Libri di Giandomenico Crapis
Lezioni di televisione
Enzo Biagi
Libro: Libro in brossura
editore: Rai Libri
anno edizione: 2016
pagine: 171
Enzo Biagi e la televisione: una lunga storia d'amore. In particolare con la Rai, dalla storica direzione del telegiornale affidatagli da Bernabei nel 1961, per rinnovare un modello ormai invecchiato, al varo del primo rotocalco d'attualità, fino agli ultimi anni, con il successo de "Il Fatto", la striscia d'informazione in onda dal 1995 dopo il Tg1 delle 20, che ha fatto scuola. Ma del piccolo schermo e delle sue vicende Biagi si è occupato per anni anche in veste di critico televisivo, dalle colonne del settimanale Epoca, raccontando programmi e personaggi in centinaia di articoli che, a distanza di mezzo secolo, ci restituiscono intatti il suo spirito, il suo stile, la sua umanità. Ne risulta un gustoso racconto del Paese in quegli anni percorsi dal cambiamento sociale (e televisivo): dal trionfo di "Lascia o raddoppia" di Mike Bongiorno alle trasmissioni di Enzo Tortora... Una narrazione che è anche un'insuperabile lezione di giornalismo, il manifesto di un modo di fare televisione, un insegnamento attuale come solo i classici sanno essere. Prefazione di Bice Biagi.
La democrazia non è un talkshow. Saggio storico sulla televisione italiana
Giandomenico Crapis
Libro: Libro in brossura
editore: Baldini + Castoldi
anno edizione: 2025
pagine: 480
Oggi la televisione non è più quella che vide la luce il 3 gennaio del 1954. Da quella data, infatti, non è mai rimasta un giorno identica a sé stessa, accompagnando e riflettendo nei suoi mutamenti quelli che sono avvenuti nella società, nei costumi, nella politica. Fino ad assistere e assorbire l’avvento del web, uno scenario che a molti è sembrato segnarne la fine. Tuttavia, nonostante le tantissime trasformazioni e le mille età condensate in un secolo scarso, la morte della Tv non solo non c’è stata, ma probabilmente ancora non ci sarà per molto tempo. Come ha dimostrato la pandemia da Covid, infatti, la televisione rimane per le comunità uno strumento fondamentale nei momenti di emergenza, di gran lunga più forte di qualsiasi più recente mezzo di comunicazione. Raccontando la Tv dagli albori – dal successo di Lascia o raddoppia? ai ruggenti anni Sessanta tra sceneggiati e programmi d’informazione, dalla fine del modello bernabeiano di Tv alla nascita del sistema misto, dalla stagione militante della nuova Rai 3 alla «discesa in campo» del magnate della Tv privata, fino ai giorni nostri – "La democrazia non è un talkshow" racconta e spiega quanto radicalmente la televisione abbia contribuito a plasmare il nostro Paese, il modo in cui lo guardiamo e noi che lo viviamo.
Il frigorifero del cervello. Il Pci e la televisione da «Lascia o raddoppia?» alla battaglia contro gli spot
Giandomenico Crapis
Libro: Libro in brossura
editore: Rogas
anno edizione: 2024
pagine: 294
Una ricostruzione dei contrastati rapporti fra il Partito comunista italiano e la televisione, da cui emergono con efficacia alcuni nodi irrisolti della politica culturale del Pci, che colma un vuoto nella storia dei media in Italia. L'autore, intrecciando il puntuale richiamo ai programmi della televisione con questioni come la gestazione del «colore», la controversa riforma della Rai, l'esplosione dell'emittenza privata, nonché con fatti apparentemente distanti come il referendum sul divorzio, l'«austerità» o l'«effimero», propone una documentata analisi dell'atteggiamento dei comunisti, evidenziandone, almeno fino agli anni Ottanta, la ricorrente propensione a inseguire al momento sbagliato soluzioni rifiutate al momento giusto. Il libro è preceduto da un saggio di Enrico Menduni, Pci e televisione tra gestione e politica, che ricostruisce l'intreccio spesso contraddittorio o omissivo fra le effettive condotte del Pci in Parlamento e nella gestione della Rai, e le sue campagne politiche in tema di comunicazione di massa. In questa nuova edizione l'autore ha inserito un nuovo capitolo conclusivo in cui delinea brevemente i momenti principali della storia del rapporto tra i post-comunisti e il mezzo dopo il 1990 e la fine del Pci, fino a oggi.
