Libri di Giulia C. Fasolo
L'effimero fotografico. Suggestioni sulla fotografia
Giulia C. Fasolo
Libro: Copertina morbida
editore: Smasher
anno edizione: 2014
pagine: 61
"Se riferito al nostro tempo, l'effimero è quanto osserviamo e che contiene sostanza nel gesto di un battito di ciglia. Quindi da un punto di vista materiale, ovvero dell'esserci in quanto tale di un ente, l'effimero si colloca nella realtà intramondana come un fenomeno di breve durata. Tuttavia, se il nostro ragionamento si sposta all'ente, il cui pensiero è inteso come capacità cognitiva, percettiva e di elevazione etica, potremmo benissimo affermare che dall'effimero non solo può originarsi una finalità comune, ma nel contempo lo stesso può godere di vita eterna, in quanto origine di un concetto che apparentemente astratto si radica tuttavia con tenacia inaudita nelle coscienze divenendo punto di arrivo al quale si agogna e scopo esistenziale perlomeno in relazione all'elemento in sé e per sé. Così è l'ideale! Questo, invero, manifesterà di 'esserci in quanto tale' fino a quando un'unità sensibile sarà in grado di percepirlo. Baudelaire identificava lo Spleen come un pensiero folgorante, l'attimo in cui l'idea si materializza dando vita a ciò che eleva. A cosa serve in questa ottica, esserci nel tempo, durare, quando in sé l'unità non crea, se l'azione è orfana di senso tendente allo svelare per mezzo dell'indagine, al conoscere seguendo i dettami del bello, dell'armonia, dell'amore?" (Dalla Prefazione)
Circospette ombre. Discussione sulla fotografia
Giulia C. Fasolo
Libro: Copertina morbida
editore: Smasher
anno edizione: 2011
pagine: 52
"A volte mi sembra di toccarla la vita, attraverso l'analisi dell'otturatore che mi permette di intravederne il senso. Poi sposto la fotocamera, diniego il mirino, spengo l'accensione, quindi il suo momento vitale. E la vita finisce la sua bellezza proprio in quel momento in cui pensavo di aver visto tutto, e poi di colpo più niente. In questa mia visione, la macchina fotografica assume le sembianze di una protesi di un arto amputato che non c'è più; protesi che talune volte non mi serve, anzi mi disturba, tanto che la uso solo quando voglio. Spesso lascio la macchina fotografica di proposito a casa, appoggiata su un ripiano qualsiasi, con la ricarica elettrica volontariamente a secco. Poi sembra che stia lì a chiamarmi, a chiedermi spazio, uno sprazzo di luce o di ombra. E così ci incontriamo. Io e lei, andando nel resto del mondo".
Sfioro nell'aria le parole che taci
Giulia C. Fasolo
Libro: Libro in brossura
editore: Smasher
anno edizione: 2010
pagine: 40
Nessunopolini a Barcellona Pìgì
Giulia C. Fasolo
Libro: Libro rilegato
editore: Smasher
anno edizione: 2010
pagine: 80
Questo volume non intende essere un attacco alla politica, alla cultura e alla società barcellonese, ai suoi abitanti e alle organizzazioni di qualunque tipo; né a qualsiasi personaggio extraurbano al quale si potrebbe far riferimento. Rappresenta, semplicemente, un modo per non prendersi troppo sul serio, rischiando di non sorridere mai. Se preferite chiamatela satira, ma è un termine troppo pretenzioso...
Da vicino nessuno è normale. Giusy e il punto di non ritorno
Giulia C. Fasolo
Libro: Libro in brossura
editore: Smasher
anno edizione: 2009
pagine: 52
La concezione della malattia mentale in realtà non è mai mutata completamente, neppure dopo la legge Basaglia del 1978. La storia di Giusy Fasolo ce lo insegna, dandoci le colpe che abbiamo, privandoci dei paraventi dietro i quali noi del settore della psichiatria e della psicologia spesso ancora oggi ci nascondiamo. Tracciata, così, la nostra prima colpa. Il disavanzo tra malattia e umanità, relativamente a due fronti che vedono contrapposti chi ritiene di avere il compito di "sostenere clinicamente la patologia psichiatrica" e chi pensa di dover difendere la dignità di colui che viene etichettato come disagiato, in realtà fa ancora fatica a trovare compensazione, se non una unione concettuale. Vi sono taluni operatori che guardano al soggetto pensando prima alla nomenclatura del suo disagio psichico e poi, eventualmente e se resta tempo, all'umanità calpestata che smette di assumere le forme di dignità, diritto e voce. E qui è necessario assumersi una seconda colpa. Il malato mentale è spesso considerato - prima ancora di essere una persona solo un oggetto che procura fastidio, un successo o un non successo terapeutico.