Libri di Michela Fusaschi
I segni sul corpo. Per un'antropologia delle modificazioni dei genitali femminili
Michela Fusaschi
Libro: Libro in brossura
editore: Bollati Boringhieri
anno edizione: 2003
pagine: 192
Da qualche anno il tema delle "mutilazioni genitali femminili" viene periodicamente riproposto in numerose campagne di sensibilizzazione a favore della tutela dei diritti umani e con riferimento alla condizione della donna nel Sud mondo. L'approccio alla questione rimane purtroppo prevalentemente sensazionalistico, spesso fondato su una semplificazione eccessiva che giunge talvolta alla totale banalizzazione di una realtà molto complessa. Una certa informazione che ripropone confusamente una lettura "medicalizzata", non rappresenta un contributo sufficiente al superamento di queste pratiche. Il primo obiettivo consiste nello stabilire le condizioni di un dialogo alla ricerca di un rapporto con le donne e con la loro soggettività.
Corpo non si nasce, si diventa. Antropologiche di genere nella globalizzazione
Michela Fusaschi
Libro: Libro in brossura
editore: CISU
anno edizione: 2018
pagine: 240
Solo pochi anni dopo la fine del secondo conflitto mondiale, Simone de Beauvoir, anche grazie alla sua frequentazione della letteratura antropologica, affermava “donna non si nasce, si diventa”. Questo lavoro sposta l’attenzione sulla complessa relazione tra corpo e generi che vengono analizzati, nelle loro implicazioni dialettiche e conflittuali, come costruzioni socioculturali. L’antropologia ha da tempo ribadito che corpi e generi non sono essenze riconoscendo altresì l’impossibilità di una postura neutrale che prescinda dal confronto con meccanismi di dominazione rispetto ai quali non basta dirsi donna. Gli itinerari etnografici qui tracciati – muovendo dall’esemplarità negativa dello stupro genocidario rwandese che decostruisce il corpo sessuato, raccontando le soggettività dei pagne “autenticamente africani”, denunciando l’ipocrisia della chirurgia estetica intima femminile, evidenziando i bisogni di risignificazione dei corpi tatuati per approdare al “tempo incerto” della menopausa nella migrazione – conducono a reinterrogare la disciplina antropologica e le sue pratiche anche nel rapporto, tutt'altro che lineare, con i femminismi.
Le tecniche del corpo. Testo francese a fronte
Marcel Mauss
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2018
pagine: 80
Il più naturale oggetto tecnico e, allo stesso tempo, mezzo tecnico dell'uomo, è il suo corpo. Esso è, quindi, il primo e il più naturale strumento dell'uomo. Così Marcel Mauss, uno dei padri dell'etnologia francese, inaugurava nel 1934 nuovi campi di studi quali l'antropologia e la sociologia del corpo. Attraverso un'analisi esemplare, Mauss getta un ponte tra la psicologia, la sociologia e l'antropologia, tra l'individuo e il collettivo là dove i simboli sono legati indissolubilmente. Presentato in italiano con testo a fronte, questo saggio non perde la sua originalità e attualità su pensieri, pratiche e riti legati al corpo.
L'invenzione dell'etnia
Libro: Libro in brossura
editore: Meltemi
anno edizione: 2017
pagine: 288
Troppo disinvoltamente richiamata dal mondo della comunicazione, utilizzata impropriamente nel lessico dell'emergenza e dell'umanitario, la nozione di etnia, già presente nel discorso coloniale, è stata ambiguamente riconvocata nel campo politico e nel dibattito pubblico del nostro paese solo dall'inizio degli anni Novanta, quando i processi di transizione dell'Est europeo e il lungo conflitto nella ex Iugoslavia ne hanno drammaticamente evidenziato il potere di mobilitazione. Questo volume è frutto di un lungo lavoro collettivo che ha preso le mosse proprio dal rifiuto dell'abuso di espressioni come "etnia", "conflitto etnico" o "lotta tribale" e dall'esigenza di riaffrontare criticamente i termini del discorso identitario, a partire dall'analisi delle contraddizioni della realtà africana contemporanea. Partendo da casi emblematici come il Mali, la Costa d'Avorio, il Ruanda e il Congo, i saggi di Jean-Loup Amselle, Jean Bazin, Jean-Pierre Dozon, Jean-Pierre Chrétien, Claudine Vidal ed Elikia M'Bokolo criticano una visione "primordialista" e falsamente oggettiva della nozione di identità etno-culturale, proponendo un completo ribaltamento di prospettiva, per analizzare la costruzione degli spazi politici africani e delle categorie identitarie alla luce della loro storicità, in quanto elementi che maturano già nel quadro della "situazione coloniale" e poi nella realtà postcoloniale. Gli autori contribuiscono ad animare il dibattito intorno alla costruzione di una scienza sociale africanista, in cui il canone di identità è ridefinito come genere al tempo stesso plurale e singolare, postulando una vera creolità di ogni gruppo etnico e linguistico.
