Libri di James Joyce
Dedalus. Ritratto dell'artista da giovane
James Joyce
Libro: Libro in brossura
editore: Adelphi
anno edizione: 1990
pagine: 304
L'autoritratto in cui Joyce ha fissato ed esorcizzato la sua giovinezza. Uno dei libri-chiave della letteratura moderna nella celebre traduzione di Cesare Pavese.
Dedalus. Un ritratto dell’artista da giovane
James Joyce
Libro: Libro in brossura
editore: Lindau
anno edizione: 2021
pagine: 320
Pubblicato a puntate dal febbraio del 1914 e uscito in volume nel dicembre del 1916, Dedalus. Un ritratto dell’artista da giovane è, insieme all’Ulisse che lo seguirà a distanza di qualche anno, un vero e proprio ritratto dell’autore irlandese. Come scrive Enrico Terrinoni nella prefazione, il protagonista, Stephen Dedalus, è infatti il «principale avatar letterario di Joyce». Lo scrittore aveva già usato questo nome per firmare i suoi racconti, ma «l’appellativo dal sapore mitologico non era per lui solo un nom de plume, era la sua stessa identità». Proprio come il celebre architetto di Cnosso, Joyce/Dedalus tenta di fuggire da un labirinto rappresentato per lui dalla famiglia, dall’infanzia, dalla sua patria – l’Irlanda –, dalla religione e dalla Chiesa: un labirinto che imprigiona il suo animo di artista, che in questo romanzo di formazione si risveglia in tutta la sua sensibilità e irruenza. Merita però qualche parola anche l’autore della traduzione che qui riproponiamo: Cesare Pavese, legato allo scrittore irlandese – come scrive sempre Terrinoni – da una «strana sincronicità» e da «un beffardo attraversarsi di destini». Una traduzione, quella del Dedalus, che contribuì alla sua maturazione letteraria, tanto da poter essere considerata «una parte integrante del canone di Pavese stesso». Prefazione di Enrico Terrinoni.
Ulisse
James Joyce
Libro: Libro in brossura
editore: La nave di Teseo
anno edizione: 2020
pagine: 1056
"È il 16 giugno del 1904, Stephen Dedalus e Leopold Bloom vivono entrambi a Dublino. Diversi dalla gente che li circonda, si distinguono perché sono, ciascuno secondo le proprie capacità, due avventurieri dell’intelletto – Dedalus, il poeta e filosofo, capace di belle immagini e astruse speculazioni e Bloom, procacciatore di pubblicità, dai mezzi più rudimentali. Alla sera, Bloom e Dedalus finiscono nella stessa lite tra ubriachi e Dedalus viene messo ko da un soldato inglese. Si chiarisce così il loro rapporto. Bloom pensa malinconicamente che Stephen rappresenti quello che suo figlio avrebbe dovuto essere e Stephen, che disprezza il proprio genitore – un amabile perdigiorno –, trova una sorta di padre spirituale in questo simpatico ebreo, che, per quanto mediocre, possiede almeno la dignità dell’intelligenza. Non sono forse, in virtù del fatto che pensano e immaginano, due fuorilegge nel loro mondo? Raccontata nel modo più diretto possibile, questa è la storia dell’Ulisse.” (Edmund Wilson, New Republic, 5 luglio 1922)
I morti. Testo inglese a fronte
James Joyce
Libro: Copertina morbida
editore: Marsilio
anno edizione: 2012
pagine: 177
Racconto conclusivo e momento epifanico della raccolta "Gente di Dublino", "I morti" è divenuto un "objet de eulte" a sé stante della narrativa breve novecentesca. Come nei quattordici racconti che lo precedono, è Dublino la veta protagonista, impietosamente e dolorosamente rappresentata nella paralisi culturale e motale dei suoi abitanti e nella fissità claustrofobica dei suoi rituali, dei suoi ideali e dei suoi simboli asfittici. Ed è appunto il più simbolico dei rituali - la tradizionale festa natalizia delle signorine Motkan - che fa da cornice al racconto: una "natura morta" splendidamente dipinta nel dettagliato resoconto degli arrivi e partenze, nell'inventario minuzioso di cibi e bevande, nell'annuncio gridato delle figute della quadriglia e nelle ridondanti formule di benvenuto e commiato che aprono e chiudono la festa. Officiante supremo del rito è Gabriel Conroy, maschera di Joyce, che si muove insofferente e impacciato tra sussiego e disagio, autocompiacimento e insicurezza, alla ricerca di conferme di una identità traballante sul vuoto vertiginoso della propria paralisi e del proprio fallimento interiote. Fino allo struggente e ambiguo finale, quando percepisce nel turbamento improvviso e nella distanza di sua moglie Gretta la presenza di un fantasma del passato e di una frattura tra loro, sempre esistita sotto la superficie dotata del grande amore e della famiglia felice. È il momento di una dolorosa agnizione, e dell'incontro con i morti, i morti che tornano a minacciare il presente...
