Libri di Maria Elisa Tittoni
Poesia della natura. Acquerelli di Onorato Carlandi
Libro: Libro in brossura
editore: Gangemi Editore
anno edizione: 2011
pagine: 80
"Idealista, patriota, riformatore, Onorato Carlandi, artista dalla forte vocazione, diede un importante impulso alla vita culturale romana dei primi decenni del Novecento, valorizzando la pittura di paesaggio, con l'intento di illustrare la "poesia della natura", come sottolinea il titolo della mostra e del catalogo. È grazie a lui, prima tra i fondatori della Società degli Acquarellisti e poi del gruppo dei XXV della Campagna Romana, che sono giunte fino a noi molte immagini di una città perduta. Sguardo e pennello di Carlandi, infatti, hanno sempre guardato lontano, guidati da un vivace spirito di innovazione e dalla ferma convinzione della necessità di liberare la pittura da pesanti e rigidi schematismi. La mostra e il catalogo raccontano la seduzione che il paesaggio esercitò sull'artista, ponendo in ideale dialogo gli acquerelli del periodo inglese, quando Carlandi si recò a Londra dove si fece conquistare dal romanticismo pittorico di Constable e Turner, e alcune vedute romane, più mature, simbolo del suo amore per la città." (Dino Gasperini, Assessore alle Politiche Culturali e Centro Storico)
Il Risorgimento a colori. Pittori, patrioti e patrioti pittori nella Roma del XIX secolo
Libro: Libro in brossura
editore: Gangemi Editore
anno edizione: 2010
pagine: 256
Un artista a tal punto coinvolto dalla temperie della sua epoca da farsi e farne opera: quest'immagine nitidamente romantica ben descrive il senso di una mostra che celebra la presa di Roma. I nomi e le vicende dei pittori in esposizione oltrepassano del resto il puro dato critico: gli episodi risorgimentali saranno temi ricorrenti nel lavoro del messinese Dario Querci; di Michelangelo Pacetti conosciamo il suo legame d'amicizia con Massimo D'Azeglio; quanto a Ippolito Caffi, egli pagò con la prigionia il sospetto di amicizie troppo liberali; il londinese George Housman Thomas era di stanza a Roma proprio nei giorni caldi della Repubblica e la sua arte ne fu testimone; Girolamo Induno si arruolò a sua volta volontario a difesa di Roma, si battè e dipinse e le due attività finirono per confondersi; il fratello Domenico dovette fuggire in Svizzera dopo i moti milanesi; Michele Cammarano e Onorato Carlandi si arruolarono agli ordini del Generale Garibaldi; Carlo Ademollo, di ascendenze liberali, documentò i momenti salienti del nostro Risorgimento; la vita di Gioacchino Toma coincise con quella di un patriota perseguitato dall'oppressore. In "Il Risorgimento a colori" domina insomma il colore della libertà, quasi a racchiudere in sé tutte le tonalità possibili di un'arte che, allora, dipinse la nascente storia d'Italia, illustrandone l'eroismo, l'estremo atto di sacrificio, la speranza di una nazione unita e liberata.
Pio Pullini e Roma. Venticinque anni di storia illustrata. 1920-1945
Libro
editore: Gangemi Editore
anno edizione: 2010
pagine: 112
La Roma di Achille Pinelli. Acquerelli 1832-1835
Libro: Libro in brossura
editore: Gangemi Editore
anno edizione: 2008
pagine: 48
Figlio del più noto Bartolomeo, Achille Pinelli nasce a Roma nel 1809 e muore a Napoli nel 1841. Il pittore realizza tra il 1832 e il 1835 una serie di circa duecento acquerelli, tutti conservati presso le raccolte del Museo di Roma, dedicati alla rappresentazione delle chiese della città con in primo piano episodi desunti dalla vita quotidiana di popolani e borghesi. In queste vedute vengono riprodotti molti edifici oggi non più esistenti e pur con qualche imprecisione e ingenuità, forniscono una preziosa testimonianza di angoli della città scomparsi o radicalmente mutati nel corso del tempo. Le vivaci scene che animano le vedute evocano invece lo stile di Bartolomeo, come nel caso dell'acquerello ambientato nei pressi della chiesa di Santa Maria della Scala, che presenta in primo piano la festa dei montanari abruzzesi culminante con il "ballo dell'orso" o la festa delle fragole che si teneva nella piazza antistante il Pantheon il 13 giugno, festa di sant'Antonio, quando una piccola statua del santo, in un tabernacolo adorno di fragole e foglie, veniva portata in corteo per le vie della città. Sono inoltre esposte in mostra, in omaggio allo stile del padre Bartolomeo, scene che illustrano la pittoresca vita romana dell'epoca tratte dalle più note incisioni realizzate da quest'ultimo quali: La bottega del ciabattino La Carrettella delle ottobrate, in cui Achille Pinelli illustra il ritorno da una scampagnata di "minenti" romane, ovvero di giovani popolane eminenti per ingegno e vivacità.
