Libri di Sandro Bernardi
Kubrick e il cinema come arte del visibile
Sandro Bernardi
Libro: Libro in brossura
editore: Cue Press
anno edizione: 2020
L’esperienza cinematografica di Kubrick ha segnato la storia culturale del Novecento, diventando, di fatto, vero e proprio termine di paragone per tutti i registi successivi: da Orizzonti di Gloria a Spartacus e 2001: Odissea nello Spazio, da Shining a Barry Lyndon e Arancia Meccanica, fino alla "pellicola-testamento" Eyes Wide Shut, il cineasta britannico ha saputo reinterpretare i temi e generi più disparati realizzando sempre autentici capolavori. Nel presente volume, Bernardi, seguendo spesso originali chiavi di lettura, ci accompagna in un’approfondita analisi del lavoro del grande regista, dove personaggi, trama, ambientazioni e luci si compongono in un mosaico perfetto, in cui regna il perfezionismo stilistico di Kubrick.
L'avventura del cinematografo. Storia di un'arte e di un linguaggio
Sandro Bernardi
Libro: Libro in brossura
editore: Marsilio
anno edizione: 2007
pagine: 356
"Contese, sfide, battaglie, dichiarazioni, amori e tempeste", direbbe Cervantes. La storia del cinema non ha forse realizzato tutto quello che sognava Don Chisciotte, il grande paladino dell'immaginario? Il linguaggio delle ombre, nuovo e nello stesso tempo antichissimo, non è ancora oggi, anzi più che mai, capace di trasformare in giganti tutti i mulini a vento del mondo? Ma quali leggi regolano i suoi moderni incantamenti? Quali strumenti di magia si è costruito da solo o con la nostra partecipazione nel tempo? Dalle prime attrazioni di fiera, alle grandi architetture narrative del cinema classico, ai fascinosi labirinti digitali contemporanei, quanta strada, quante idee, quante avventure e quanti cambiamenti.
Il paesaggio nel cinema italiano
Sandro Bernardi
Libro: Libro in brossura
editore: Marsilio
anno edizione: 2002
pagine: 232
Che rapporto c'è nel cinema tra paesaggio e racconto, tra paesaggio e personaggi, tra paesaggio e sguardo? Spesso il cinema classico sceglie o inventa i suoi spazi a uso e consumo delle storie che narra, magari mettendo assieme luoghi lontani tra loro. La prima parte del libro descrive la funzione trasgressiva che il paesaggio ha spesso avuto nel cinema, tanto da farne una delle esperienze più interessanti del Novecento. Non si tratta solo di estetica, ma anche di etica, perché imparare a guardare è una tappa importante nella conoscenza di noi stessi, del nostro mondo e dei nostri limiti. Lo studio di alcuni film di Antonioni, nella seconda parte del volume, tende a mettere in luce questa duplice valenza del paesaggio.
Linguaggio e retorica del cinema
Sandro Bernardi
Libro: Libro in brossura
editore: Cue Press
anno edizione: 2018
Questo libro si propone di illustrare il doppio regime di rappresentazione su cui è fondato il cinema. Da una parte quello visivo, caratteristico delle immagini, che consiste nell’arte del mostrare; dall’altra parte quello discorsivo, in cui le immagini vengono connesse e coordinate in un discorso e in un racconto. Questi due livelli, per quanto inseparabili, non sono identici e si influenzano e si modificano reciprocamente, facendo del cinema un’arte di confine fra il dire e il mostrare, fra il parlare e il tacere. Partendo da una descrizione della cultura immaginifica in cui nasce il cinema alla fine dell’Ottocento, l’autore approfondisce il carattere ambiguo dell’esperienza visiva, razionale e selvaggia, distaccata e coinvolgente, per passare poi ad una riflessione su come le immagini si compongano in un unico discorso e come nasca, dal loro accostamento, un senso che è diverso dalla loro mera rappresentazione. Anche il rapporto fra tecnica e teoria assume un’importanza affatto nuova, fino a suggerire una vera e propria teoria della tecnica. Si passa poi alla figura del narratore cinematografico: chi racconta le storie, chi mostra le immagini che vediamo? E da questa nasce un’ulteriore domanda: a chi si rivolge il film? Chi è il misterioso destinatario seduto nella sala buia? Emerge così la figura dello spettatore, autentico interprete del film. Ma in che senso lo spettatore ne è interprete?