Libri di Paola Bonora
Fermiamo il consumo di suolo. Il territorio tra speculazione, incuria e degrado
Paola Bonora
Libro: Libro in brossura
editore: Il Mulino
anno edizione: 2015
pagine: 133
Cosa intendiamo con consumo di suolo? Un prodotto della finanziarizzazione immobiliare e della rendita, di una pianificazione territoriale debole e compromessa, di ambiguità legislativa, e in più di speculazione, corruzione, opere inutili. Che significa disordine insediativo, invasione delle campagne, degrado paesaggistico e idrogeologico, incuria, ossia dissipazione dei patrimoni collettivi. Una formula di cui la retorica politica abusa senza che in realtà nulla cambi. È su questo che il libro ci invita a riflettere, analizzando lucidamente i contesti, i comportamenti, le implicazioni per la qualità della vita e dell'abitare, le relazioni sociali e le rappresentazioni culturali che concorrono a produrre e riprodurre il nostro ambiente di vita. E sottolinea l'urgenza di una coscienza del territorio capace di arrestare il processo e la sua irreversibilità.
Invisibile. Ercole I rivisita Ferrara
Valentina Lapierre, Paola Bonora
Libro: Copertina morbida
editore: Le Immagini
anno edizione: 2014
pagine: 68
Una "guida" ironica e semiseria di Ferrara illustrata da acquerelli. Un progetto che si propone di catturare l'attenzione soprattutto dei ragazzi per raccontare loro la città, in maniera divertita. Il racconto, che può avere diversi livelli di interpretazione, offre anche al lettore adulto spunti da cogliere e rimandi da approfondire.
Visioni e politiche del territorio. Per una nuova alleanza tra urbano e rurale
Libro
editore: Archetipo Libri
anno edizione: 2012
pagine: 156
Orfana e claudicante. L'Emilia «post-comunista» e l'eclissi del modello territoriale
Paola Bonora, Angela Giardini
Libro
editore: Baskerville
anno edizione: 2006
pagine: 131
Cosa succede in Emilia? Sembra saltato il compromesso che aveva garantito la pace sociale e fornito la base a un'economia di successo. Un accordo tra i diversi attori governato nell'intero dopoguerra dai "comunisti", che qui avevano concretizzato l'immaginario del socialismo realizzato. Concordia sociale, eccellenti performance economiche, salvaguardia dei centri storici, alto rendimento istituzionale: l'icona dell'Emilia-rossa-coesa-efficiente era solida, acclarata e riconosciuta anche dagli avversari. Un dispositivo semiotico che ha coperto lo sgretolarsi degli ideali su cui era costruita l'identità e lo scioglimento delle reti delle appartenenze su cui la distrettualizzazione e lo sviluppo poggiavano. Nascondeva contraddizioni: tra la simbologia socialista e i reali orientamenti prima keynesiani e poi liberisti, tra gli iniziali slanci militanti e il conservatorismo implicito ad una società opulenta, tra la fermezza regolativa e il disordine progettuale dell'ultimo ventennio. Finita insomma l'epoca del "partito di lotta e di governo", l'economia sociale di mercato perde l'anima socialista accentuando quella mercantile. Una parabola incarnata dalla cooperazione. Ma il rischio è quello che il sistema locale, assieme alle bandiere e alle solidarietà, perda anche la coerenza territoriale che derivava da un progetto progressista e dalla determinazione etica con cui era stato attuato.