Libri di Gianluigi Ponti
Compendio di criminologia
Gianluigi Ponti, Isabella Merzagora Betsos
Libro: Libro in brossura
editore: Raffaello Cortina Editore
anno edizione: 2008
pagine: 596
Giunto alla quinta edizione, il Compendio di criminologia si è affermato come strumento indispensabile alla conoscenza dei numerosi problemi posti dall’analisi del delitto in quanto fenomeno sociale e del soggetto in quanto autore di reati. Completamente rivisto e aggiornato, il testo che qui presentiamo ripercorre lo sviluppo storico del pensiero criminologico e ripensa gli approcci teorici di tipo sociologico, biologico e psicologico alla luce dei mutamenti che hanno coinvolto legislazione e giurisprudenza nell’ultimo decennio, soprattutto per quanto riguarda la fenomenologia dei comportamenti criminosi. In particolare, si sofferma sulle forme di reato – delittuosità in famiglia, delinquenza femminile e minorile, devianza fra gli immigrati – da tempo al centro della riflessione e dell’interesse criminologici. Di forte rilevanza fra le novità in materia di criminologia applicata è quella inerente al cosiddetto profilo criminale, la metodica investigativa basata sulla decifrazione delle dinamiche psicologiche e comportamentali dell’autore di reato.
Compendio di criminologia
Gianluigi Ponti
Libro
editore: Raffaello Cortina Editore
anno edizione: 1999
pagine: 730
Psichiatria e giustizia
Gianluigi Ponti, Isabella Merzagora Betsos
Libro
editore: Raffaello Cortina Editore
anno edizione: 1996
pagine: 204
Il fascino del male. Crimini e responsabilità nelle storie di vita di tre serial killer
Gianluigi Ponti, Ugo Fornari
Libro
editore: Raffaello Cortina Editore
anno edizione: 1996
pagine: 170
Luigi Chiatti, Marco Bergamo, Giancarlo Giudice (il "mostro" di Foligno, di Bolzano e di Torino) sono serial killer che negli ultimi sei anni hanno fatto parlare di sé le cronache italiane, e i cui volti sono apparsi sui teleschermi di ogni casa. Gli autori li hanno esaminati tutti e tre, essendo stati incaricati di eseguire su di loro una perizia psichiatrica dai giudici che poi li hanno condannati: commisero delitti così efferati da far sorgere il sospetto che fossero dei folli. Ponti e Fornari parlano della loro personalità e dei loro delitti, e più in generale dei crimini, della libertà di compiere il male, della responsabilità morale di chi compie delitti. I tre serial killer non sono dei folli: semplicemente sono uomini che hanno scelto il male.