Libri di Juan P. Villalobos
Se vivessimo in un paese normale
Juan P. Villalobos
Libro: Copertina morbida
editore: gran via
anno edizione: 2014
pagine: 125
Lagos de Moreno, Messico, fine anni Ottanta: in una catapecchia alla periferia del paese vivono il tredicenne Oreste e la sua scombinata famiglia. Il padre, professore di educazione civica, predica le virtù elleniche e si esercita ogni sera nell'arte dell'insulto ai politici, mentre la madre sforna quesadillas a ciclo continuo nel tentativo di sfamare la numerosa prole, "esseri semirrazionali oscillanti tra i quindici anni di Aristotele, il maggiore, e i cinque dei finti gemelli, Castore e Polluce". Un giorno, Oreste diviene testimone della rivolta che paralizza il suo paese dopo l'ennesima frode elettorale. Nel caos Castore e Polluce scompaiono, spingendo così Oreste e Aristotele ad allontanarsi anch'essi per cercare i finti gemelli. È l'inizio di un'avventura picaresca che porterà Oreste a imbattersi in processioni di pellegrini e in un politico che lo educherà alla seducente arte della menzogna, un percorso visionario al termine del quale il nostro piccolo eroe imparerà qualcosa sulla lotta di classe, la realtà e il potere della fantasia. Racconto lucido ed esuberante, che ricalca, in chiave surreale, la struttura di una tragedia greca, "Se vivessimo in un paese normale" è una critica alla società messicana che diventa parabola universale e che suggerisce uno spazio di ribellione all'assurdità del presente.
Il bambino che collezionava parole
Juan P. Villalobos
Libro: Copertina morbida
editore: Einaudi
anno edizione: 2012
pagine: 78
Tochtli è un bambino sveglio per la sua età. Tochtli è triste. Vive rinchiuso in un palazzo lussuoso che però non sembra neanche un palazzo, perché è troppo sporco e trasandato. Non può uscire di casa. Non ha una madre, solo uno stravagante istitutore e un padre: Yolcaut, re del narcotraffico messicano. Per ingannare il tempo, e per avere una vita veramente sua, colleziona di tutto: parole difficili, cappelli, animali in via di estinzione, tra cui il mitico ippopotamo nano della Liberia. E conta: le ore che passano, la gente che muore. Quasi tutta, per mano di suo padre e dei suoi aiutanti.