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Libri di Simona Previti

Claudia Cardinale

Claudia Cardinale

Simona Previti

Libro: Libro in brossura

editore: L'Epos

anno edizione: 2011

pagine: 256

Claude Josephine Rose Cardin, nata a Tunisi da genitori di origine siciliana, diventerà per tutti: Claudia Cardinale. Chi non ricorda l'ingresso in scena di Angelica sulla porta dei Salina ne "Il Gattopardo"? Il grande attore crea egli stesso lo spazio. Lo descrive, lo riempie. Di fronte alla macchina da presa quel suo corpo maestoso ha un forte potere di "apparizione"; il suo viso è un punto luce che attira a sé. Un volto meraviglioso che seppe spostare i riflettori di un concorso di bellezza, dal palco al pubblico, eleggendola "La piú bella italiana di Tunisi". La sua particolare fotogenia la imporrà nei primi ruoli ("Tre straniere a Roma", "I soliti ignoti", "Un maledetto imbroglio"); poi una strada sempre piú rapida verso il successo, i grandi titoli e le grandi interpretazioni: "Il bell'Antonio", "I delfini", "Rocco e i suoi fratelli", "La viaccia", "La ragazza con la valigia", "Senilità", fin poi al '63, l'anno dell'affermazione divistica con "Il Gattopardo" di Visconti e "81/2" di Fellini.
23,80

Isole di cinema. Figure e forme dell'insularità

Isole di cinema. Figure e forme dell'insularità

Simona Previti

Libro: Libro in brossura

editore: Fondazione Ente dello Spettacolo

anno edizione: 2010

pagine: 136

Che cos'è un'isola? Perché definire un paesaggio come “insulare”? La chiusura, la delimitazione ne fanno uno spazio sottratto dalla realtà quotidiana, ma allo stesso tempo affacciato sull'infinito – spazio chiuso, delimitato dai suoi bordi, dal cerchio dell’orizzonte; l’immensità però lo circonda. L’isola si pensa sempre rispetto a ciò che non è. Una dimensione spazio-temporale altra: si parte per rifugiarsi, evadere, per chiudersi entro i suoi confini protettivi, come vogliono tutte le fughe insulari della storia. Ma il cerchio non sempre protegge, a volte imprigiona, trattiene – isola-edenica/isola-inferno. Al cinema, l’insularità è condizione che incide fortemente sulla creazione: significa lasciare che qualcosa del luogo entri nel modo di filmare, sapere che qualcosa modificherà lo sguardo. Tutti i film insulari ritornano su forme simili di trattamento dello spazio – da Stromboli di Rossellini a Monica e il desiderio di Bergman, da L’avventura di Antonioni a Ai confini del mondo di Powell (ecc.) – un sistema di rime figurative che nasce per induzione dalla materia stessa dell’isola. I racconti dei set lo testimoniano: racconti di situazioni insulari tanto quanto i posti in cui si trovano, luoghi in cui ci si costringe per portare avanti progetti “impossibili”. Una piccola troupe, un numero ristretto di persone che si autoconfina; l'isolamento, il maltempo. Il film su un'isola è innanzitutto un'isola.
10,00

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