Libri di Paolo Di Cristofaro
Figli di un verso minore
Paolo Di Cristofaro
Libro
editore: Nulla Die
anno edizione: 2018
pagine: 104
Pensieri e versi che, come ideali imbarcazioni, ci fanno salpare l’oceano delle passioni, sentimenti ed emozioni, in un desiderio, forse utopico, di profonda unità di tutto il genere umano. Il vuoto di un aggettivo, da sempre dimenticato, che satura ogni parola immaginabile.
L'antico legame
Paolo Di Cristofaro
Libro: Copertina morbida
editore: Youcanprint
anno edizione: 2016
pagine: 68
"Una raccolta di cinquantacinque poesie, quanti sono i miei anni, la dedica di una poesia per ogni mio anno di vita, vita che deve tanto, se non del tutto alla mia cara amatissima madre. È solo per un omaggio a questa donna fantastica che mi sono cimentato in questa impresa, spero che lei, da lassù, accennando un sorriso tra l'ironico e il sentimentale, apprezzi questa mia piccola e insignificante dedica."
La costruzione di un'anima
Paolo Di Cristofaro
Libro: Libro in brossura
editore: BZbooks Editore
anno edizione: 2016
pagine: 100
Fiori dal tunnel
Paolo Di Cristofaro
Libro: Libro in brossura
editore: Sacco
anno edizione: 2015
pagine: 70
Parole e immagini a metà tra il linguaggio onirico di vecchi ricordi a tema amoroso e tra un linguaggio più generale, filosofico, riflessivo sulle contraddizioni e le questioni fondamentali della vita, con versi che miscelano le nostre questioni emotive con quelle di un cosmo in simbiosi con il nostro essere più profondo.
Il clandestino del vuoto
Paolo Di Cristofaro
Libro: Libro in brossura
editore: Montag
anno edizione: 2019
pagine: 84
Il clandestino, nel mondo d'oggi, è colui che vive uno stato di perenne sospensione. Nei suoi versi, Di Cristofaro dà una possibilità a questa figura della contemporaneità, cui si associano mille travagli: quella di attraversare continuamente la frontiera tra la nostra dimensione, pregna del dolore della vita, e un altro universo, al di là dello spazio e del tempo. Una sensazione che dà vertigini, che sbaraglia certezze. In questo movimento continuo si diventa un senza patria, "un clandestino del vuoto". Ma smarrirsi vuol dire anche ritrovare sé stessi per un'altra via, ricongiungersi a chi si è perduto senza più separarsene. È il percorso di chi riesce a guardarsi nel profondo proprio perché si osserva da un altrove. Un cammino che l'autore ha scelto di condividere perché, nello scandaglio di un'anima, l'intimo trascolora incessantemente nell'universale.