Libri di Piero Cavallotti
I perdenti
Piero Cavallotti
Libro: Libro in brossura
editore: BookTribu
anno edizione: 2025
pagine: 198
Estate 1993. Paolo Fiume, agente segreto in sonno, rimasto inattivo negli ultimi tre anni, viene convocato all’improvviso negli uffici del Servizio Segreto per cui ha lavorato. Il nome di uno dei morti nella strage del 2 agosto alla stazione di Bologna, è ricomparso in Nicaragua un anno dopo, arrestato e poi espulso dal paese. A Paolo viene affidato l’incarico di andare in Centro America e provare a saperne di più. Stanco e sfiduciato, Paolo cerca in tutti i modi di evitare l’incombenza, ma senza successo. Comincia quindi un viaggio che lo porterà prima nella Russia del dopo Gorbaciov, poi in Nicaragua, dove i Sandinisti hanno appena perso le elezioni, e infine in Salvador, dove da appena un anno è finita una delle più cruente guerre civili del ventesimo secolo. Durante questo viaggio, entra in contatto con due tipi di perdenti: chi perde e si arrende; e chi perde, cade, si rialza e combatte di nuovo, senza arrendersi mai. Paolo capisce con sgomento che grazie a quel viaggio è entrato a far parte del secondo gruppo di perdenti, ritrovando in sé la voglia e il gusto di lottare.
Perché ho odiato Amedeo Biavati e altri racconti d'amore per il calcio
Piero Cavallotti
Libro
editore: Tabula Fati
anno edizione: 2023
pagine: 120
Varela e gli altri. Storie di palloni e di passioni
Piero Cavallotti
Libro: Libro in brossura
editore: La Ponga
anno edizione: 2017
pagine: 130
C’è chi la chiama malattia, chi la chiama vizio, chi la chiama stupidità, chi la chiama addirittura oppio dei popoli. Io la chiamo passione. Anzi, passioni. Perché sono tante. Che ti vengono trasmesse da un nonno nella culla, o entrando in uno stadio, o prendendo a calci un pallone insieme a tanti come te. Che ti portano all’esaltazione per un bel gesto, alla commozione per una storia triste e romantica, alle lacrime, di disperazione per un gol preso, di gioia per un gol fatto. Sarà anche una malattia, ma è una gran bella malattia. Ecco, è a tutti i malati come me, che sono dedicate queste storie. Ma anche gli altri ci dovrebbero dare un’occhiata. Quelli per i quali il calcio è “ventidue miliardari in mutande che corrono dietro a un pallone” (che, come dice giustamente il mio amico Riccardo ‘Bente’ Rovinetti, sarebbe come definire le lasagne “una stratificazione di cereali e bovino macinato”). Fateci un salto, in queste pagine. Sta a vedere che alla fine cambierete idea.