Libri di L. M. Michetti
DeVoti Etruschi. La riscoperta della raccolta di Veio del Museo Civico di Modena
Libro: Copertina morbida
editore: All'Insegna del Giglio
anno edizione: 2022
pagine: 128
La mostra DeVoti Etruschi è il risultato del terzo progetto di riscoperta delle raccolte archeologiche ottocentesche del Museo conservate nei depositi, dopo Storie d'Egitto e Primordi. L'esposizione mette in scena dei volti degli offerenti, i devoti Etruschi, rappresentati da oltre 50 teste che circondano una grande statua, e osservano il visitatore da un pannello incorniciato nel calco del portale dell'abbazia di Nonantola, quasi a evocare un luogo denso di spiritualità e nello stesso tempo la funzione di accoglienza di ex-voto che le chiese tuttora esercitano. Il video mapping che accompagna l'installazione fa rivivere le teste in terracotta illuminandole con i colori originali individuati grazie alle analisi eseguite dal Laboratorio DI.AR con le più avanzate tecniche multispettrali e conferisce all'insieme dei volti l'aspetto che dovevano avere all'epoca della deposizione. La suggestione è rafforzata da un'installazione sonora che richiama con lievi sussurri le dediche rivolte alle divinità in lingua etrusca e latina.
Scienze dell'antichità 21-1-2015. Le lamine d'oro a cinquant'anni dalla scoperta. Dati archeologici su Pyrgi nell'epoca di Thefarie Velianas...
Libro: Copertina morbida
editore: Quasar
anno edizione: 2015
pagine: 264
Scienze dell'antichità 21.1-2015. Ricerche del Dipartimento
Libro: Copertina morbida
editore: Quasar
anno edizione: 2015
pagine: 318
Il santuario di Montetosto sulla via Caere-Pyrgi
Libro: Libro in brossura
editore: Officina
anno edizione: 2015
pagine: 227
La località Montetosto si trova a 4 km a ovest di Caere, sulla strada che collegava la città con il suo porto principale, Pyrgi. Sino al 1962 la località era nota solamente per il grande tumulo, di 60 m di diametro, scavato da Raniero Mengarelli (1924-1929). Lo scavo dell'area fu portato avanti in tre campagne (1965, 1967 e 1969) sotto la direzione di Giovanni Colonna e la supervisione di Francesca Melis. Lo scopo principale era quello di comprendere la planimetria del complesso, la cui monumentalità era apparsa subito evidente, a giudicare dalla poderosità delle strutture conservate e dal consistente nucleo di terrecotte architettoniche. Dopo le prime incertezze in merito all'interpretazione delle strutture, la pianta quadrata di 54 m di lato, composta da una serie di ambienti disposti attorno a un cortile centrale, attirò immediatamente l'attenzione degli studiosi per le analogie con strutture coeve, quali quelle di Murlo e di Acquarossa, e il complesso fu messo in rapporto da G. Colonna con il culto funerario praticato dagli abitanti di Caere ancora al tempo di Erodoto per espiare la colpa della lapidazione dei Focei catturati intorno al 540-535 a.C. nelle acque del "Mare Sardonio", all'indomani della battaglia di Alalia. Nonostante il forte interesse per il contesto, i materiali scoperti sono rimasti finora sostanzialmente inediti.