Libri di Rinpoche Tenzin Wangyal
Guarire l'anima
Rinpoche Tenzin Wangyal
Libro
editore: Gruppo Editoriale Macro
anno edizione: 2017
pagine: 196
Pensa a un momento della tua vita in cui ti sei sentito completo, soddisfatto, pienamente vivo e "a casa" in te stesso. Immagina di poterti sentire così non solo di tanto in tanto, ma per la maggior parte del tempo. In questo libro, l'insegnante di meditazione Tenzin Wangyal illustra potenti pratiche che ti aiuteranno a connetterti profondamente con la tua natura autentica e a guarire la tua anima, affinché tu possa condurre una vita più gioiosa e appagata. Secondo gli insegnamenti buddisti, infatti, se l'anima è danneggiata, la propria forza fisica e la vitalità diminuiscono, si diventa malati e si può anche morire. Per risolvere questo problema, l'autore propone diverse pratiche per ritrovarla (il silenzio, lo spazio e l'immobilità nella natura) che conducono dentro di se dove è possibile analizzare, senza giudizio, le proprie esperienze dolorose. Partendo dagli insegnamenti tradizionali di recupero dell'anima del buddismo Bön tibetano, Tenzin Wangyal offre una guida pratica per superare ogni sensazione di disconnessione e insoddisfazione, e risvegliare la creatività, l'allegria e il senso di tranquillità che sono innati in te. Le tecniche presentate dall’autore, se praticate quotidianamente, possono aiutarti a: superare le difficoltà che la vita ti pone; far svanire le emozioni negative e coltivare qualità positive; rivitalizzare le relazioni personali e professionali; sentirsi più coinvolti e produttivi nel lavoro; sperimentare la guarigione su tutti i livelli, fisico, emotivo ed energetico; portare felicità e benessere agli altri. Avvalendoti delle meditazioni e delle pratiche informali proposte nel volume, puoi imparare ad attingere alla forza guaritrice della natura così come alla tua capacità di autoguarigione.
I movimenti magici di corpo, respiro e mente nello yoga tibetano
Alejandro Chaoul
Libro: Libro in brossura
editore: Astrolabio Ubaldini
anno edizione: 2023
pagine: 264
Che in Tibet esista una forma di yoga autoctono può sorprendere persino chi conosca il bön e il buddhismo tibetani, giacché gli insegnamenti giunti dal Tibet in Occidente, anche in tempi piuttosto recenti, si concentrano per lo più sulle pratiche di addestramento mentale, come la concentrazione e la visualizzazione. Dal punto di vista tibetano, quella del movimento magico è una tecnica per potenziare la meditazione rimuovendo gli ostacoli mentali e fisici, ma al lettore occidentale non deve sfuggire che nelle discipline asiatiche la ‘magia’ non ha molto a che fare con incantesimi e sortilegi, riguarda piuttosto gli stati interiori di trasformazione. Il movimento magico crea una trasformazione interiore e ha il potere di modificare l’esperienza del praticante e il suo stato mentale. Questo libro presenta il lignaggio del movimento magico descritto nel trattato bön dzogchen Trasmissione aurale dello Zhang Zhung, e in particolare nella “Quintessenza delle istruzioni orali”, redatta intorno all’XI o XII secolo, che insieme alla Trasmissione esperienziale di Drugyalwa Yungdrung e al Commentario dell’inizio del XX secolo di Shardza Tashi Gyaltsen (la cui traduzione è riportata in Appendice), costituisce la fonte principale degli insegnamenti per gli odierni praticanti bön, laici e monaci. Uno degli elementi che contraddistingue lo yoga tibetano è la funzione del respiro durante i movimenti; corpo e respiro non sono infatti il mero sostegno a una pratica incentrata sulla mente: ne sono l’oggetto principale; il praticante trattiene il respiro mentre muove il corpo, e lo rilascia solo alla fine del movimento, aprendo la possibilità di riconnettersi con il proprio stato mentale naturale. Solo da poco il movimento magico è praticato in Occidente, e Alejandro Chaoul, che lo ha studiato a fondo per oltre trent’anni, guida il lettore alla scoperta dei suoi segreti, illustrandone in dettaglio le pratiche e i benefici. Da ricercatore ha infatti condotto, in collaborazione con l’Istituto MD Anderson del Texas, diversi studi sugli effetti della pratica di questi movimenti in pazienti oncologici, che hanno messo in luce risultati promettenti, come la riduzione dello stress, l’eliminazione dei pensieri invasivi e una migliore qualità del sonno. Introduzione di Tenzin Wangyal Rinpoche.
Gli yoga tibetani di corpo, parola e mente
Rinpoche Tenzin Wangyal
Libro: Libro in brossura
editore: Astrolabio Ubaldini
anno edizione: 2012
pagine: 216
Tutti cerchiamo la felicità e le sue cause e desideriamo un sollievo dalla sofferenza, ma di solito la cerchiamo nei posti e nei modi sbagliati. La radice della sofferenza è la mente che si attacca al sé: da essa sorgono l'avversione e le altre afflizioni. Per porre fine a questo ciclo, Wangyal attinge a una vasta gamma di pratiche legate al corpo, alla parola e alla mente, tratte prevalentemente dal bon, la tradizione autoctona del Tibet precedente all'introduzione del buddhismo dall'India nel settimo secolo. Alcuni di questi insegnamenti erano fino a poco tempo fa strettamente segreti: un tempo, chi era intenzionato a riceverli era disposto a viaggiare per giorni a piedi e andare incontro a grandi difficoltà pur di avervi accesso. Quando sappiamo come utilizzarli, il corpo, la parola e la mente ci offrono un'opportunità costante di stabilire un legame con la nostra vera natura. Wangyal mostra le chiavi per aprire le tre porte: quale scegliere? Se il problema che disturba è di natura fisica sarà più indicata una pratica legata al corpo. Se il dolore è più legato all'energia o alla parola, sono più adatte le pratiche della parola, del suono o dell'energia. I disturbi di natura mentale rispondono bene alle pratiche che privilegiano il lavoro sulla mente. Ma corpo, parola e mente sono sempre connessi tra loro. Ciò che accade fuori di noi ha un effetto su ciò che accade dentro e viceversa.