Libri di M. Franzinelli
Giornale di guerra. 1915-1917
Benito Mussolini
Libro: Copertina morbida
editore: LEG Edizioni
anno edizione: 2019
pagine: 217
Questa edizione del Giornale di guerra 1915-1917 propone il testo in un'accurata edizione critica, raffrontando le puntate originariamente uscite su "Il Popolo d'Italia" nel dicembre 1915 - febbraio 1917 col volume pubblicato nel 1923 dall'editrice Imperia (appartenente al Partito nazionale fascista). Le cronache del fronte sono integrate dalla trascrizione di stralci epistolari, che s'intrecciano proficuamente con taccuini mussoliniani e ne colmano i vuoti cronologici. Il fitto apparato critico e la postfazione di Mimmo Franzinelli forniscono importanti elementi conoscitivi e interpretativi al Giornale di Guerra e al suo autore, che dell'esperienza bellica fornì versioni suggestive ma non sempre fedeli alla cruda realtà della guerra. Il volume è corredato da una ricca documentazione fotografica per lo più inedita o riscoperta.
Io e il duce
Indro Montanelli
Libro: Copertina morbida
editore: Rizzoli
anno edizione: 2019
pagine: 320
Il 9 febbraio 1944 il "Corriere della Sera" diede la notizia dell'arresto di Indro Montanelli, accusato di avere scritto articoli diffamanti sul regime fascista, che in quel momento si trovava sul punto di raggiungere il gruppo partigiano guidato da Filippo Beltrami. Incarcerato insieme alla moglie Maggie a San Vittore, a Milano, il 14 agosto riuscì a fuggire in Svizzera. In realtà, Montanelli aveva preso le distanze dal regime fascista sin dal 1938, quando aveva rinunciato alla tessera del partito e ne aveva pagato le conseguenze con l'impossibilità di fare il giornalista in Italia, e quella che inizialmente era una divergenza politica e personale si era sempre più approfondita, sino a trasformarsi nella decisione di combattere attivamente contro il regime e gli occupanti tedeschi. Nel dopoguerra e fino alla sua morte Montanelli è ritornato spesso sulla figura del Duce e sulla storia del ventennio, contribuendo a disegnare nell'immaginario degli italiani l'immagine di un Mussolini perfetto "italiano medio", con tutti i vizi e le poche virtù che il giornalista attribuiva ai suoi connazionali, e che spesso "più che a dominare gli avvenimenti, badava a restarne a galla, lasciandosene portare". Raccontando il Duce, quindi, Montanelli elabora una storia del fascismo che, oltre a essere fedelmente documentata grazie alla sua partecipazione diretta e alla professione di giornalista, dà conto anche di altri elementi che sfuggono all'osservazione storica: il rapporto tra Mussolini e gli italiani - soprattutto quelli della sua generazione -; l'infatuazione del Paese per il suo dittatore e, dopo la fine della Seconda guerra mondiale, la delusione e i dubbi mai sopiti di coloro che sopravvissero e si posero il problema di spiegare ai giovani le ragioni di quanto accaduto.
Io e il duce
Indro Montanelli
Libro: Copertina rigida
editore: Rizzoli
anno edizione: 2018
pagine: 316
Il 9 febbraio 1944 il "Corriere della Sera" diede la notizia dell'arresto di Indro Montanelli, accusato di avere scritto articoli diffamanti sul regime fascista, che in quel momento si trovava sul punto di raggiungere il gruppo partigiano guidato da Filippo Beltrami. Incarcerato insieme alla moglie Maggie a San Vittore, a Milano, il 14 agosto riuscì a fuggire in Svizzera. In realtà, Montanelli aveva preso le distanze dal regime fascista sin dal 1938, quando aveva rinunciato alla tessera del partito e ne aveva pagato le conseguenze con l'impossibilità di fare il giornalista in Italia, e quella che inizialmente era una divergenza politica e personale si era sempre più approfondita, sino a trasformarsi nella decisione di combattere attivamente contro il regime e gli occupanti tedeschi. Nel dopoguerra e fino alla sua morte Montanelli è ritornato spesso sulla figura del Duce e sulla storia del ventennio, contribuendo a disegnare nell'immaginario degli italiani l'immagine di un Mussolini perfetto "italiano medio", con tutti i vizi e le poche virtù che il giornalista attribuiva ai suoi connazionali, e che spesso "più che a dominare gli avvenimenti, badava a restarne a galla, lasciandosene portare". Raccontando il Duce, quindi, Montanelli elabora una storia del fascismo che, oltre a essere fedelmente documentata grazie alla sua partecipazione diretta e alla professione di giornalista, dà conto anche di altri elementi che sfuggono all'osservazione storica: il rapporto tra Mussolini e gli italiani - soprattutto quelli della sua generazione -; l'infatuazione del Paese per il suo dittatore e, dopo la fine della Seconda guerra mondiale, la delusione e i dubbi mai sopiti di coloro che sopravvissero e si posero il problema di spiegare ai giovani le ragioni di quanto accaduto.
Giornale di guerra. 1915-1917
Benito Mussolini
Libro: Copertina morbida
editore: LEG Edizioni
anno edizione: 2016
pagine: 160
Questa edizione del "Giornale di guerra 1915-1917" ne propone per la prima volta il testo in un'accurata edizione critica, raffrontando le puntate originariamente uscite su "II Popolo d'Italia" nel dicembre 1915-febbraio 1917 col volume pubblicato nel 1923 dall'editrice Imperia (appartenente al Partito nazionale fascista). Le cronache dal fronte sono integrate dalla trascrizione di stralci epistolari, che s'intrecciano proficuamente con i taccuini mussoliniani e ne colmano i vuoti cronologici. II fitto apparato critico e la Postfazione di Mimmo Franzinelli forniscono importanti elementi conoscitivi e interpretativi al "Giornale di guerra" e al suo autore, che dell'esperienza bellica fornì versioni suggestive ma non sempre fedeli alla cruda realtà della guerra. II volume è corredato da una ricca documentazione fotografica per lo più inedita o riscoperta.