Quando il corpo è delle altre. Retoriche della pietà e umanitarismo-spettacolo
Michela Fusaschi
Libro: Libro in brossura
editore: Bollati Boringhieri
anno edizione: 2011
pagine: 159
Giù le mani dal corpo delle donne, recitava uno storico slogan femminista, rivendicando il diritto a disporre di sé senza ingerenze di sorta. Un'istanza a cui sembra dare voce l'Organizzazione mondiale della sanità, quando vieta le cosiddette mutilazioni genitali femminili (Mgf), ancora praticate in altri universi socioculturali, in particolare - ma non solo - in Africa. Mentre tali pratiche suscitano indignazione, non viene sanzionata la chirurgia estetica intima, che in Occidente assume un rilievo via via crescente, spesso in assenza di una significativa letteratura medica che ne esamini la criticità. Il corpo non si tocca, ma lo si può impunemente ritoccare. Se la violenza di clitoridectomia, escissione e infibulazione risulta inaccettabile, l'imenoplastica e le varie forme di ringiovanimento vaginale operate dal bisturi o dal laser appaiono invece consapevoli esercizi di autodeterminazione. Già, perché il corpo oltraggiato è sempre quello delle Altre, sottolinea Michela Fusaschi in un saggio che non fa sconti alla nostra miopia travestita da retorica umanitaria. Dalla prospettiva transculturale in cui Fusaschi si colloca, si vede con chiarezza quanto l'integrità del corpo femminile sia giudicata tale a seconda dell'immaginario di riferimento: il nostro, ipertecnologico, ritiene una brutale prevaricazione solo ciò che accade in contesti dichiarati "arretrati". Prefazione di Franca Bimbi.
Corporalmente corretto. Note di antropologia
Michela Fusaschi
Libro: Libro in brossura
editore: Booklet Milano
anno edizione: 2008
pagine: 119
Ossessivamente accessoriato, manipolato, celebrato, il corpo attraversa da indiscusso protagonista la società del consumo, in apparenza liberato da tutte quelle interdizioni morali che impedivano, fino a pochi decenni fa, di disporne per sé. Allo stesso tempo, questo diritto conquistato è sempre più oggetto del discorso politico, che vuole determinarne gli indirizzi, dal concepimento alla procreazione, fino all'eutanasia. Dalle tecniche di massaggio alla chirurgia estetica, il corpo sembra allora il luogo privilegiato della realizzazione, del "prendersi cura" di sé all'interno di modelli ritenuti accettabili e accettati dalla società. Contro tali modelli si rivolge invece il mondo delle "bodsmods piercings", tatuaggi ma anche manipolazioni hard. Tra i vari modi di esperire il corpo, c'è poi quello degli immigrati, che assistono alla sua ri-correzione da parte del potere politico nel segno di un disciplinamento delle condotte. L'obiettivo di questo testo è comporre alcuni fotogrammi di un'antropologia del corpo contemporaneo, ripercorrendone le principali tappe teoriche, indicando possibili traiettorie di analisi, spunti di riflessione, e lasciando molte domande aperte. Queste immagini sono lette dall'autrice attraverso la nozione di "corporalmente corretto", con la quale si intendono definire tanto i processi di modifica intrapresi dal soggetto su e per se stesso, quanto quelli connessi ai vincoli istituiti dall'autorità.
Hutu-tutsi. Alle radici del genocidio rwandese
Michela Fusaschi
Libro: Libro rilegato
editore: Bollati Boringhieri
anno edizione: 2000
pagine: 187
Il lavoro propone una ricerca delle ragioni profonde del conflitto che ha sconvolto il piccolo paese africano, analizzandone le premesse storico-antropologiche. L'autrice intraprende una completa rilettura della vasta letteratura etnografica e sociologica sul Rwanda, affrontando in particolare la revisione critica dei concetti di etnia e conflitto etnico impiegati indiscriminatamente quali categorie.
Corpo non si nasce, si diventa. Antropologiche di genere nella globalizzazione
Michela Fusaschi
Libro
editore: CISU
anno edizione: 2013
pagine: 200
Solo pochi anni dopo la fine del secondo conflitto mondilae, Simone de Beauvoir, anche grazie alla sua frequentazione della letteratura antropologica, affermava "donna non si nasce, si diventa". Questo lavoro sposta l'attenzione sulla complessa relazione tra corpo e generi che vengono analizzati, nelle loro implicazioni dialettiche e conflittuali, come costruzioni socioculturali.