Libri di Roberto Tirelli

Il Comune di Talmassons è stato particolarmente ricco di personalità ecclesiastiche cui ha dato i natali dal principe arcivescovo di Trento, Eugenio Valussi, al grande teologo Cornelio Fabro, a tanti altri sacerdoti che hanno svolto il loro ministero facendosi apprezzare dalle comunità nelle quali hanno operato. A questi ora possiamo aggiungere anche don Giuseppe Vasinis nativo di Flambro e primo parroco di Flumignano, che oltre ad aver offerto uno splendido esempio di pastore durante le due guerre mondiali del secolo scorso ed aver valorizzato la parrocchia affidatagli, ha coltivato una passione unica per la musica sia sacra che profana, rivelandosi un compositore di grande vaglia seppur sconosciuto ai più.

La forza di volontà, il non arrendersi alla frustrazione e allo sconforto di un cambiamento radicale, seppur momentaneo, della vita, portano a fare gesti inconsulti, ma che ti fanno sentire vivo e danno la forza di combattere positivamente quello che può sembrare la fine di una vita normale. Così il nostro protagonista si riscopre ammaliato da una donna che lo coinvolgerà in situazioni non proprio consuete, ma che gli daranno la forza di combattere un grave infortunio, riuscendo a reagire, pur non dimenticando mai i valori veri che lo hanno accompagnato fino a quel momento, amicizie e amori, che daranno la svolta totale alla sua vita.

Il protagonista di questa storia, che si svolge in un piccolo paese della Sicilia Occidentale, si scopre innamorato già in tenera età di una bambina. Questo sentimento gli cambierà il proseguo della vita, ma gli darà anche la forza di coltivare questo amore e farlo crescere. Nonostante le difficoltà del tempo, l'emigrare alla ricerca di una nuova e migliore posizione, la lontananza, questo amore li terrà uniti per tutta la vita, costruendo una famiglia e trovando la felicità.

Quasi mille anni di storia dell'umanità sono stati convenzionalmente definiti "medio evo", ponendo come date di riferimento il 476, caduta dell'Impero romano d'Occidente, e il 1492, scoperta dell'America. Questa sequenza di secoli, a lungo vituperati per essere oscuri, riserva ancora delle sorprese a chi desideri conoscerne personaggi e vicende. Il medio evo di una vasta regione d'Europa, senza riferimenti agli attuali confini politici o nazionali e, persino, a quelli geografici, è il Patriarcato di Aquileia. Il cristianesimo, nato e diffuso in questa città, una della più grandi e fiorenti dell'Impero romano e collocata in una posizione strategica nell'alto Adriatico, nel suo raggio di "conversione" ha creato un vero e proprio "governo delle anime", presto divenuto "governo delle terre". Dopo che, nel 452, Attila con i suoi unni ha distrutto Aquileia, condannandola a essere sepolta, gli scavi archeologici ne hanno rivelato la straordinaria ricchezza culturale, già mantenuta viva dal Patriarcato come preziosa eredità. La leggenda fondatrice, il probante sangue dei martiri, la coraggiosa difesa di una identità teologica, hanno fatto dei patriarchi i protagonisti di un'utopia, la "res publica christiana". Un incancellabile segno nella storia.