Il riformismo alla prova. Il primo governo Moro nei documenti e nelle parole dei protagonisti (ottobre 1963-agosto 1964)
Libro: Libro rilegato
editore: Feltrinelli
anno edizione: 2013
pagine: 752
Quando nel novembre 1963 nacque il primo governo di "centrosinistra organico" presieduto da Aldo Moro, il primo esecutivo a partecipazione socialista dal maggio 1947, pochi ebbero consapevolezza della drammaticità del contesto e del rischio che il "tintinnio delle sciabole" avrebbe potuto porre fine a questa esperienza. Il governo di Aldo Moro e di Pietro Nenni opera in otto mesi tra ambiziosi progetti riformisti e insidiose resistenze sotterranee, nella prima recessione economico-finanziaria del dopoguerra. Stati Uniti e Vaticano sostengono l'alleanza della Democrazia cristiana con i socialisti, i socialdemocratici e i repubblicani, ritenuta lo strumento migliore per isolare il Partito comunista e la CGIL. Il presidente della Repubblica Antonio Segni, ostile a quell'esperimento di governo, persegue un proprio disegno neocentrista, che si avvale del Piano Solo del generale de Lorenzo. Il governo di centrosinistra precipita verso il collasso e cade sul finanziamento della scuola privata, sostenuto in parlamento dalla sola Democrazia cristiana. A mezzo secolo di distanza è possibile ricostruire la storia di questo esecutivo e dei rischi corsi dalla democrazia italiana. Il volume - con un saggio introduttivo di Mimmo Franzinelli e Alessandro Giacone - propone in ordine cronologico un corpus di documenti in gran parte inediti conservati in archivi pubblici e privati, italiani e stranieri. La prima esperienza del centrosinistra organico annuncia temi tuttora al centro del dibattito.
Oltre la guerra fredda. L'Italia del «Ponte» (1948-1953)
Libro: Libro in brossura
editore: Laterza
anno edizione: 2010
pagine: 378
Nei sei anni compresi tra il trionfo degasperiano del 18 aprile 1948 e la sconfitta della 'legge truffa' del giugno 1953, Piero Calamandrei intensifica il suo impegno nel mensile "Il Ponte", riferimento culturale laico e terzaforzista alternativo sia alla Democrazia Cristiana sia al blocco social-comunista. La rivista vive la sua più densa stagione di studi su temi quali il federalismo europeo, le identità regionali, la riforma dello Stato, l'ammodernamento della giustizia, la questione femminile, la funzione dell'intellettuale, l'opposizione alla clericalizzazione delle istituzioni, le campagne contro la pena di morte e per il riconoscimento dell'obiezione di coscienza al servizio militare. Il volume - articolato nelle sezioni Politica, Società e Cultura - fornisce un panorama significativo dell"altra Italia, delle potenzialità progettuali e della tensione morale di una generazione di intellettuali progressisti impegnata nel rafforzamento della democrazia. È un'essenziale antologia che, oltre agli scritti di Piero Calamandrei, include i più significativi contributi di intellettuali del calibro di Aldo Capitini, Riccardo Bauer, Norberto Bobbio, Guido Calogero, Nicola Chiaromonte, Luigi Einaudi, Vittorio Foa, Franco Fortini, Arturo Carlo Jemolo, Augusto Monti, Adriano Olivetti, Ernesto Rossi, Gaetano Salvemini, Ignazio Silone, Leo Valiani, Ruggero Zangrandi. Il saggio introduttivo di Mimmo Franzinelli ricostruisce il metodo di lavoro di Piero Calamandrei.
Epistolario 1943-1967. Dal Partito d'Azione al centro-sinistra
Ernesto Rossi
Libro: Libro rilegato
editore: Laterza
anno edizione: 2007
pagine: XXVI-554
Bobbio, Calamandrei, Einaudi, Galante Garrone, Olivetti, Parri, Salvemini, Scalfari, Silone, Spinelli e molti altri. Sono loro i destinatari delle lettere, qui raccolte, di Ernesto Rossi, tra gli intellettuali impegnati nella fondazione della democrazia italiana alla fine del fascismo. Con immediatezza, franchezza di giudizio e libertà di espressione, Ernesto Rossi discute con i suoi interlocutori, maestri e amici di impegno civile e culturale, delle speranze di una società italiana senza più guerre né nazionalismi, di federalismo, di ricerca di un'alternativa laica ai modelli democristiano e comunista. Lironia, l'irriverenza per i "padroni del vapore" e per i politici di lungo corso punteggiano il profilo di un intellettuale che non fa sconti a nessuno, neanche a se stesso.
Settimo: non rubare
Ernesto Rossi
Libro: Libro in brossura
editore: Kaos
anno edizione: 2002
pagine: 512
Il fascismo. Origini e sviluppo
Ignazio Silone
Libro
editore: Mondadori
anno edizione: 2002
pagine: 310
Tra la fine degli anni Venti e l'inizio dei Trenta Ignazio Silone, esule politico in Svizzera, iniziò a stendere un'organica monografia sul fascismo. Pubblicata originariamente in tedesco a Zurigo, l'opera vede la luce soltanto ora nella lingua in cui fu pensata, in un'edizione critica curata dallo storico Mimmo Franzinelli che, nel saggio introduttivo, ricostruisce la genesi del testo siloniano e l'impatto che ebbe sulla comunità dei fuoriusciti italiani.

