Libri di Salvatore Ricciardo
Galileo ritrovato. La lettera a Castelli del 21 dicembre 1613
Michele Camerota, Franco Giudice, Salvatore Ricciardo
Libro: Copertina morbida
editore: Morcelliana
anno edizione: 2019
pagine: 96
Il racconto della scoperta, alla Royal Society di Londra, della lettera originale di Galileo all'allievo Benedetto Castelli su cui si basa la condanna del copernicanesimo da parte della Chiesa. La lettera, che si credeva perduta, rappresenta uno snodo nella nascita della cultura moderna: per la prima volta Galileo, nel difendere la teoria eliocentrica, rivendica la necessità di distinguere l'ambito della scienza da quello della Sacra Scrittura. Con la trascrizione del manoscritto, dove si possono vedere le correzioni apportate da Galileo alla lettera quando fu avvertito di essere stato denunciato alle autorità ecclesiastiche.
Della misura dell'acque correnti-Alcuni opuscoli filosofici
Benedetto Castelli
Libro: Libro in brossura
editore: Morcelliana
anno edizione: 2018
pagine: 176
"La prima delle opere presentate in questo volume, 'Della misura dell'acque correnti' (1628), segna l'inizio del periodo più importante della vita di Benedetto Castelli (1577/78-1643), il primo dei discepoli diretti di Galileo e fondatore di una scuola che ebbe tra i suoi allievi matematici e filosofi del calibro di Evangelista Torricelli, Bonaventura Cavalieri e Giovanni Alfonso Borelli. Originario di Brescia, dopo essere entrato nell'ordine benedettino cassinese Castelli si trasferì a Padova, dove conobbe il maestro e iniziò a collaborare con lui dapprima alle indagini astronomiche e successivamente agli studi sul galleggiamento dei solidi. Questi ultimi lo condussero ad approfondire le tematiche oggetto del trattato sulle acque correnti, la cui pubblicazione seguì di poco il suo trasferimento a Roma alle dipendenze dei Barberini e la nomina alla cattedra di matematica della Sapienza. Durante la lunga permanenza alla corte papale, durata pressoché fino alla morte, Castelli conservò sempre il desiderio di tornare in Toscana per riavvicinarsi a Galileo. Almeno in un caso agì concretamente in questa direzione, incontrando l'opposizione di Urbano VIII e soprattutto del potente cardinal nipote Francesco Barberini. 'Della misura dell'acque correnti' rappresenta un esempio particolarmente significativo dell'applicazione della matematica alla fisica posta da Galileo al centro della nuova scienza del moto, ma Castelli seguì il maestro anche sul versante più strettamente filosofico, condividendo con lui la concezione corpuscolare della materia e la nuova concezione delle qualità sensibili presente nel 'Saggiatore' (1623). Tematiche, queste, che trovano sviluppo negli 'Opuscoli filosofici', presentati qui in un'edizione critica. Scritti nella seconda metà degli anni Trenta e pubblicati postumi nel 1669 per iniziativa del principe Leopoldo de' Medici, essi testimoniano il tentativo del discepolo di ampliare l'orizzonte delle dottrine e del metodo del maestro, nonostante il particolare clima culturale instauratosi all'indomani del processo e della condanna del 1633." (Il curatore)
L'evoluzionismo prima di Darwin. Baden Powell e il dibattito anglicano (1800-1860)
Pietro Corsi
Libro: Libro in brossura
editore: Morcelliana
anno edizione: 2025
pagine: 496
Questo studio intende ricostruire il contributo di Baden Powell (1796-1860) ai dibattiti sulla metodologia della scienza, sulla teologia naturale e sulla questione della specie, nel contesto della cultura anglicana – e non solo – dei primi decenni dell'Ottocento. Un pensatore dimenticato dalla storiografia sull'Inghilterra vittoriana, la cui carriera rispecchia le trasformazioni culturali delle élite inglesi dell'epoca: dalla prima giovinezza trascorsa negli ambienti ultra-conservatori della High Church, agli studi all'Oriel College di Oxford, fino alla frequentazione dell'intellighenzia londinese degli anni Quaranta. Nei diversi contesti culturali e politici, Powell si pone alla costante ricerca di una conciliazione tra la fede anglicana e la modernità teologica, scientifica e filosofica, nella convinzione che solo tale coraggioso compromesso avrebbe consentito di reggere la pressione politica e culturale della nuova classe urbana mercantile, industriale e professionale. In questo sforzo rientra la sua battaglia per una teologia naturale in grado di spiegare la successione delle forme di vita nel corso delle ere geologiche, condotta ben prima della pubblicazione dell'Origine delle specie (1859). Se gran parte della storiografia darwiniana ha cercato di ricostruire l'epoca di Darwin attraverso le sue opere, studiare Powell significa prendere in esame un testimone del suo tempo, mettendo in luce il clima culturale all'interno del quale la questione della storia dell'universo era ricompresa in ben più ampie considerazioni sul futuro dell'Inghilterra.
