Eracle

Joy Mathis, una normale ragazzina di otto anni, sta per cominciare il suo secondo anno di scuola elementare nella città di Berryville, nel Virginia, quando si accorge che qualcosa nella sua vita sta cambiando. Un incubo ricorrente disturba il suo sonno da diverse notti e al suo risveglio una strana voce nella sua testa la tormenta. Dopo averlo raccontato ai suoi genitori le cose sembrano peggiorare, tanto che Joy rischia persino la vita. Col tempo si arriva a capire che Harper e Grace, le anime di due bambine morte suicide quarantatré anni prima la stanno perseguitando per raggiungere il loro macabro scopo di portarla sull’orlo dell’insanità mentale e spingerla così a raggiungerle nella parte più tenebrosa dell’aldilà, perché entri a far parte della loro amicizia e completare un trio, sinonimo di perfezione. Joy cercherà di resistere in tutti i modi ai loro tentativi di manipolazione, mentre i suoi genitori saranno pronti a dare la vita pur di liberare la loro bambina dai demoni.

Gaia è una giovane donna dell'Italia del nord e la vita sembra sorriderle: ha un buon lavoro, una casa vicino al centro della città, cari e vecchi amici... e fascino da vendere; ma ha anche la convinzione che non sta vivendo la vita che avrebbe desiderato. Qualcosa cambia quando dopo la separazione con il suo compagno sceglie di fare un viaggio da sola. Al quale ne segue immediatamente un altro e un altro ancora. Decide di affrontare la profondità del mare lasciandosi coinvolgere al punto di innamorarsene intensamente. Quel mare che un giorno della sua vita, anni prima invece iniziò a odiare, a rifiutare nel tentativo di scappare dal male che le aveva fatto... Ricevendone in cambio questa volta dei doni inaspettati. Fra questi l'incontro con Youssef. La loro attrazione è forte. In poco tempo lui riesce a conquistarla; i due si avvicinano, fino a rendersi conto di non poter fare a meno l'uno dell'altra e di quel mare che li ha uniti. La vita di Gaia subisce una piacevole svolta. In quel luogo, dove non avrebbe mai immaginato di trasferirsi, diventa mamma e s'imbarca con Youssef e il loro bambino in una nuova avventura. Un giorno, però, accade l'inevitabile intorno a lei. Turbata e tormentata dai dubbi, per settimane continua a domandarsi: fino a che punto si deve combattere per rincorrere i propri sogni?

"Le poesie de 'La fontana incantata' sono nate da un profondo bisogno interiore di esprimere in forma poetica i miei più vari stati d'animo con toni da quelli più tesi o addirittura disperati a quelli malinconici, meditativi, a quelli più pacati, distesi, contemplativi, con la natura come referente principale, a quelli di sdegno per una condizione esistenziale ritenuta inaccettabile perché alienata in un mondo in cui i valori non contano più nulla. Sullo sfondo, o talvolta anche in primo piano, è presente costantemente il tema dell'amore indagato nelle sue varie sfaccettature."

"Ho deciso di scrivere con il solo scopo di trasferire a chi mi legge le sensazioni provate in momenti così particolarmente difficili ed eccezionali per i loro sviluppi a volte drammatici della mia vita, così intensi da rimanere memorabili dentro di me. Con questo mio nuovo racconto, intendo descrivere il viaggio straordinario della mia vita con lo scopo di coinvolgere emotivamente invitando il lettore a soffermarsi e meditare sugli eventi vissuti e qui descritti, mio unico scopo è trasmettere la sensazione provata di alcuni momenti particolarmente vissuti e alle enormi difficoltà che la vita talvolta c'impone, resa difficile e tortuosa da eventi spesso considerati drammatici su ogni punto di vista, tanto da condizionare non solo la nostra esistenza, ma di tutte quelle persone che ci vogliono bene o che appartengono alla nostra sfera familiare. Cerco a mio modo di descrivere tutto questo, pur di trasmettere il giusto interesse a chi mi legge e far conoscere una normale storia di vita vissuta, e che in fondo, in qualche modo, anche se in minima parte, appartiene o assomiglia al vissuto di molti, per questo sono certo che, leggendomi molti si riconosceranno".

Due ragazze, Sara e Viola, molto amiche vivono spensierate i loro vent'anni. Studiano e lavorano per pagare l'affitto e pagarsi gli studi, ma tra studio e lavoro, trovano anche il tempo per divertirsi, uscire, conoscere nuove persone e avere nuove avventure. Ma qualcosa inizia a spaventarle e a non farle sentire al sicuro nel loro stesso palazzo, e poi c'è sempre il vecchio dell'edicola che non parla mai di sé, non si concede con nessuno, ma è sempre lì, davanti la sua edicola. Le due amiche iniziano ad avere incubi che l'indomani vedranno trasformati in realtà. I condomini del loro stesso palazzo muoiono in modo atroce e violento e loro lo sanno prima, lo vivono nel sogno, o meglio incubo. Ed è proprio per fuggire da questi incubi che decidono di uscire e ubriacarsi per dimenticare l'orrore. Così incontrano Angelo, che Viola definisce subito suo angelo custode. La verità e le avventure che dovranno affrontare sono però più grandi di tutti loro assieme...

Un libro che racconta un sogno o meglio un incubo... Chi lo sa? Ognuno può viverlo come vuole, un incontro tra il protagonista e una bella ragazza dai capelli rossi, le lentiggini e gli occhi verdi. Cosa succederà dopo questo incontro? Cosa scatenerà questo strano incontro in un parco buio e isolato? Un viaggio nel mondo dei vampiri, dei licantropi, degli zombie... Tutti argomenti ultimamente molto di moda a causa dei vari film, videogame e serie televisive... Ma è solo un sogno o pura realtà? Al lettore l'ingrato compito di scoprirlo. In fondo, "Io Vampiro" è il diario di un uomo stressato, che si trasforma in un vampiro stressato.

