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Libri di Gioele P. Cima

L'epoca della vulnerabilità. Come la psicologia ha invaso le nostre vite

Gioele P. Cima

Libro: Libro in brossura

editore: Piano B

anno edizione: 2024

pagine: 168

Nell’ultimo secolo l’invasione della psicologia nella vita quotidiana ha raggiunto proporzioni sconcertanti: negli Stati Uniti gli psicologi sono ormai il doppio di dentisti e farmacisti, più numerosi dei postini. L’affermazione della cultura terapeutica che concepisce l’uomo come un essere fondamentalmente patologico, costitutivamente fragile, culmina nell’era digitale nella figura dell’"Homo vulnerabilis", un individuo perennemente in crisi, nella costante necessità di cure e terapie per sopportare la vita che diviene “peso”. La persona sana non è che una persona in attesa di valutazione. Nell’epoca della vulnerabilità il linguaggio è pervaso dalle locuzioni tipiche della psicologia; i termini "ansia", "stress", "trauma" escono dal gergo clinico per diventare le parole comuni che accompagnano il quotidiano dell’uomo comune. La sfera del patologico si allarga inesorabile: oggi siamo tutti vulnerabili, e il web è il grande consultorio in cui la fragilità può essere esibita – e in definitiva, mercificata. Ma questo feticismo della fragilità – questa sovraesposizione della vulnerabilità – nasconde più insidie che promesse, e non porta ad alcun miglioramento delle condizioni di vita. Il malessere psicologico, per sua natura singolo e privato, si confonde e si propaga nel conformismo e nell’omologazione con cui oggi lo si descrive: se siamo tutti fragili, tutti potenzialmente malati, allora nessuno lo è veramente.
16,00 15,20

Motivi lacaniani. Scritti sul peggio

Gioele P. Cima

Libro: Libro in brossura

editore: Orthotes

anno edizione: 2022

pagine: 162

Il pessimismo è una forma di pensiero bizzarra. Da una parte, i suoi assunti condannano il mondo e l’esistenza di ciascuno vedendoli come qualcosa che non dovrebbe affatto essere, entità votate alla disfatta o insignificanti granelli di un universo indifferente. Dall’altra, però, il pessimismo sembra ricavare da simili assunti una consolazione indiretta: rassegnarsi a vivere nel peggiore dei mondi possibili si tramuta in una paradossale forma di conforto, una prassi per alleviare i nostri mali. Il pensiero pessimo si trasforma in una verità ultima sul tutto che ripropone anziché demolire la prospettiva di un senso universale. Lacan sembrava essersi accorto di un simile problema. Anziché sbarazzarsi del pessimismo tuttavia, egli decide di invitarlo sul lettino dell’analista. Quel che ne risulta è un’analisi inconscia del pensiero del peggio, un pessimismo della libera associazione che si esprime per motivi, variazioni e piccole differenze. Un pessimismo al di là del pessimismo che, indagando se stesso e i propri sintomi, getta una nuova luce anche sulla psicoanalisi. Questi scritti sono un resoconto di tale analisi.
18,00 17,10

Il seminario perpetuo. Il tardo e l'ultimo Lacan

Gioele P. Cima

Libro: Libro in brossura

editore: Orthotes

anno edizione: 2020

pagine: 480

Ad oggi, l’insegnamento di Lacan è stato largamente assorbito da quello che lui stesso definiva sprezzantemente «il discorso dell’Università»: ogni anno il nome di Lacan appare in decine o persino centinaia di pubblicazioni, che spaziano dalla psicoanalisi alla filosofia, diramandosi sino alla letteratura, le scienze sociali e persino l’architettura. Tuttavia la sua attuale ricezione rimane ancora drasticamente oscurata da tre importanti punti ciechi, che questo libro definisce “oscurantismi”. Questo libro mira a scardinare il terzo oscurantismo lacaniano, e cioè la sequenza finale dei Seminari dello psicoanalista francese (XXI, XXII, XXIV, XXV, XXVI, XXVII), fornendo un’introduzione critica al pensiero del tardo e dell’ultimo Lacan. Analizzando i concetti chiave di questo periodo (la costitutiva “stupidità” del sapere, il nodo borromeo, la spazialità, la metalingua, l’ipotesi del terzo sesso, la temporalità e l’inconscio une-bévue), il libro intende mostrare come la conclusione logica dell’insegnamento di Lacan corrisponda necessariamente alla sua conclusione cronologica, e cioè ad un Seminario Perpetuo.
25,00 23,75

Contro il discorso della libertà. Saggi su politica, estetica e religione

Lorenzo Chiesa

Libro: Libro in brossura

editore: Orthotes

anno edizione: 2019

pagine: 186

In "Contro il discorso della libertà" Lorenzo Chiesa sferra un attacco a tutto campo contro l’ideale falsamente trasgressivo di un’emancipazione totale e senza limiti. La posta in palio non è quindi un supposto “soggetto della libertà” capace di superare l’alienazione una volta per tutte, ma la coincidenza dialettica tra dis-alienazione e ri-alienazione da un punto di vista politico, estetico e religioso. Facendo della psicoanalisi lacaniana il suo principale strumento critico, Chiesa vaglia una serie di autori e di temi, quali la fobia del piccolo Hans e l’“ecologia della paura” di Mike Davis come ugualmente dipendenti da un’ideologia della tolleranza repressiva; l’invettiva di Pasolini contro la degenerazione visiva e biologica dei corpi operata dall'edonismo del consumismo “liberale”; l’errata lettura vitalista che Deleuze offre del teatro estintivo ed escrementizio di Bene; i diversi confronti di Agamben e di Žižek con il retaggio cristiano della “povertà” e dell’“inadeguatezza” in quanto potenzialmente salvifiche; le tensioni inerenti all'antropologia filosofica presupposta dalla politica emancipatoria di Badiou.
18,00 17,10

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