Libri di Gian Paolo Cammarota
Pensare il proprio tempo, tra scelta e destino. La serietà «lieve» di Roberto Racinaro
Libro
editore: Rubbettino
anno edizione: 2020
pagine: 170
Il volume raccoglie gli Atti della giornata del 14 febbraio 2019 dedicata all'intitolazione a Roberto Racinaro (1948-2018) della Sala del Senato accademico dell'Università degli Studi di Salerno. Oltre agli interventi pronunciati in quell'occasione il volume, voluto e curato da amici e allievi, presenta un profilo biografico e bibliografico del Prof. Racinaro e una ricostruzione dei momenti salienti della sua carriera accademica e scientifica.
Esperienza morale e conoscenza. Per una critica dell'esperienza
Gian Paolo Cammarota
Libro: Copertina morbida
editore: Rubbettino
anno edizione: 2018
pagine: 156
Come tutte le esperienze di relazione, l'esperienza morale nasce come una costrizione, come qualcosa che nega una presupposta libertà arbitraria. Essa non accade, ma è il prodotto di un processo conoscitivo, di una vera e propria attività di legiferazione, rispetto alla quale ci sentiamo obbligati. In realtà, a partire dall'esperienza dell'obbligo, facciamo esperienza dell'autonomia. Nell'analizzare da un punto di vista storico-filosofico il concetto di esperienza morale, il volume, facendo riferimento al fondamentale contributo di pensiero di Hermann Cohen, mette in luce in che senso si possa e si debba affermare che l'esperienza morale è possibile solo grazie alla conoscenza e ad una critica dell'esperienza e, per far questo, pone in discussione il modo in cui Martin Heidegger, con la sua ermeneutica della fatticità, ha inteso l'esperienza effettiva della vita, l'esperienza come essere-nel-mondo.
L'idealismo messianico di Hermann Cohen
Gian Paolo Cammarota
Libro
editore: Edizioni Scientifiche Italiane
anno edizione: 2002
pagine: 176
Eros e pathos del nascosto
Libro: Libro in brossura
editore: Ledizioni
anno edizione: 2026
pagine: 118
«Φύσις κρύπτεσθαι φιλεῖ», recita un celebre frammento di Eraclito: «La natura ama nascondersi», nella sua traduzione più semplice. Ma se qualcosa ama nascondersi, l'atto del sottrarla o del suo stesso sottrarsi al suo nascondiglio, l'atto del disvelarla o del suo stesso disvelarsi non può essere la verità. Ciò che ama nascondersi, una volta deprivato di ciò che ama – appunto il restare nascosto –, non può più essere ciò che era quando era nascosto. Fuoriuscendo dal proprio nascondiglio, la natura che ama nascondersi si snatura: qualcosa di prezioso si perde nel momento stesso in cui viene trovato. Vi si deve allora rinunciare o c'è una possibilità di accedervi in qualche modo? E, più in generale, ciò che si nasconde è tale perché comporta un eccesso di dolore o una gioia anch'essa incontenibile? Si nasconde per un'assenza o per un eccesso di luce, anch'esso accecante come il buio? Infine, cosa deve essere disvelato e cosa deve restare nascosto, dato che c'è qualcosa che ama nascondersi? Se c'è un nascosto che deve restare tale, o non può fare altrimenti, qual è il miglior modo di rapportarsi a esso? Queste e analoghe domande costituiscono l'orizzonte all'interno del quale – a distanze diverse dal centro di irradiazione del tema – si dispongono gli scritti di questo libro, ciascuno in un proprio, specifico modo: ciascuno suggerendo una peculiare chiave di lettura.

