Libri di Giancarlo Padovan
Storia reazionaria del calcio. I cambiamenti della società vissuti attraverso il mondo del pallone
Massimo Fini, Giancarlo Padovan
Libro: Copertina morbida
editore: Marsilio
anno edizione: 2020
pagine: 264
Il calcio, come la musica, come le arti in genere, è uno specchio, e non dei più marginali, della società, dei suoi cambiamenti, delle sue trasformazioni, della sua evoluzione o involuzione. Massimo Fini e Giancarlo Padovan lo affrontano da questo particolare punto di vista. C'è un'enorme differenza fra come si intendeva il calcio, sia in senso tecnico che, soprattutto, sociale, nei più semplici e naïf anni Sessanta e come lo si vive oggi che sul campo hanno fatto irruzione l'economia e la tecnologia (televisione, moviola, Var), le divinità dominanti della nostra società a cui tutto, a cominciare dall'uomo, viene dato in sacrificio. In "Storia reazionaria del calcio" Fini prosegue quindi, coadiuvato in questo caso da Giancarlo Padovan, giornalista sportivo, il suo filone antimodernista ed è perciò un completamento della "Modernità di un antimoderno" pubblicato da Marsilio nel 2016. Naturalmente questo discorso sostanzialmente filosofico passa qui, vista la materia che i due autori si sono scelti, anche per il racconto di partite, di gol, di azioni spettacolari, di giocatori, di uomini, di emozioni e di sentimenti, vissuti sul campo e fuori dal campo. Il libro dovrebbe appagare quindi anche le curiosità e le rivalità, che del calcio sono l'anima, dei tifosi oltre che di coloro che lo guardano da più lontano. Si tratta insomma di un libro per tutti e non solo per addetti ai lavori. Postfazione di Antonio Padellaro.
Storia reazionaria del calcio. I cambiamenti della società vissuti attraverso il mondo del pallone
Massimo Fini, Giancarlo Padovan
Libro: Libro in brossura
editore: Marsilio
anno edizione: 2019
pagine: 264
Il calcio, come la musica, come le arti in genere, è uno specchio, e non dei più marginali, della società, dei suoi cambiamenti, delle sue trasformazioni, della sua evoluzione o involuzione. Massimo Fini e Giancarlo Padovan lo affrontano da questo particolare punto di vista. C’è un’enorme differenza fra come si intendeva il calcio, sia in senso tecnico che, soprattutto, sociale, nei più semplici e naïf anni Sessanta e come lo si vive oggi che sul campo hanno fatto irruzione l’economia e la tecnologia (televisione, moviola, Var), le divinità dominanti della nostra società a cui tutto, a cominciare dall’uomo, viene dato in sacrificio. In "Storia reazionaria del calcio" Fini prosegue quindi, coadiuvato in questo caso da Giancarlo Padovan, giornalista sportivo, il suo filone antimodernista ed è perciò un completamento della "Modernità di un antimoderno" pubblicato da Marsilio nel 2016. Naturalmente questo discorso sostanzialmente filosofico passa qui, vista la materia che i due autori si sono scelti, anche per il racconto di partite, di gol, di azioni spettacolari, di giocatori, di uomini, di emozioni e di sentimenti, vissuti sul campo e fuori dal campo. Il libro dovrebbe appagare quindi anche le curiosità e le rivalità, che del calcio sono l’anima, dei tifosi oltre che di coloro che lo guardano da più lontano. Si tratta insomma di un libro per tutti e non solo per addetti ai lavori. Postfazione di Antonio Padellaro.
Ho sbagliato a nascere? 18 storie bipolari
Carlo Salvadori, Erika Mancini
Libro: Libro in brossura
editore: Nicomp Laboratorio Editoriale
anno edizione: 2019
pagine: 88
I problemi di un bipolare non si condensano in un libretto, però la mia testimonianza inizia a rivelarli. In queste storie evidenzio aspetti salienti della malattia, descrivendo episodi accaduti mediante interpreti di fantasia. Tutti hanno però uguale importanza e, quindi, ogni racconto è all'incirca della stessa lunghezza. Sarei un presuntuoso se pensassi di convincere i soggetti integri che la depressione sta diventando la prima causa di invalidità lavorativa al mondo. Credo che le persone assennate preferiscano ignorare i disturbi psichici, ma non avrei cuore se augurassi a chiunque di sperimentare simile tormento. Ma chi sta bene non ha il minimo diritto di irridere colui che è sprovvisto delle energie necessarie per reagire.