Libri di Pier Carlo Beretta

1896. Gli abitanti di quattro cascine sono molto preoccupati. Nel loro territorio non piove da oltre duecento giorni, esiste un rischio concreto di non sopravvivere ancora a lungo. Nella riunione tra i membri della comunità, spunta un'ipotesi tanto fantasiosa quanto assurda. Un'anziana di nome Rosa propone di compiere un viaggio alla ricerca della strìa, una donna misteriosa in grado di esaudire i desideri della gente. Tutti rimangono all'inizio molto perplessi, le preghiere al proprio Dio e alla Chiesa sono rimaste per ora inascoltate, non sarà un atto sacrilego rivolgersi a chi è portatore di una spiritualità ben diversa? E cosa mai la strìa potrà chiedere loro in cambio? Al colmo della disperazione e della frustrazione tutti e quattro i proprietari delle cascine danno il loro benestare. A partire per l'avventura rischiosa è una strana coppia, Rosa, la donna che è custode della tradizione e della memoria, ed Emanuele, un giovane che suo malgrado sarà costretto a crescere molto in fretta. La strega Nene infatti ha in serbo per loro qualcosa che cambierà definitivamente i destini di un'intera comunità...

Un diluvio immane una ventina di anni prima, e poi terre fertili come quelle bagnate dal limo prodigioso del Nilo, e il destino di una famiglia cambia per sempre, grazie a Rosa che sistema tutto. I Brusa e i Mangiaterra vengono guardati con sospetto perché le loro proprietà, a seguito di quel cataclisma, ora sono ricche e fruttano molto. La loro vita è dignitosa, fatta di fatica quotidiana, ma anche di affetti sinceri e puri. Le ombre però arrivano funeste quando Emanuele intraprende un lungo viaggio, giorni di freddo, di giacigli improvvisati, tutto per ritrovare suo figlio, ferito gravemente da una granata. Speranza e sconforto si alternano in un variare di paesaggi diversi da quelli della sua terra. Ora deve scoprire dove è Pietro. Come lo troverà? Sarà ancora il suo Pietro?

Anni sessanta, anni settanta... un ricordo, un sogno, un modo di vivere, per alcuni quasi un'istituzione. Perfino la nebbia era diversa, qualche decennio fa. Le alternative sono poche: o avete vissuto quegli anni, oppure ve li siete persi. Nel secondo caso, siete fortunati: c'è una cura. Leggere "Il dio del fieno". Se, invece, avete avuto la fortuna di vivere un periodo come quello, questo libro può avere un altro effetto: è il profumo di un tempo che, da qualche parte, ancora vi appartiene. Queste pagine contengono i ricordi, i racconti, gli aneddoti, le avventure e le disavventure, i riflessi poetici sulle più semplici realtà di una vita speciale: quella di Piercarlo Beretta.

Memorie di infanzia e di gioventù, di pomeriggi trascorsi in campagna e di serate passate a origliare i discorsi dei grandi, apprendendo dalla secolare saggezza dei vecchi, fantasticando tra giochi e scorribande, quando la televisione era un lusso per pochi. La vita nella Cascina del Re è scandita dal lento alternarsi delle stagioni, i raccolti nei campi, il duro lavoro e il sacro rispetto delle feste comandate, col vestito buono della domenica. Altri tempi, altri valori, altre passioni albergavano nei cuori semplici degli uomini e delle donne, e una malinconia sottile è infusa su ogni pagina che racconta di quell'allora, senza rimpianto, solo con tanto amore nel cuore.

La silloge d'esordio di Pier Carlo Beretta colpisce anzitutto per la grande musicalità che connota le liriche, costruite con un sistema di rime baciate di tipo aa/bb. Tale schema conferisce al verso un andamento cantilenante (vedi ad esempio Filastrocca per bambini), a volte scherzoso (leggere a tal proposito Cavallina storta, in cui il poeta si diverte a giocare col capolavoro del Pascoli), altre quasi irriverente nella sua genuina spontaneità (Bravo ragazzo). La raccolta è assai variegata negli argomenti affrontati, soprattutto nella prima sezione ("Poesie per adulti"), mentre l'eterogeneità diminuisce nel secondo blocco ("Poesie per bambini"), affollato di componimenti aventi come protagonisti gli animali, che celano a volte un significato morale dietro i loro comportamenti umanizzati.