Libri di Raffaele Colelli

"Realizzare i disegni a corredo della fiaba “Il guardiano dell’isola dei conigli” è stata per me un piacere e un onore, mi ha permesso di prendere parte attiva al progetto. Un’iniziativa di Legambiente e condivisa dal comune di Porto Cesareo, semplice e indirizzata ai bambini di oggi adulti di domani con la certezza di giungere alle coscienze di tutti noi. È stato emozionante costruire dalle parole dello scrittore, nonché grande amico, Raffaele Colelli caratteri e connotati di ogni personaggio affinché si potesse leggere al meglio anche attraverso la grafica l’emozione e il messaggio che si vuole mandare sfogliando le pagine del racconto. Da parte mia un invito a gettare un seme in più e una carta in meno." (Anna D’Amanzo)

Una storia dove si fondano i tratti onirici di Murakami con la creatività di Lewis. Si riconosce finanche lo stile di S. Clarke, la sua iperbole, il tratto che conduce il lettore in mondi fantastici. Ma l'aspetto più importante dell'opera "La sposa araba" è l'evidente volontà di unire al romanzo di fantasia dagli aspetti trascendentali ai brani caleidoscopici, anche la forma di una critica feroce a tratti severa all'uomo e alla società contemporanea tutta.

"Violetta dal mare" prende spunto da una tragica storia realmente accaduta. L’autore canalizza la vicenda e le relative emozioni scaturite da essa nel testo creando personaggi così ben descritti da non discernere la realtà dall'immaginazione. Un romanzo che segue le vicissitudini dei protagonisti dal Salento a Marsiglia, in un vortice di sentimenti e pericoli; non mancano colpi di scena e una suspense che lega il lettore fino alla fine della narrazione. Un lungo viaggio a ritroso porterà Violetta a cercare le risposte per porre fine ai tanti tormenti e guarire finalmente dalle sue paure che nel frattempo si erano trasformate in veri e propri incubi.

Io sono Lalla, l’amore puro che accarezza il cuore di Dio. Abbracciami ogniqualvolta ti sentirai perduto io ci sarò, sempre lì accanto a te ci sarò sempre con chi la sofferenza è pane quotidiano con i perduti d’amore con gli ultimi con gli invisibili della terra. Io sono Lalla. Tu sei il prossimo mio. In te mi salvo, In te mi pongo. Cercami. Io ci sarò sempre. Io sono Lalla L’amore puro.

Il vento caldo dell'estate porta il profumo del mare di un Salento semplice, crudo, ma vero. Corre il piccolo Gino inseguendo il suo sogno, mentre il dolore ha già ghermito le sue spalle di bambino. Pesca Gino, e pescando diventa uomo, raggiungendo il suo sogno e coronandolo di Luce. Per lei lascerà il fuoco della sua terra sfidando il ghiaccio dall'altra parte del mondo, spingendosi ai confini gelati non solo di lande deserte, ma di cuori spietati insensibili al dolore altrui. Tornerà a casa Gino con la sua Luce, ma un destino al buio lo aspetta, una solitudine scura intrisa di ricordi, che lasciano un'argentea scia come la sua barca che solca le acque pacate e salate del porto.

La casa di Laila è una storia di profondi sentimenti, intrecciati tra loro come le strade e i destini dei personaggi. Laila, protagonista del libro, è una ragazza dal cuore puro, un bocciolo di rosa nato in seguito alla tragica morte della madre Mila, vive accanto a sua nonna Irina, da qualche tempo malata. Tiene sempre a mente i valori di lealtà, rispetto e amore per il prossimo che il suo caro nonno Boris, allevatore di cavalli di razza bulgara orientale, le ha trasmesso. Le sorti della grande fattoria in cui è cresciuta, con gli inseparabili Jara e Jarina, a nord della Valle delle Rose, a cinquanta chilometri da Plovdiv, sono nelle sue mani. Quando non è più possibile ormai occuparsi della vendita dei cavalli, Laila decide di organizzare una scuola di ippoterapia e, grazie al prezioso aiuto di zia Wanda, trova il tempo necessario per proseguire gli studi in medicina. La zia è decisa a riscattarsi da una vita di miserie e violenze, ma suo marito e suo figlio riusciranno a scovarla e prenderanno possesso della fattoria, arrivando a ricattare Laila, fino a costringerla ad abbandonare la sua terra. Il destino la porterà a Firenze, dove incontrerà l’amore della sua vita.