Nel manoscritto parlo della mia conversione, di quello che ero e cosa facevo prima della conversione, le brutte strade, i giri e le persone che frequentavo, donne, alcol, fino ad arrivare al cambiamento, a stare molto male, attacchi di panico che mi avevano rinchiuso in casa, fino all'incontro con Gesù e cominciare ad avere delle conversazioni con lui ed il cambiamento avuto grazie ad esse.

"Scrivo perché la gente ci tiene tanto a sapere perché scrivo, e cosa scrivo. Scrivo perché sono emotivo, sentimentale e permaloso. Scrivo perché sogno. Scrivo perché ho paura di essere dimenticato. Scrivo per regalare emozioni a chi ha voglia di leggermi e di riceverle. Scrivo perché spero. Scrivo perché amo la cultura. Scrivo perché ho letto. Scrivo perché odio la stupidità umana. Scrivo perché penso. Scrivo per abitudine, per passione. Scrivo perché tutto scorre troppo in fretta, gli attimi sono già ricordi e tutto è oblio... Scrivo perché credo. Scrivo per non morire. Scrivo perché ho bisogno di rileggere i miei pensieri, per dargli una forma e una consistenza... perché soffro, e probabilmente non smetterò mai di farlo, perché la sofferenza è parte integrante di me."

Il malvagio semidio Ajhara ha dominato incontrastato il mondo per trentamila anni, finché un gruppo di eroi non ha attentato alla sua vita. Unica sopravvissuta del gruppo, la giovane elfa Eisloy fugge con la mano mozzata del Semidio alla ricerca di un fantomatico eroe che si dice viva nelle lontane Terre d'Oltremare. Purtroppo, l'uomo che lei cerca è tutto, tranne l'eroe senza macchia e senza paura che lei si aspetta...Cinico, spietato e, tutto sommato, anche un po' vile, Glorius è infatti diventato famoso per mera fortuna o appropriandosi di meriti altrui. Interessato soltanto a curare la sua immagine e il suo portafoglio, viene costretto suo malgrado dalla dea Arthenias ad accettare l'incarico di aiutare la giovane Eisloy. Accompagnato dal Principe Amian, dal feroce nano Zhoterk e dal fedele scudiero Fellstar, si dirigerà dal Veggente di Goris per chiedere consiglio su come sconfiggere il nefasto semidio, mentre gli Oltremarini combattono per terra e per mare contro la potenza inumana di Ajhara, deciso più che mai a vendicarsi dell'affronto subito.

"Ogni giorno, nel caos ingarbugliato della vita, ci immergiamo, come in un fiume in piena diretto verso il mare, nella modernità e nella frenesia della vita quotidiana. Ogni giorno rischiando di perderci in uno o più sogni, sperando e fantasticando di venir trascinati oltre le banalità della vita, ci aggrappiamo a vane speranze. Ogni giorno, cercando la calma rasserenante, ci ritroviamo in balia di pensieri e solitudini ampliate, dove la via d'uscita è solo un miraggio. In questi giorni, inciampando nei ricordi, continuiamo a camminare, senza nessuna meta, cercando di ritrovare quelle 'brevi illusioni' di pura e consapevole forza. Non c'è vita senza sogni, non c'è esistenza senza fantasia, ma esiste un mondo dove cercare quella utopica libertà. Quindi, non ci resta che, zaino in spalle, partire. Camminando."

Vincenzo Vallone dai romanzi è passato alla grande poesia. La sua è una penna surreale, tutta tormentata dagli angoscianti dilemmi che ci prendono pensando alle finalità della vita, all'enigma dell'Aldilà. Abbiamo una poesia dai multiformi temi, in essi c'è del romantico, della drammaticità che ci afferra per tutta la persona e ci sconvolge. Sono versi con una propria forma di convinzione, evidenziati, come scolpiti, in spiritualità nella viva pietra. La poesia di Vincenzo Vallone ricercatore, filosofo, homo universalis è manifestazione luminosa della psiche umana. Sul piano della collocazione storica, queste poesie anno ascritte in un'area tra crepuscolarismo e nuova tendenza romantica.

Può un nome influire sulla vita di un neonato tanto da determinarne il percorso o l’aspetto fisico o addirittura la felicità? Certamente no. Perché allora tanto spesso i genitori s’intestardiscono a chiamare i propri figli con nomi che poi risultano una beffa, oppure, come dicono a Napoli, una cuffiatura? Beato o Felice suonano proprio come un insulto per chi è vissuto negli stenti e nelle disavventure. Tale stupida velleità mosse i genitori di alcuni personaggi, per i quali i nomi furono la persecuzione di una beffa per tutta la vita, come si vedrà nel racconto. Fra questi figura l’avvocato Fortunato Liberti che, a causa delle sue sventure, fu l’immagine della tristezza che, suo malgrado, riversò sul figlio Claudio. Questo giovane, anche lui esimio avvocato, dopo la perdita prematura della madre, visse l’adolescenza e la prima gioventù in un grigiore tale da non lasciargli i dolci ricordi che avrebbero potuto aiutarlo nei momenti difficili come la tragica morte del padre. Un agguato, di cui non fu subito chiarito il motivo, fu l’inizio del suo smarrimento che lo fece vivere come “una barca a vela che navigava senza meta nel mare della sua inquietudine".