Umberto Eco e la politica culturale della sinistra
Claudio Crapis, Giandomenico Crapis
Libro: Libro in brossura
editore: La nave di Teseo
anno edizione: 2022
pagine: 272
Nell’ottobre 1963 il settimanale del Partito comunista italiano “Rinascita” pubblicava un lungo articolo di Umberto Eco “sui problemi della cultura di opposizione”. Quel saggio – per la precoce notorietà del giovane intellettuale, l’introduzione di temi inediti, e la capacità di Eco di tenere insieme “alto” e “basso”, nonché di spaziare in campi tra loro molto diversi – costituì una provocazione feconda per la cultura di sinistra, da cui nacque un dibattito destinato a ridiscutere lo stesso ruolo dell’intellettuale engagé, che coinvolse tra gli altri Rossana Rossanda, Edoardo Sanguineti, il filosofo Louis Althusser. Questo libro ricostruisce una stagione irripetibile della politica e della cultura italiane, tra la nascita delle neoavanguardie e l’esplosione dei mezzi di comunicazione di massa, e presenta per la prima volta in volume cinque articoli e saggi dispersi di Eco, fondamentali per comprendere la sua formazione e il suo pensiero critico.
Matteo Renzi, dal pop al flop. Ascesa e declino di una leadership televisiva
Giandomenico Crapis
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2019
pagine: 103
Renzi è arrivato come un uragano sulla politica e sulla comunicazione italiana, facendo a sinistra l’operazione che aveva fatto Silvio Berlusconi vent’anni prima sull’altro versante: quella cioè di imprimere alla prima (la politica) una fortissima torsione in direzione della seconda (la comunicazione), fino a farne il nucleo essenziale delle sue strategie. In questo saggio si disegna il percorso politico-comunicativo di Renzi dagli esordi fino all’ultima stagione, per capire le ragioni non solo della sua rapida ascesa ma anche del suo progressivo logoramento fino alla sconfitta del 4 marzo 2018. L’ipotesi del volume, corroborata dall’analisi di numeri e dati, è che l’ascesa e il declino del leader del Pd si siano costruiti interamente, per la prima volta nel centrosinistra, dentro il circuito mediatico e in particolare dentro i formati del piccolo schermo, rappresentando un caso assolutamente interessante per lo studio delle relazioni tra i media, la tv e la politica e delle loro ricadute in termini di consenso.
Umberto Eco e il Pci. Arte, cultura di massa e strutturalismo in un saggio dimenticato del 1963
Claudio Crapis, Giandomenico Crapis
Libro: Copertina morbida
editore: Imprimatur
anno edizione: 2017
pagine: 182
Il 5 e il 12 ottobre 1963, in un momento in cui emergevano tumultuosamente fermenti nuovi nel campo della società e della cultura, il settimanale del Pci «Rinascita» pubblicava un lungo articolo di Umberto Eco «sui problemi della cultura di opposizione». Ne scaturì una vivace discussione che si protrasse per mesi, nella quale intervennero intellettuali ed esponenti del Partito. Il saggio di Eco gettava un sasso nello stagno delle strategie estetiche marxiste: la precoce notorietà del giovane intellettuale, la novità dell'impostazione, la vastità dei riferimenti, l'introduzione di temi inediti, e la capacità di tenere insieme "alto" e "basso", nonché di spaziare in campi tra loro molto diversi - dalla musica di Celentano all'antropologia di Lévi-Strauss - ne facevano immediatamente una provocazione feconda per la cultura di sinistra. Nel suo scritto egli metteva spregiudicatamente al centro dell'analisi la società di massa, i suoi gusti, i suoi consumi, i suoi miti. Il dibattito non si fece attendere, coinvolgendo in prima persona figure come la dirigente comunista Rossana Rossanda, il filosofo Louis Althusser, il poeta Edoardo Sanguineti. Il denso intervento, e la sua intrinseca politicità, sembra però essere sfuggito in questi decenni alla maggior parte della letteratura critica, dimenticato o tuttalpiù rubricato nella storia del Gruppo 63. È invece qui riproposto, insieme ad una sua puntuale e approfondita analisi critica, storica e semiologica condotta da Claudio e Giandomenico Crapis. Soprattutto per l'attualità che quella riflessione riveste ancora oggi, se solo si pensa ai diffusi atteggiamenti di sdegnoso rifiuto o - specularmente - di acritica accettazione da parte di intellettuali e politici di sinistra rispetto alla popular culture; e alla rinuncia, nell'uno e nell'altro caso, di qualsiasi tentativo di analisi che vada al di là della ratificazione del già esistente. Ma il lungo intervento è interessante anche per due altre ragioni. Perché esso anticipava la successiva svolta semiotica dell'autore e perché faceva emergere un aspetto forse inesplorato del primo Eco: la ricerca, lui già cattolico, di un rapporto con la cultura marxista e il tentativo di coniugare Marx con nuove scienze come lo strutturalismo, senza mai abbandonare la forte tensione all'impegno, in un'ottica, come egli sottolineava, "modificatoria" della realtà. Un aspetto, questo, che l'articolo su «Rinascita» illumina di nuovo interesse.
