Libri di Giorgio Delia
Pagine pierriane. Schede, esercizî, corrispondenza
Gianfranco Contini
Libro: Libro in brossura
editore: Sismel
anno edizione: 2017
pagine: 292
Si raccolgono gli scritti critici dedicati da Contini alla poesia di Pierro e la corrispondenza tra loro intercorsa per circa un quarto di secolo. I testi sono corredati da un’ampia annotazione e documentazione, che illustra il processo di lettura da parte del critico, e definisce i contorni di un confronto cresciuto negli anni. Dall’insieme dei testi si delinea la costanza dell’attenzione critica di Contini per Pierro, e si ricostruisce l’affinamento del giudizio, anche attraverso gli aggiornamenti e le riedizioni dello stesso scritto. A un tempo, grazie a tale gioco di intreccio e di integrazione fra pubblico e privato (scritti, presentazioni, incontri, lettere, ex donis), si testimonia la trama dei rapporti e si restituisce il senso più proprio al ‘continuo’ di una singolare amicizia.
In partibus infidelium. Appunti su alcuni poeti in dialetto dell'Italia repubblica
Giorgio Delia
Libro: Libro in brossura
editore: Rubbettino
anno edizione: 2016
pagine: 244
Il libro raccoglie scritti su opere di poesia edite fra il secondo Novecento e l’inizio del Duemila. Gli autori in oggetto, senza limiti geostorici di sorta, hanno preso le mosse dal meridiano più a sud dell’Italia, da microluoghi ben definiti della Basilicata (Pierro, Brancale), della Calabria (Luzzi, Maffia), della Sicilia (De Vita), nel momento in cui ne hanno avvertito maggiormente lo stato di derelizione. Hanno in comune l’essere andati alla ricerca dell’adito più stretto e impervio per entrare nel serrato mondo delle lettere: senza una storia, senza poter contare su un patrimonio di esperienze, di riti, di testi, fondando una loro mitografia, una loro tradizione. Sono stati interpreti di dialetti/idioletti nella tipologia più periferica, marginale e arcaicizzante: quelli più vergini, i più consentanei per esprimere l’essenza della verità. Giammai rassegnati alla ‘morte dei dialetti’, postumi, hanno vissuto la condizione privilegiata di essere primi e (probabilmente) ultimi a scriverli.