Libri di James Owen Weatherall
L'era della disinformazione. Come si diffondono le false credenze
Cailin O'Connor, James Owen Weatherall
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2019
pagine: 280
Perché dovrebbe importarci di avere credenze vere? E perché credenze che si sono dimostrate false resistono e si diffondono nonostante le conseguenze negative, anche fatali, che hanno per le persone che le adottano? I filosofi della scienza Cailin O’Connor e James Weatherall sostengono che, più che la psicologia individuale, per comprendere la diffusione e la persistenza delle false credenze siano essenziali i fattori sociali. Sembrerebbe esserci un motivo ovvio per cui le credenze vere contano: quelle false ci danneggiano. Ma se le cose stanno in questo modo, perché allora per molte persone è (apparentemente) irrilevante credere o meno nelle cose vere? Questo libro, scritto per un’epoca politica contrassegnata da “fake news”, “fatti alternativi” e dispute sulla validità di qualunque questione, dal cambiamento climatico al numero di persone che hanno partecipato a un evento, mostra in maniera convincente che ciò in cui si crede dipende da ciò che si sa. Se sono le forze sociali la ragione dietro alla persistenza delle false credenze, per contrastare efficacemente la disinformazione dobbiamo comprendere come esse operano.
La fisica del nulla. La strana storia dello spazio vuoto
James Owen Weatherall
Libro: Libro rilegato
editore: Bollati Boringhieri
anno edizione: 2017
pagine: 186
«Perché esiste qualcosa anziché il nulla?» Questa antica domanda, ripresa molte volte nel corso della storia da tanti filosofi e pensatori, ci impone di meditare su quella che sembra essere in assoluto la più profonda di tutte le questioni, la distinzione tra essere e non-essere, tra ciò che esiste e il nulla, il punto da cui tutto il resto deriva. Nelle mani di un fisico, però, la domanda assume un valore del tutto inaspettato, come si vede leggendo questo coinvolgente, intenso e breve libro. Per Newton e la sua legge della gravitazione universale era necessario che esistesse a priori uno «spazio», un palcoscenico dentro il quale si potesse sviluppare il dramma della materia e delle sue leggi. Questo spazio era di per sé teoricamente «vuoto» e veniva occupato dai corpi fisici, che vi subivano «forze» precise. Proprio su questo ci fu un famoso e lungo contenzioso tra lui e Leibniz, e da quella polemica nacquero i primi problemi - filosofici e fisici, a un tempo - sul concetto stesso di spazio. Con Maxwell, anni dopo, le cose si fecero ancora più problematiche, dal momento che la nascita del campo elettromagnetico riempiva lo spazio «vuoto» di «qualcosa». Qualcosa che non era l'etere, come inizialmente qualcuno aveva proposto. Le cose peggiorarono radicalmente con Einstein e il suo spazio-tempo curvo, nel quale la trama stessa della realtà si deforma in relazione alle masse presenti; ed è difficile curvare qualcosa che non c'è. Il colpo di grazia all'idea stessa di vuoto lo ha dato infine la meccanica quantistica, specie con la teoria quantistica dei campi, nella quale il vuoto diventa in effetti un luogo piuttosto vivace. Per quanto strano possa sembrare, insomma, il «nulla» è «qualcosa».
La fisica del nulla. La strana storia dello spazio vuoto
James Owen Weatherall
Libro: Libro in brossura
editore: Bollati Boringhieri
anno edizione: 2025
pagine: 192
«Perché esiste qualcosa anziché il nulla?» Sollevata a più riprese dai filosofi nel corso della storia, questa domanda assume un valore del tutto inaspettato nelle mani di un fisico. Per Newton, per esempio, era necessario che esistesse uno «spazio», un palcoscenico in cui potesse svolgersi il «dramma» della materia e delle sue leggi: questo spazio era teoricamente «vuoto» e veniva occupato dai corpi fisici, che vi subivano «forze» precise. Attorno a questo nacque un lungo e famoso contenzioso con Leibniz, e i primi problemi – filosofici e fisici – sul concetto di spazio. Con Maxwell le cose si fecero ancora più problematiche, dal momento che la nascita del campo elettromagnetico riempiva lo spazio «vuoto» di «qualcosa» la cui natura non era chiara, e peggiorarono radicalmente con Einstein e il suo spazio-tempo curvo, che per potersi curvare doveva pur essere qualcosa. Il colpo di grazia all'idea di vuoto lo diede infine la meccanica quantistica. Per quanto strano possa sembrare, insomma, il «nulla» è «qualcosa», come mostra questo libro splendido e coinvolgente nel rispondere dal punto di vista della fisica alla più profonda di tutte le questioni: la distinzione tra essere e non-essere, tra ciò che esiste e il nulla.