Tre progetti realizzati a Roma tra innovazione tecnologica e comfort ambientale
Piercarlo Crachi, Maria Elisa Tittoni, Eugenio La Rocca
Libro: Libro in brossura
editore: Gangemi Editore
anno edizione: 2008
pagine: 160
Abu Ghraib. Abuso di potere. Susan Crile. Lavori su carta-Abu Ghraib. Abuse of power. Susan Crile. Works on paper. Catalogo della mostra
Libro: Libro in brossura
editore: Gangemi Editore
anno edizione: 2007
pagine: 80
Susan Crile si era già imbattuta, nel suo percorso artistico, con le conseguenze della guerra: i suoi apocalittici fires of war, realizzati dopo un viaggio di dieci giorni nelle zone del conflitto iracheno del 1991, restituivano panorami infuocati e sterili, allucinati, senza senso. Questa volta l'insopportabile disgusto svelato al mondo intero dalle immagini dell'inferno di Abu Ghraib. Un uso sapiente del gesso, dei diafani bianchi per le vittime, di colori saturi e opachi per i carnefici, con quell'essenzialità e maestria del segno, con quei monocromi dai contrasti drammaticamente eloquenti. E potentemente capaci di evocare una partecipazione emotiva profonda, nel ritrovare in quei dipinti le foto di Abu Ghraib. Susan Crile penetra nel cuore di uno dei più famosi dark-sites, prigioni segrete destinate agli interrogatori dei presunti terroristi (uomini, donne, perfino bambini). Luoghi dove il diritto è sospeso, i prigionieri ridotti a corpi alla mercé di un potere assoluto. Le foto sono documenti, sono prove e sono state scattate per dimostrare la sopraffazione e la violenza come valori positivi, l'umiliazione della vittima come segno di vittoria. Ma l'autrice ne ribalta completamente il senso: restituisce umanità, identità e spessore ai corpi nudi e tormentati delle vittime. Sottolinea la greve stoltezza del carnefice pieno di orpelli - guanti, scarponi, tute mimetiche - e privo di volto.
Napoleone entra a New York. Chaim Koppelman e l'Imperatore. Opere 1957-2007. Ediz. italiana e inglese
Libro: Libro rilegato
editore: Gangemi Editore
anno edizione: 2011
pagine: 80
Aveva nove anni Chaim Koppelman quando, per la prima volta, tratteggiò il profilo di Napoleone sul suo libro di geografia. Non un ritratto voluto, né ricercato, semplicemente il disegno di un bambino - talentuoso - che ferma sulla carta ciò che lo incuriosisce o colpisce, senza porsi troppe domande. Quell'appunto distratto è rimasto lì, apparentemente dimenticato, nella frenesia di una vita, anche artistica, che aveva velocemente cominciato a delineare il suo corso. Come tutte le passioni, però, quel profilo, nel tempo, ha fatto maturare sotterranee riflessioni, portando poi alla luce e nell'arte di Koppelman nuovi stimoli e lavori. E perfino un "nuovo" Napoleone, liberato dal suo essere concreto personaggio storico per diventare icona e simbolo addirittura dell'inconscio collettivo. E, forse, più ancora, realizzazione in carne ed ossa delle battaglie che portano alla costruzione dell'armonia. Koppelman punta, infatti, l'attenzione sul Napoleone che è in ognuno di noi. "La bellezza è sempre unione di opposti - era il manifesto del Realismo Estetico di Eli Siegel, corrente cui Koppelman aderì negli anni Quaranta - e unire gli opposti è quel che cerchiamo di realizzare in noi stessi". Ecco l'intimo desiderio di Napoleone: portare la democrazia affermando però la propria autorità. Ed ecco l'intimo desiderio del Napoleone interiore: affermare il "noi", mettendo in mostra l'"io". Dal desiderio di illustrare questa scoperta, prende le mosse la ricerca di Koppelman...
Il Risorgimento dei romani. Fotografie dal 1849 al 1870
Libro: Libro in brossura
editore: Gangemi Editore
anno edizione: 2010
pagine: 112
"In un sonetto dei suoi, fulminante e impietoso,Giuseppe Gioacchino Belli accenna a "settantadue torzi de mela" (il numero dei cardinali dell'epoca) di cui uno sarà sempre "compagno" e successore del Papa. Ma aggiunge il poeta: "Puro abbasso la testa e nunme lagno / quann'esce quarch'editto che te gela / e qui a Roma ce sto perché ogni ragno / è attaccato e vô bene a' la su' tela". Le fotografie in mostra ne "Il Risorgimento dei romani. Fotografie dal 1849 al 1870" raccontano di una città estremamente complessa in cui coabitano anime diverse e persino opposte. C'è la Roma dileggiata dei papalini e dei papisti: è la corte di Pio IX con tanto di esercito schierato a difesa del suo potere temporale; c'è la Roma dei patrioti: è quella di gente che va in battaglia, al Gianicolo come a Mentana; c'è la Roma degli artisti che, con curiosità, si affaccia alla giovane arte della fotografia e all'intuizione di Monsieur Daguerre; e infine c'è la Roma popolana, indifferente per costituzione al suo stesso destino, quale la descrisse Ferdinando Gregorovius nei suoi Diari "I romani non si curano affatto del concilio. Nessuno bada alle chiacchiere in S. Pietro". Così scrive il 7 gennaio dell'anno di grazia 1870, alba di quel 20 settembre in cui Roma divenne italiana, nonostante il grido di dolore del Pontefice contro gli invasori, "generazione perversa ed adultera" su cui s'invocava la misericordia di Dio. Non la libertà." (dalla presentazione di Umberto Croppi