Libri di I. Sciuto
Verità, fede, interpretazione. Saggi in onore di Arnaldo Petterlini
Libro
editore: Il Poligrafo
anno edizione: 2009
pagine: 384
La forma del linguaggio. Studio sul «Tractatus logico-philosophicus»
Italo Valent
Libro: Libro in brossura
editore: Moretti & Vitali
anno edizione: 2013
pagine: 365
"Nei testi raccolti in questo volume, la grandezza filosofica di Wittgenstein emerge sul fondo di una complessa profondità non priva di tratti oscuri, su cui la critica si è accanitamente impegnata. In un panorama critico sempre più esigente, la lettura di Italo Valent si presenta con i tratti di una spiccata e avvincente originalità, sostenuta peraltro da una scrittura lucida, serrata e coinvolgente. Contro l'interpretazione corrente, che vede nel percorso filosofico del grande filosofo viennese due momenti contrapposti, segnati rispettivamente dal giovanile Tractatus e da tutti i lavori successivi, questa impegnativa ma sempre chiarissima lettura compiuta da Valent mostra come in realtà si tratti di un percorso unico, perseguito in modo coerente anche nell'autocritica. Inoltre, alla consueta immagine che accentua, in Wittgenstein, i tratti del personaggio singolare e inclassificabile, Valent oppone la figura di un pensatore che si fa pienamente carico delle più importanti questioni del pensiero occidentale. Così, questi scritti mostrano in modo particolarmente rigoroso ed eloquente come le frequenti espressioni 'paradossali' di Wittgenstein siano in realtà motivo di profonda e urgente riflessione. La prosa di Valent così lucida, misurata e rigorosa nella sua serrata concentrazione che mai si distrae in compiaciute esibizioni o superflue digressioni, ci restituisce in modo affascinante e personalissimo tutta l'enigmatica forza del pensiero di Wittgenstein." (Italo Sciuto)
Monologion
Anselmo d'Aosta (sant')
Libro
editore: Rusconi Libri
anno edizione: 1995
pagine: 264
Quale posto si può dare alla ragione all'interno di un contesto culturale come quello cristiano, che ritiene Dio possedere già interamente la Verità? E, in ogni caso, quali sono i limiti, le possibilità e le certezze a cui può giungere, da sola, la "ratio" umana? Nel secolo XI questi problemi cominciano ad affacciarsi sulla scena della riflessione filosofico-teologica continuando il loro cammino per tutto il Medioevo per giungere, con varie sfaccettature, fino a noi. Anselmo li affronta per la prima volta in modo sistematico e con acutezza e vigore nel "Monologion"(1076), fondandosi interamente sulla convinzione del valore intrinseco dell'indagine razionale.