Ulisse
James Joyce
Libro: Libro rilegato
editore: Newton Compton Editori
anno edizione: 2015
pagine: 864
Il romanzo è la cronaca di un giorno reale, un inno alla cultura e alla saggezza popolare, e il canto di un'umanità rinnovata. L'intera vicenda si svolge in meno di ventiquattro ore, tra i primi bagliori del mattino del giorno 16 giugno 1904 - data in cui Joyce incontra Nora Barnacle, la futura compagna di una vita, che nel tardo pomeriggio dello stesso giorno lo farà "diventare uomo" - fino alle prime ore della notte della giornata seguente. Il protagonista principale, l'ebreo irlandese Leopold Bloom, non è un eroe o un antieroe, ma semplicemente un uomo tollerante, di larghe vedute e grande umanità, sempre attento verso il più debole e il diverso, e capace di cortesia anche nei confronti di chi queste doti non userà con lui. Gli altri protagonisti sono il giovane intellettuale, brillante ma frustrato dalla vita e dalle forze politiche e religiose che lo costringono, Stephen Dedalus - già personaggio principale del libro precedente di Joyce, "Dedalus. Un ritratto dell'artista da giovane" - e Molly Bloom, la moglie dell'ebreo, vera e propria regina del romanzo. "Ulisse" è un romanzo della mente: i suoi monologhi interiori e il flusso di coscienza sono una vera e propria versione moderna dei soliloqui amletici. Si insinuano gradualmente nelle trame dell'opera, fino a dissolvere ogni limite tra narrazione realistico-naturalista e impressione grafica del pensiero vagante.
Musica da camera
James Joyce
Libro: Libro in brossura
editore: Passigli
anno edizione: 2019
pagine: 96
Apparsa nel 1907, la raccolta Musica da camera comprende trentasei poesie scritte tra il 1901 e il 1904, tutte di ispirazione amorosa, e trovò subito un'ottima accoglienza da parte di critici e scrittori come Ezra Pound, che ne apprezzò l'eleganza e il temperamento delicato, e William Butler Yeats, che scrisse: «Penso che il signor Joyce abbia grandissime qualità. C'è una poesia nell'ultima pagina del suo Chamber Music che... è un capolavoro di tecnica ed emozioni». Tuttavia Joyce non ne era del tutto soddisfatto: ne apprezzava soprattutto la grazia musicale, tanto da parlare espressamente di canzoni per queste sue poesie e da augurarsi che almeno alcune venissero messe in musica, «quella vecchia musica inglese che piace a me». Eppure questo suo libro d'esordio, che per lingua, prosodia e temi richiama direttamente la copiosa lirica elisabettiana, se da un lato rappresenta l'omaggio di uno scrittore ventenne a tutta una tradizione lirica, dall'altro si pone come primo, fondamentale tassello di un'inesausta ricerca espressiva che già in quegli anni lo vedeva all'opera sui racconti di "Gente di Dublino"; basti pensare che il 1907 è anche la data del più famoso di questi racconti, "I morti", apparso recentemente in questa stessa collana.
Finnegans Wake. Testo inglese a fronte. Volume Vol. 3-4
James Joyce
Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori
anno edizione: 2019
pagine: LXXII-686
"Libro della notte", prosecuzione del viaggio nell'animo umano iniziato con quel "libro del giorno" che è l'Ulisse, Finnegans Wake è una «suprema sintesi verbale del Creato» costruita attingendo a più di quaranta lingue. La sua traduzione è dunque una ininterrotta sfida, che questo sesto volume porta all'infinita fine, smentendone la presunta "intraducibilità". Negli ultimi capitoli il gigante Haun-Yawn è sottoposto a interrogatorio da Quattro inquisitori; rispondendo con molteplici voci si trasforma in HCE, padre universale ma anche voce ancestrale della storia d'Irlanda. Alle prime luci dell'alba ALP, il fiume di Dublino Anna Liffey, e moglie di HCE, lascia il suo letto per andare a morire nel padre-mare: la sua morte apparente è preludio di una rinascita che porta in sé il germe della resurrezione e dell'insurrezione.
