XXV-212
Iniziare una quindicenne appena uscita dal convento ai piaceri e al crimine, conducendola di buon passo lungo la strada della depravazione, della blasfemia e della scelleratezza. È il piano messo a punto da tre libertini di lungo corso che attirano nel loro covo la giovane Eugénie per impartirle lezioni teoriche e pratiche di immoralità. Pubblicato anonimo nel 1795, il romanzo, subito violentemente osteggiato, piega la vocazione pedagogica del dialogo filosofico agli scopi del progetto libertino: nella reclusione del boudoir, i personaggi sadiani mettono in scena il rovesciamento della morale comune, in una tensione costante tra il passato che sovvertono e il nuovo ordine che aspirano a creare. Una tensione che si rispecchia nella sorte di Sade stesso, condannato alla galera dall'ancien régime e al manicomio dalla Rivoluzione, salutato ora come l'ultimo dei classici ora come il primo dei moderni.
La filosofia del boudoir
François de Sade
Libro: Libro in brossura
editore: SE
anno edizione: 2017
pagine: 191
Roland Barthes ha fatto notare che si viaggia molto in certe opere di Sade: assolutamente statica è invece la scena in "La filosofia nel boudoir", dove il viaggio è respinto nell'antefatto. Il luogo impenetrabile della solitudine libertina, che è in tutte le opere di Sade, l'ambiente segreto del delitto e della trasgressione, non è qui la Fortezza, la Cella, il Sotterraneo, il Convento, l'Isola Inaccessibile, ma il "delizioso boudoir" di Madame de Saint-Ange trasformato in aula per le lezioni del precettore Dolmancé, maestro di lussuria e di crimine. Ai tre protagonisti si aggiungono manichini su cui "applicare" le lezioni teoriche, il cavaliere de Mirvel, i due domestici Augustin e La-pierre e Madame de Mistival.
L'Idea e altri scritti sul romanzo
François de Sade
Libro: libro varia
editore: Pratiche
anno edizione: 1981
pagine: XXXI-86
Eugénie de Franval
François de Sade
Libro: Libro in brossura
editore: SE
anno edizione: 2021
pagine: 112
«Ponendosi fuori dell’umanità, Sade ebbe nella sua lunga vita una sola occupazione, che decisamente lo avvinse: quella di enumerare fino alla stanchezza le possibilità di distruggere degli esseri umani, di distruggerli e godere al pensiero della loro morte e della loro sofferenza. Una descrizione esemplare, fosse stata anche la più bella, non avrebbe avuto grande significato per lui. Soltanto l’enumerazione ininterrotta, monotona, aveva il potere di aprire davanti a lui il vuoto, il deserto al quale la sua furia tendeva. […] Ma Sade si trovava in questa situazione morale: molto diverso dai suoi eroi, nel senso che spesso dimostrò sentimenti umani, conobbe degli stati di sfrenatezza e di estasi che gli sembrarono prova di alta sensibilità, se paragonati alle possibilità comuni. Egli ritenne di non potere o dovere eliminare dalla sua vita questi stati d’animo pericolosi, ai quali lo costringevano i suoi desideri invincibili. Invece di dimenticarli, come avviene di solito nei momenti di normalità, egli osò guardarli bene in faccia e si pose la domanda abissale che in realtà essi pongono a tutti gli uomini.» (Dallo scritto di Georges Bataille) Scritto in sei giorni nel marzo del 1788, "Eugénie de Franval", il trionfo dell’incesto, com’è stato definito, e il miglior racconto di Sade, fu così giudicato dal suo autore: «Non c’è racconto o romanzo in tutta la letteratura europea in cui i pericoli del libertinaggio siano illustrati con altrettanta forza».
Soggiorno napoletano. La città nella dissacrante descrizione del Marchese de Sade
François de Sade
Libro: Libro in brossura
editore: Intra Moenia
anno edizione: 2022
pagine: 128
Sono le pagine redatte dal marchese de Sade durante la sua permanenza a Napoli nel 1766. La descrizione della città si muove in bilico tra erotismo e scontrosità aristocratica. Parla infatti “dell’onesto commercio dei sessi” e delle servette al soldo del piacere dei privilegiati, concepite come “mobili in carne e ossa”. Fa emergere però anche un forte senso di superiorità e di sarcasmo, descrivendo Napoli come “il più bel paese dell’universo abitato dalla specie più abbrutita” e sentenziando su popolo, regnanti, nobiltà come i più beceri d’Europa. Ne esce una visione della città estremizzata, colorita, qua e là persino respingente, ma certamente di divertente lettura. Il libro è preceduto da una introduzione esplicativa di Attilio Wanderlingh.