Libri di James Bishop
Una via nel deserto
James Bishop
Libro: Copertina morbida
editore: Libreria Editrice Fiorentina
anno edizione: 2019
pagine: 200
Un detenuto americano, condannato a un lungo periodo di prigione, scopre meditando sulla regola di San Benedetto, scritta quasi 1500 anni fa, una via di conversione capace di portargli quella libertà interiore che spesso non si trova nemmeno fra le persone libere. Il libro contiene per tutti (credenti e no), una illustrazione molto speciale della regola benedettina che non è possibile trovare altrove. Questo libro è rivolto a tutti coloro che sono imprigionati nel mondo moderno, non solo detenuti in carcere, ma tutti coloro che combattono con difficoltà personali, emotive e psicologiche.
Ofanto. La via del fiume-The River's Path
Filli Rossi
Libro: Libro in brossura
editore: Quorum Edizioni
anno edizione: 2021
pagine: 80
Queste pagine sono dedicate ad un fiume, l’Ofanto, via d’acqua che attraversa la Puglia, dopo aver percorso la Campania e la Basilicata. Un racconto del fiume attraverso le sue voci nascoste, le vicende che lo hanno visto nel ruolo di asse di comunicazione tra luoghi e culture diverse, elemento dominante e ispiratore di un paesaggio frutto di complesse interazioni e di continue evoluzioni. Un viaggio diverso lungo l’Ofanto, nel paesaggio contemporaneo, guardandolo oggi per evocarlo nel suo volto di ieri; un percorso indietro nel tempo, nei siti più importanti sorti lungo le sue rive e tra le popolazioni che, proprio grazie a quel fiume, costruirono o modellarono la loro cultura e la loro storia. L’Ofanto, nei vari scorci del suo fluire, come una finestra sugli uomini che lo hanno attraversato.
Jan Van Eyck's stolen identity. The intrusion of the Arnolfini family in the London double portrait
Marco Paoli
Libro: Libro in brossura
editore: Maria Pacini Fazzi Editore
anno edizione: 2018
pagine: 28
Lo studio è incentrato sulla tesi che il dipinto non raffiguri, come comunemente si crede, i coniugi Arnolfini, ma il pittore Jan Van Eyck e sua moglie Margaretha; un autoritratto che celebra la nascita del loro primo figlio maschio avvenuta proprio nel 1434. D’altra parte a sostegno dell’identificazione tradizionale c’è solo la somiglianza fonetica tra il cognome Arnolfini e il nome ‘Hernoul le Fin’ con cui l’uomo raffigurato nel dipinto è registrato nell’inventario della quadreria di Margherita d’Austria (1516). Ma l’estensore dell’inventario dovette farsi ingannare dall’apparente contenuto boccaccesco della scena (moglie incinta assai più giovane del marito, probabile amante sulla soglia della camera) e dalla firma allusiva dell”ingresso di un estraneo nel talamo (“Jan Van Eyck fuit hic”), ritenendo che il dipinto rappresentasse l’allegoria del marito tradito, del ‘cocu’, nella cultura popolare franco-fiamminga dell’epoca simboleggiato dalla figura dell”Arnolfo’, l’ ‘Hernoul’ appunto. E’ quindi solo per un caso che nell’Ottocento Crowe e Cavalcaselle abbiano associato il cognome Arnolfini alla descrizione dell’inventario del 1516.