Libri di Silvia Chiarante
Requiem dell'esilio
Silvia Chiarante
Libro: Libro rilegato
editore: Le Mezzelane Casa Editrice
anno edizione: 2018
pagine: 96
"Requiem dell’esilio" è una silloge di quarantuno poesie, composte nell’arco di circa due anni, tra il 2015 ed il 2016. L’opera richiama suggestioni gotiche, sviluppandone le tematiche con stile ermetico e decadente. Alla distruzione del concreto ed alla putrefazione del sé, seguono la solitudine per la distanza dalla propria bugiarda e malinconica ossessione e l’angoscia estraniante dello scarto da se stessi. Quest’ultima conduce alla traslazione del sentimento di lontananza dall’oggetto del pensiero in quello della percezione dell’esilio come condizione insondabile dell’uomo, l’esistenza. La raccolta si compone di due tempi e di un’appendice, a seguire l’incedere delle processioni interiori da cui prendono le fila le liriche.
Opera al nero
Silvia Chiarante
Libro
editore: Giovane Holden Edizioni
anno edizione: 2015
pagine: 88
Opera al Nero è una silloge di poesie gotiche che indagano, celebrano e si inchinano alla condanna della non corrispondenza tra lo sguardo, l'anima e il fato. Sono la veglia eterna di un amore senza speranza e la biografia di una lontananza, da esso e dalla propria vita, preda di una sensibilità inquieta ed esasperata. L'assenza, la morte e il dolore da esse causato sono il filo conduttore della raccolta: la solitudine percepita nel sentire che la persona amata, il tempo e l'esistenza non corrispondono, la difficoltà a vivere l'istante con il peso del distacco e dello smarrimento addosso. Il titolo denuncia l'idea di una prima, fondamentale e forse perenne, fase di trasformazione: la dissoluzione del punto di vista impressa nella vena decadente dei versi, la tendenza a indugiare sulla caducità e sui richiami simbolici. Un verso indiretto nella composizione ma, forte del suo simbolismo, più diretto al sentire; liriche che nella loro oscurità criptano messaggi permeati di richiami metaforici, malattia, pathos e anagrammi che danno origine a inevitabili gorghi di ossessione. Per chi percepisce in maniera più sofferta il contatto con la realtà e con l'Altrove, deve poter esistere un modo diverso di vivere le parole e la poesia deve rivendicare questa esigenza, richiamare immagini e musicalità che marchino coscienza e orecchio con suadente brutalità, portando in superficie alterità celate all'immediatezza dei sensi.