Michele Santoro. Comunque la pensiate
Giandomenico Crapis
Libro: Libro in brossura
editore: Aliberti
anno edizione: 2009
pagine: 281
Chi è davvero Michele Santoro? "Comunque la pensiate", come direbbe lui, è uno dei protagonisti assoluti del giornalismo televisivo italiano degli ultimi vent'anni. Questa prima biografia completa prende le mosse dagli anni Settanta, quando Santoro si divideva tra la politica militante e il giornalismo. Gli inizi da leader studentesco, poi l'esperienza da giornalista, che lo vede redattore e direttore della "Voce della Campania" e collaboratore del "Mattino", dell'"Unità" e di "Rinascita". Poi il trasferimento a Roma: Santoro entra in Rai, dove s'impegna nel sindacato alle dipendenze del Tg3, da una cui costola nel 1987 nasce Samarcanda. L'impegno in prima linea contro la mafia lo colloca nel mirino della criminalità organizzata. Nascono il sodalizio con Costanzo e le "staffette" televisive: di nuovo furiose polemiche, soprattutto da parte di esponenti della classe politica siciliana. Quindi la nascita di nuovi format come IlRosso e il nero e Tempo reale; l'uscita dalla Rai e il passaggio a Mediaset, i tre anni di Moby Dick; il ritorno nell'azienda pubblica con Circus, Il raggio verde e Sciuscià fino all'"editto di Sofia", il pronunciamento di Silvio Berlusconi che lo mette alla porta insieme a Biagi e Luttazzi. Qui comincia forse il periodo più difficile della biografia professionale santoriana, con l'astinenza dal video e l'impegno per la libera informazione prima nel Paese e poi al Parlamento europeo. Fino al ritorno in tv con Anno Zero.
Televisione e politica negli anni Novanta. Cronaca e storia 1990-2000
Giandomenico Crapis
Libro: Libro in brossura
editore: Meltemi
anno edizione: 2006
pagine: 287
Questo libro propone una storia della televisione italiana dal 1990 al 2000 mettendo in luce i repporti con la politica, partendo dalla "svolta" informativa di Raitre dalle esternazioni di Cossiga, che nel corso del '91 incamera oltre 500 ore di esposizione in video, dai salotti di Costanzo, dai dialoghi in romanesco di Funari con i suoi ospiti, dai processi in tv, dalla sfacciata impertinenza di Chiambretti, per arrivare alla mediatizzazione estrema del confronto politico tra i partiti, tra i loro leader, e delle stesse attività di governo, del parlamento e della magistratura.
Televisione e politica negli anni Novanta. Cronaca e storia 1990-2000
Giandomenico Crapis
Libro: Libro in brossura
editore: Booklet Milano
anno edizione: 2006
pagine: 287
Questo libro propone una storia della televisione italiana dal 1990 al 2000 mettendo in luce i repporti con la politica, partendo dalla "svolta" informativa di Raitre dalle esternazioni di Cossiga, che nel corso del '91 incamera oltre 500 ore di esposizione in video, dai salotti di Costanzo, dai dialoghi in romanesco di Funari con i suoi ospiti, dai processi in tv, dalla sfacciata impertinenza di Chiambretti, per arrivare alla mediatizzazione estrema del confronto politico tra i partiti, tra i loro leader, e delle stesse attività di governo, del parlamento e della magistratura.
Il frigorifero del cervello. Il Pci e la televisione da «Lascia o raddoppia?» alla battaglia contro gli spot
Giandomenico Crapis
Libro
editore: Editori Riuniti
anno edizione: 2002
pagine: 192
Questo volume riempie certamente un vuoto della ricerca storica-mediologica, mettendo definitivamente a fuoco, in una esauriente cornice, la storia del difficile rapporto tra il partito comunista e il piccolo schermo. L'autore, intrecciando il puntuale richiamo ai programmi della televisione con questioni come la lunga gestazione del "colore", la contrastata riforma della Rai, l'espolosione dell'emittenza privata, nonchè con fatti apparentemente distanti come il referendum sul divorzio, l'"austerirà" o l'"effimero", propone una documentata analisi dell'atteggiamento dei comunisti, evidenziandone, almeno fino agli anni '80, la colpevole ricorrente propensione a inseguire al momento sbagliato soluzioni prima rifiutate al momento giusto.