A portrait of the artist as a young man
James Joyce
Libro: Libro in brossura
editore: StreetLib
anno edizione: 2018
A Portrait of the Artist as a Young Man by James Joyce is a classic novel that has been loved by many for generations. This is a modern brand new print edition of a timeless classic.
I dublinesi
James Joyce
Libro: Libro rilegato
editore: Bompiani
anno edizione: 2018
pagine: 288
Questa raccolta di quindici racconti pubblicata nel 1914 è uno sguardo poliedrico sulla vita dell'uomo attraverso le tappe principali: l'infanzia, l'adolescenza, la maturità, la vecchiaia, la morte. Dublino è più che semplice cornice e ambientazione per i fatti raccontati: le sue birrerie fumose, i quartieri malfamati e il vento freddo che spazza le strade sono protagonisti alla pari dei bizzarri abitanti a cui la penna di James Joyce dà voce. Le storie raccontate dall'autore venticinquenne sono una prova di scrittura realistica superba: una potente esplorazione di miserie, paure, fughe e paralisi di gente comune e per nulla eroica che diventa una celebrazione della vita nelle sue molteplici forme.
I capolavori: Ulisse-Gente di Dublino-Ritratto dell'artista da giovane-Poesie
James Joyce
Libro: Libro rilegato
editore: Newton Compton Editori
anno edizione: 2017
pagine: 1047
Dalle poesie giovanili al capolavoro della maturità, questa raccolta consente di seguire l'evoluzione stilistica di James Joyce e insieme di apprezzare il costante ritorno e il riverberare di certi temi. I quindici racconti che compongono "Gente di Dublino", primo grande esito narrativo di Joyce e sono lo specchio di un'Irlanda avvilita, frustrata, delusa: prigionieri della noia, dell'angoscia, dell'atrofia dilagante, aridi e accidiosi i protagonisti di queste storie apparentemente banali, tentano invano di fuggire da una patetica, disperata immobilità. Il "Ritratto dell'artista da giovane" è la storia dell'educazione intellettuale di una mente creativa: Joyce racconta, in uno stile mirabile per inventiva e fantasia, la formazione di Stephen Dedalus, il suo alter ego, dall'infanzia nel collegio gesuita alla scoperta della vocazione per l'Arte. L'"Ulisse", infine, opera unica nella letteratura contemporanea: è la cronaca di una giornata reale, dai primi bagliori del mattino del 16 giugno 1904 fino alle prime ore della notte del giorno seguente, è un inno alla cultura e alla saggezza popolare, e il canto di un'umanità rinnovata. Al centro non vi è un eroe o un antieroe, ma semplicemente un uomo di larghe vedute e grande umanità: Leopold Bloom. Chiudono il volume i versi della raccolta "Musica da camera", che con accenti ora teneri e appassionati ora maliziosi e satirici illustra una storia d'amore, dall'idillio dei primi turbamenti a un finale amaro; di "Il Santo Uffizio" e di "Becco a gas".
Gente di Dublino
James Joyce
Libro: Libro in brossura
editore: Garzanti
anno edizione: 2017
pagine: XXX-256
Tra il 1904 e il 1905, mentre è in esilio volontario sul continente, Joyce scrive i quindici racconti di “Gente di Dublino” che, pubblicati in raccolta nel 1914, lo riveleranno per la prima volta al pubblico dei critici e dei lettori come giovane narratore di talento. Con una sensibilità e un'eleganza che sono già quelle di un grande scrittore, egli indaga partecipe le esistenze della gente d'Irlanda sullo sfondo di una Dublino "cara e sporca", tragica e fatale nel suo immobilismo stagnante che soffoca ogni desiderio generando solitudine e frustrazioni. Sono storie appena sussurrate, senza inizio e senza fine, senza eroi né intreccio, dove ogni personaggio porta il contributo della propria unicità all'affresco corale. Ma questo mondo piccolo-borghese rappresentato con tratti realistici è anche un microcosmo simbolico costruito per epifanie, come magistralmente testimonia il celeberrimo racconto di chiusura, ‘I morti’, emblematico dramma di un fragile matrimonio vissuto all'ombra di un malinconico segreto.