Libri di Rodolfo Maffeis
Le belle immagini. Sebastiano Ricci e Firenze
Rodolfo Maffeis
Libro: Libro in brossura
editore: Mandragora
anno edizione: 2025
pagine: 136
«In tanta varietà di scuole si empì la mente di belle immagini»: nella pagina di Lanzi, Sebastiano Ricci è un artista mobile e vitale, il cui intenso viaggiare tra i centri dell’arte italiana si dimostra un atto di conoscenza, una periegesi di connessioni visive. Nella sua pittura confluiscono le forme di una vasta tradizione, che include anche altre arti e media, a configurare una intrinseca molteplicità e intertestualità dell’immagine, secondo il tropo della mimesis elettiva. E il fine della sua arte non sembra più essere l’asserzione di un principio, ma un nuovo piacere della visione. Con questa sua dote di abile vocabolarista, di superatore di correnti in un’ottica combinatoria, Ricci sarebbe forse rimasto un eclettico pittore del tardo barocco, se non fosse giunto a Firenze dove tra il 1705 e il 1707 compose in Palazzo Marucelli un ciclo di affreschi e tele che è a tutt’oggi il suo complesso decorativo più innovativo e articolato, e l’unico a essersi conservato interamente nel luogo d’origine. Il volume analizza gli aspetti teorici dell’estetica riccesca, dalla giovinezza alla prima maturità, seguendolo nel suo sfrecciare attraverso le città e gli stili, fino all’approdo fiorentino. Qui, focalizzandosi sul cantiere marucelliano, sondato sala per sala, si portano a emersione le relazioni istituite dal pittore con i propri collaboratori e con il contesto: in particolare con la grande statuaria dell’età della Maniera, a cui forse fu avviato da interessi di comunicazione politica e di posizionamento culturale dei committenti. Di fatto, le formule impervie e sfidanti dei manieristi si trasferirono dai piedistalli alle pareti, e l’oggetto osservato finì per modificare l’osservatore, esercitando la propria influenza e generando un quantum di variazione che marca davvero un prima e un poi nella storia della pittura italiana.
Leonardo: arte come progetto. Studi di storia e critica d'arte in onore di Pietro C. Marani
Libro
editore: Bologna University Press
anno edizione: 2022
pagine: 244
Questa raccolta di saggi e ricerche è un omaggio da parte di amici, colleghi e allievi a Pietro C. Marani, come riconoscimento della sua attività scientifica e della dedizione da lui profusa nell'insegnamento universitario. Gli studi che compongono il volume sono tutti inediti e riguardano Leonardo da Vinci - autore a cui Marani ha dedicato la maggior parte delle proprie ricerche e del quale è tra i massimi esperti a livello internazionale - con l'intento di offrire un aggiornamento su un ampio ventaglio di temi leonardeschi di ambito artistico, scientifico e di fortuna critica. Paradigma del "progetto dell'arte", Leonardo è motivo di ispirazione costante per molti settori della ricerca universitaria ed è qui fatto oggetto di studio multidisciplinare da parte di una platea internazionale di specialisti che da molti anni intrattengono con Marani un fruttuoso dialogo sulla figura del Vinci. Il volume include la bibliografia completa delle pubblicazioni dello studioso. Pietro C. Marani è Professore Ordinario di Storia dell'arte moderna e Museologia al Politecnico di Milano. È stato direttore della Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici di Milano e vicedirettore della Pinacoteca di Brera. Condirettore del restauro del Cenacolo e coautore dei cataloghi di importanti mostre internazionali su Leonardo da Vinci - Milano, Palazzo Reale; Parigi, Musée du Louvre; New York, Metropolitan Museum of Art - su Michelangelo e sugli artisti lombardi. È membro della Commissione Nazionale Vinciana e presidente dell'Ente Raccolta Vinciana.
Benedetto Luti. L'ultimo maestro
Rodolfo Maffeis
Libro: Copertina rigida
editore: Mandragora
anno edizione: 2012
pagine: 340
Vissuto in un secolo di ambizioni enciclopediche e attraversato da movimenti internazionali, Benedetto Luti fu nel suo tempo un pittore importante e celebre. Per tutto il Settecento parlano di lui le opere compilative di biografie d'artisti, sia di parte romana sia di parte fiorentina, così come la letteratura artistica francese e inglese. è costante la sua collocazione a sigillo della scuola fiorentina e, come ultimo grande di quella tradizione travasata a Roma, in stretto contatto e continuità con Carlo Maratti. Nato a Firenze nel 1666, visse l'ultima stagione della committenza medicea come allievo di Anton Domenico Gabbiani; nel 1691, all'età di 25 anni, fu inviato a Roma sotto la protezione del granduca Cosimo III, che gli concesse di abitare e di tenere bottega in Palazzo Medici in Campomarzio, dove risiedette per tutta la vita con la moglie e i quattro figli. Frequentò attivamente l'Accademia di San Luca, di cui divenne Principe nel 1720, e la Congregazione dei Virtuosi del Pantheon, di cui fu Reggente nel 1708 e 1709. Pittore riflessivo, rigoroso, perfezionista, autore di uno stile inimitabile per lo studio estremo in cui lo raffinò, dipinse poco per le chiese di Roma ma divenne celebre per i dipinti di soggetto mitologico, ricercati dai maggiori mecenati del tempo, da Pietro Ottoboni a Clemente XI Albani, dall'elettore palatino Johann Wilhelm a Lothar Franz von Schönborn.