Un romanzo non catalogabile in un unico genere, si tratta di una saga familiare, dai toni drammatici, le cui vicende prendono rivolti gialli, quasi d'azione, per poi ritornare più morbido. Violetta è al centro del racconto, figlia di un amore travagliato, vittima di una tragedia famigliare che la spingerà lontano dalla sua terra, alla ricerca della sua identità. Il destino la metterà alla prova, in un vero film di azione. Violetta, anima inquieta alla ricerca di una parte mancante di sé. Ritornerà alla sua terra per curare il male della sua anima.

Non così dissimile dalla figura del pescatore con le sue implicazioni esistenziali, si erge dal mare quella di Violetta. Una piccola gioia, nata dal tenero amore di Emma e Salvatore, purtroppo prematuramente scomparso in una battuta di pesca. Una tragedia che segna indelebilmente la vita del piccolo borgo. Anche per Violetta è necessario fare una scelta… E lei sceglie di tagliare le reti, ossia le sue radici, sperando così di poter elaborare il lutto e cominciare una nuova vita lontano dal paese. A nulla sembrano valere le parole dell’amica: “Le tue angosce, le tue paure non le combatterai certo scappando via, ti seguiranno sino in capo al mondo, solo (…) da dove hanno avuto origine, le potrai sconfiggere, non altrove”. Arriva, però, il giorno in cui Violetta decide coraggiosamente di tuffarsi nelle profondità delle sue torbide acque interiori, per liberarsi proprio da quelle angosce e paure, per disincagliare la sua vita dagli scogli sommersi dei suoi incubi. E allora torna nel luogo in cui hanno avuto origine… Tornata al mare, Violetta può ripartire dal mare, ma questa volta, senza più scappare.

Un breve racconto popolare, di un personaggio strano e inquietante, nato nelle sere fredde e solitarie salentine vicino al calore di un braciere acceso. Metteva tanta paura ai più piccoli, ma anche alle persone su con gli anni. Il suo nome cambiava da comune a comune, Uru nella zona di San Cesareo, oppure Larieddru tra Ugento e Specchia, invece nel comune di Melissano prendeva il nome di Scazzamureddru, infine Carcaluru, tra Porto Cesareo, Nardò e Boncore, appunto la zona in cui si svolge la storia. Il suo aspetto restava comune a tutti i paesi del Salento. Alto non più di sessanta centimetri, faccia da paura, grosso naso porroso, una larga bocca con una lunga lingua nera. Sulla testa pelata un enorme cappello nero a forma di cono. Si divertiva da matti a far dei dispetti durante al sonno, spesso si trasformavono in incubi. Ai malcapitati si posizionava sul petto dando la sensazione di soffocamento. Ma non si accaniva solo sulle persone, ma anche sugli animali e in perticolar modo sui cavalli. Intrecciava con grande maestria le lori crine in modo così fitto, risultava poi quantomeno complicato riportarli allo stato iniziale. Il suo grande punto di forza il cappello nero.

Un romanzo che riesce a trasportare il lettore verso scenari esotici, verso tradizioni e folkore dell'est europeo lasciando la convinzione di aver vissuto un'esperienza nuova e edificante per la conoscenza del mondo e di se stessi. Oltre l'ambientazione bulgara dei scenari, sono particolarmente caratteristici anche i personaggi e i contenuti narrativi rendendo tutto verosimile. In evidenza l'intensità la densità delle emozioni e dei sentimenti, riesce a catalizzare l'attenzione del lettore, dall'inizio al termine della storia; grazie al senso di umanità che traspira dai personaggi, che sembrano vivere di vita propria e interagiscono drammaticamente. Emozioni trovano spazio nel fluire delle pagine ma anche passioni l'amore e la voglia di rivalsa da una situazione di dramma famigliare che condiziona la protagonista, in questo caso Laila. (Colelli Raffaele)

«…E quando avrai sfidato e vinto la tempesta che è dentro di te, grande sarà la meraviglia di come sei riuscita ad attraversarla senza morire. Sarai caduta infinite volte trascinata da trasfigurate fobie e infinite volte ti sarai rialzata sorretta dal coraggio dell’amore. Allora sarai diventata una persona nuova, una persona migliore pronta a impugnare la spada della pertinacia e affrontare a viso aperto altre sfide e altre tempeste ancora, che la vita ti presenterà durante il cammino della tua esistenza. E ogni volta rinascerai.»