Libri di Marilyn Aronberg Lavin
Rembrandt. La sposa ebrea
Irving Lavin, Marilyn Aronberg Lavin
Libro: Copertina morbida
editore: Franco Cosimo Panini
anno edizione: 2005
pagine: 80
Chi sono i due sposi effigiati da Rembrandt in una delle sue prove più estreme e toccanti? E quale recondito significato si cela dietro il gesto protettivo con cui l'uomo cinge le spalle della moglie ponendole una mano sul seno? Scritta a due mani da due grandi storici dell'arte, una serrata indagine, condotta attraverso un'inedita rilettura del Cantico dei Cantici, dimostra come anche la particolare visione degli affetti umani fornita da Rembrandt nella celebre tela del Rijksmuseum nota come La sposa ebrea, risenta profondamente, in modo insospettabile, di una stringente relazione tra l'amore, l'arte e uno dei testi più toccanti delle Sacre Scritture: quello struggente libro del Vecchio Testamento che racchiude in sé il più antico tra tutti i vincoli umani, il rapporto tra amore spirituale e amore fisico. Anche Rembrandt, infatti, subì il fascino del Cantico, sebbene da un punto di vista differente e decisamente più moderno rispetto alla visione fornita da artisti del passato come Cimabue e Michelangelo. Nell'opera del grande maestro olandese, il canto d'amore, interpretato fin dal Medioevo come l'espressione della relazione ecclesiale tra Dio e l'uomo, riflette così una concezione dell'unione matrimoniale profondamente legata all'ideologia ebraica e protestante, mutandosi in un'accorata elegia della comunione dell'umanità con se stessa.
Piero della Francesca. Ediz. inglese
Marilyn Aronberg Lavin
Libro
editore: Phaidon
anno edizione: 2002
pagine: 352
Piero della Francesca. San Francesco ad Arezzo
Marilyn Aronberg Lavin
Libro
editore: SEI
anno edizione: 1996
pagine: 110
Il ciclo che narra le Storie della Vera Croce, dipinto sulle pareti dell'abside nella chiesa di San Francesco ad Arezzo è una delle opere più complesse di Piero della Francesca. Il racconto si svolge attraverso 15 scene, disposte su tre registri sovrapposti, in un'abside rettangolare, alta e stretta, ponendo un problema di lettura soprattutto del livello più alto, che Piero risolve ponendo lo spettatore all'altezza della scena. Il racconto della Vera Croce è collocato al di fuori della storia, in un'ambientazione senza tempo, dove unica legge è quella della proporzione e dove il contenuto teologico è portato in primo piano.