Libri di Mario Scàndola
Anfitrione. Testo latino a fronte
T. Maccio Plauto
Libro
editore: Rizzoli
anno edizione: 2002
pagine: 224
Giove assume le sembianze di Anfitrione e giunge a Tebe accompagnato da Mercurio, che ha preso a sua volta le sembianze di Sosia, servo di Anfitrione. Alcmena, che pensa di avere accanto suo marito, lo accoglie nel talamo. Il vero Anfitrione arriva all'alba, mentre il falso se ne va. Si viene così a creare una situazione intricatissima in un girotondo vorticoso di veri e falsi Anfitrione-Sosia, in cui il vero Anfitrione comincia a nutrire seri dubbi sulla fedeltà della moglie. La commedia si conclude all'improvviso con la notizia che Alcmena ha partorito due gemelli, uno figlio di Giove e l'altro di Anfitrione.
Casina. Testo latino a fronte
T. Maccio Plauto
Libro
editore: Rizzoli
anno edizione: 1988
pagine: 240
Casina è una trovatella allevata da Cleostrata, di cui il marito e il figlio si contendono i favori. I due vorrebbero che Casina sposasse uomini di loro fiducia per poter poi approfittare in santa pace delle sue grazie. Cleostrata pone la questione in sorteggio e il marito è il favorito dalla sorte. La donna però fa in modo che il marito e l'intendente, da lui proposto come sposo della ragazza, prendano un sacco di legnate. Casina finisce con lo sposare il giovane che lei amava, dopo essersi scoperta libera e non schiava.
La pentola del tesoro. Testo latino a fronte
T. Maccio Plauto
Libro
editore: Rizzoli
anno edizione: 1985
pagine: 202
Il denaro come ragione di vita e pensiero dominante in cui si occultano insicurezza di sé e timore del futuro: è questo un tema di antichissima elaborazione letteraria che Plauto sviluppa in chiave comica in questa commedia, l'"Aulularia". L'avaro di Plauto si chiama Euclione. E' gretto, avido, sospettoso, nevrotico: ha nascosto una pentola piena d'oro in un luogo segreto su cui vigila ossessivamente, inquieto e alienato da ogni altro interesse, fino a creare, egli stesso, per eccesso di ansia, le premesse del furto tanto paventato. A sua insaputa, intanto, la figlia per la quale aveva progettato un matrimonio di interesse, attende un bimbo ed è prossima al parto. Le due vicende corrono parallele, fino al lieto finale.
I Menecmi
T. Maccio Plauto
Libro
editore: Rizzoli
anno edizione: 1984
Un mercante di Siracusa perde a Taranto uno dei suoi due figli gemelli, Menecmo, e ne muore di dolore. Menecmo, allevato da un ricco mercante di Epidamno di cui ha poi ereditato le ricchezze, vive a Epidamno, ha una moglie gelosa e una bella amante, Erozio. Il fratello, chiamato anch'egli Menecmo, va a Epidamno e viene scambiato per il gemello, crede però che la causa delle strane avventure che gli capitano sia l'interesse da lui suscitano in Erozio. Intanto Menecmo "primo" subisce le ire della moglie gelosa e del suocero. I due fratelli infine si riconoscono e decidono di tornare insieme a Siracusa dopo aver venduto all'asta i beni e la moglie (se qualcuno la compra) di Menecmo "primo".
Pseudolo. Testo latino a fronte
T. Maccio Plauto
Libro
editore: Rizzoli
anno edizione: 1983
pagine: 254
Due giovani innamorati, un lenone cinico e prepotente, un marito sciocco, uno schiavo, Pseudolo, che scioglierà le pene d'amore con l'astuzia. L'opera prediletta di Plauto.
Storia di Roma dalla sua fondazione. Testo latino a fronte. Volume Vol. 1
Tito Livio
Libro
editore: Rizzoli
anno edizione: 1982
pagine: 416
Il soldato fanfarone. Testo latino a fronte
T. Maccio Plauto
Libro
editore: Rizzoli
anno edizione: 1980
pagine: 240
A Efeso, Pleusicle riesce a liberare Filocomasio, una ragazza da lui amata, che era stata rapita da Pirgopolinice, un soldato spaccone e vanitoso. Con l'aiuto dell'amico Periplecomeno e del servo Palestrione fa a credere al soldato fanfarone che Acroteleuza, una cortigiane che si finge moglie di Periplecomeno, si sia invaghita di lui. Lusingato dalla conquista, il soldato lascia libera Filocomasio. Periplecomeno, fingendosi geloso, fa bastonare Pirgopolinice dai servi.
Epidico. Testo latino a fronte
T. Maccio Plauto
Libro
editore: Rizzoli
anno edizione: 2001
pagine: 176
Epidico è lo schiavo di Perifane e del figlio di questi Strattippocle. Per due volte inganna il padre per favorire gli amori del figlio e invece di essere punito sarà premiato con la libertà perché, senza volere, risce a far ritrovare a Perifane la figlia che non aveva mai conosciuto e che cercava disperatamente. Abbiamo in questa anomala commedia di Plauto il rovesciamento del detto "l'inferno è lastricato di buone intenzioni". In questo caso per il furfante schiavo Epidico le cattive intenzioni hanno lastricato per lui il paradiso della libertà. Introduzione di Guido Paduano, testo latino a fronte.