Il dibattito sul vuoto nel XVII secolo. Antologia di testi
Libro: Libro in brossura
editore: Carocci
anno edizione: 2017
pagine: 214
Nel 1610 l'immagine dell'universo cambiò: grazie alle sue osservazioni telescopiche, nel "Sidereus Nuncius" Galileo metteva la parola une al dogma aristotelico dell'incorruttibilità dei cieli. Nel 1638, con i "Discorsi e dimostrazioni matematiche intorno a due nuove scienze", lo scienziato pisano prese di mira un altro principio della fisica aristotelica, che faceva della natura il garante della pienezza e dell'armonia del mondo terrestre. Galileo mostrava che la forza con cui la natura resisteva alla formazione del vuoto non era infinita, bensì limitata e misurabile sperimentalmente. Il vuoto usciva così dal regno dell'impossibile in cui da secoli l'aveva confinato Aristotele. Pochi anni dopo, uno dei discepoli più promettenti di Galileo, Evangelista Torricelli, con il suo famoso esperimento barometrico apriva la strada al definitivo tramonto della dottrina aristotelica dell'horror vacui e all'affermarsi della teoria della pressione, successivamente oggetto degli esperimenti di Pascal in Francia e Boyle in Inghilterra. Il volume offre gli strumenti per approfondire questo importante capitolo della storia della scienza moderna, nel quale esperimenti rivoluzionari andarono di pari passo con polemiche accese.
Robert Boyle. Un naturalista scettico
Salvatore Ricciardo
Libro: Libro in brossura
editore: Morcelliana
anno edizione: 2016
pagine: 272
"Se dovessimo definire Robert Boyle, l'espressione più opportuna sarebbe indubbiamente quella che egli stesso impiegò come titolo del libro che rappresenta il suo testamento intellettuale, 'Il Virtuoso Cristiano'. Boyle incarnò infatti in modo esemplare quella metamorfosi del virtuoso che ebbe luogo a partire dalla metà circa del XVII secolo, quando la figura del gentiluomo pio dedito al sapere entrò progressivamente tra gli attori del rinnovamento delle scienze naturali. Da erudito interessato alle curiosità naturali e depositario di un sapere improntato alla tradizione classica, egli cominciò a guardare agli sviluppi della nuova scienza, pur conservando quell'eclettismo caratteristico dei gentlemen di inizio secolo. Accanto alle scienze naturali, Boyle coltivò interessi letterari, si occupò di filosofia morale e di esegesi biblica. I suoi studi teologici, insieme all'autorità di cui godeva come filosofo della natura, fecero di lui un protagonista del dibattito sul rapporto tra nuova filosofia e religione che animò la scena culturale inglese nei decenni successivi alla Restaurazione. Per Boyle, come per altri nomi della scienza seicentesca, lo studio del mondo naturale non fu affatto slegato da presupposti di carattere metafisico e teologico, come l'immortalità dell'anima e la resurrezione del corpo. Analizzando il contesto in cui emergono questi temi e il loro significato, il volume aiuta a comprendere la figura di Boyle come 'teologo laico'."
L'evoluzionismo prima di Darwin. Baden Powell e il dibattito anglicano (1800-1860)
Pietro Corsi
Libro: Libro in brossura
editore: Morcelliana
anno edizione: 2014
pagine: 496
Questo studio, per la prima volta tradotto in italiano, intende ricostruire il contributo di Baden Powell (1796-1860) ai dibattiti sulla metodologia della scienza, sulla teologia naturale e sulla questione della specie, nel contesto della cultura anglicana - e non solo - dei primi decenni dell'Ottocento. Un pensatore dimenticato dalla storiografia sull'Inghilterra vittoriana, la cui carriera rispecchia le trasformazioni culturali delle élite inglesi dell'epoca: dalla prima giovinezza trascorsa negli ambienti ultra-conservatori della High Church, agli studi all'Oriel College di Oxford, fino alla frequentazione dell'intellighenzia londinese degli anni Quaranta. Nei diversi ambienti culturali e politici, Powell si pone alla costante ricerca di una conciliazione tra la fede anglicana e la modernità teologica, scientifica e filosofica, nella convinzione che solo tale coraggioso compromesso avrebbe consentito di reggere la pressione politica e culturale della nuova classe urbana mercantile, industriale e professionale. In questo sforzo rientra la sua battaglia per una teologia naturale in grado di spiegare la successione delle forme di vita nel corso delle ere geologiche, condotta ben prima della pubblica-zione dell'Origine delle specie (1859). Se gran parte della storiografia darwiniana ha cercato di ricostruire il tempo di Darwin attraverso le sue opere, studiare Powell significa prendere in esame un testimone del suo tempo, mettendo in luce il clima culturale...