Libri di Giovanni Rocco Cellini
Dispositivi a-tipici. Le scuole di una piccola città
Gianluigi Mondaini, Paolo Bonvini, Giovanni Rocco Cellini
Libro: Libro in brossura
editore: LetteraVentidue
anno edizione: 2024
pagine: 92
Dispositivi a-tipici è un libro di possibili azioni strategiche che il gruppo di ricerca del Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile e Architettura dell'Università Politecnica delle Marche (responsabile scientifico Prof. Gianluigi Mondaini) ha redatto per offrire al Comune di Civitanova Marche (MC) un repertorio di idee utile ad eventuali futuri interventi di riqualificazione delle scuole dell'infanzia, primarie e secondarie di primo grado diffuse nel suo territorio. Partendo da una ricognizione dello stato di fatto di tutti gli edifici preesistenti, nella loro consistenza fisica e nel loro rapporto urbano, l'indagine meta-progettuale si è sostanziata del coinvolgimento creativo degli attori protagonisti del mondo della scuola per recepirne desideri e istanze utili a ideare spazi a loro vicini, sia funzionalmente che emotivamente. Tali sollecitazioni sono state messe a sistema con le ragioni della disciplina del progetto a servizio della tipologia scolastica, tenendo conto delle più recenti forme didattiche e spazialità di scuole innovative.
Spazio tra. Un tema per modificare il costruito
Giovanni Rocco Cellini
Libro: Libro in brossura
editore: Quodlibet
anno edizione: 2023
pagine: 200
Il tema affrontato dal saggio è la potenzialità connettiva dell'interfaccia in quanto modalità alternativa di considerare lo spazio nel progetto di architettura, e in particolar modo negli interventi di trasformazione del costruito. Interpretato come un'evoluzione del concetto di in-between realm sviluppatosi nel quadro dell'ambiente culturale del Team x del secondo dopoguerra, per l'autore «Lo spazio tra — come interfaccia — è un dispositivo interattivo che instaura delle connessioni con il contesto, apre a nuove possibilità di esperienza e favorisce la rigenerazione della preesistenza che interagisce con il corpo del nuovo intervento». Da questo punto di vista, il "tra" può essere finalmente considerato non uno spazio residuale, bensì uno strumento spaziale progettato intenzionalmente per favorire relazioni e connessioni prima latenti, o addirittura inesistenti, con i vari contesti — da quelli più vicini e visibili a quelli più lontani e invisibili, sia nello spazio che nel tempo. Il "tra" viene così a manifestarsi come uno spazio che, amplificando il grado di complessità del sistema, permette di configurare un'architettura co-evolutiva: dal progetto del nuovo intervento possono emergere dinamiche e processi che reinterpretano, gestiscono e rivalorizzano la preesistenza, arricchendone in tal modo le potenzialità di uso e l'esperienza dello spazio nel contesto di riferimento. La prima parte del volume approfondisce maggiormente i fondamenti teorici e l'apparato progettuale dello spazio tra come interfaccia rintracciando radici e confrontando il lavoro di illustri architetti come Aldo van Eyck, Alison e Peter Smithson, Colin Rowe, Peter Eisenman e Bernard Tschumi; la seconda parte, invece, delinea possibili strategie di connessione attraverso una serie di progetti contemporanei (Ensamble Studio, Steven Holl, OMA, Lacaton & Vassal, Herzog & de Meuron, Carrilho da Grava, Emanuele Fidone e altri), ridisegnati criticamente dall'autore.