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Fondazione Ente dello Spettacolo

Come in uno specchio. Per una teologia del film

Gianfranco Ravasi

Libro: Libro in brossura

editore: Fondazione Ente dello Spettacolo

anno edizione: 2020

pagine: 48

La collana "Lo Spirito del cinema" che Fondazione Ente dello Spettacolo battezza con questo testo del cardinale Gianfranco Ravasi si propone di indagare la testimonianza cinematografica nel suo rapporto con l'esperienza del Sacro. È una vena ricca e generosa che caratterizza da sempre la produzione filmica: a volte è marcatamente visibile, più spesso – ed è fonte di maggiore interesse – scorre e anima dall'interno un'opera: l'autore la narra con le sue storie e la offre alla risonanza della vita dello spettatore più accorto. È alla sensibilità umana, alla competenza teorica, alla ricchezza di sguardo di teologi, filosofi e maestri di estetica che chiederemo saggi brevi per offrire mappe e percorsi di navigazione per incamminarsi sulle tracce del Sacro nel cinema. Iniziamo l'inedito cammino fondando la condizione di possibilità di questo percorso. «Nelle Scritture cristiane e nella Tradizione – scrive nel libro il Cardinale Gianfranco Ravasi – la domanda di fondo sulla rappresentabilità del sacro è subito evasa in senso favorevole, non solo perché il linguaggio teologico è di sua natura simbolico e analogico, ma anche perché il cristianesimo ha nel suo cuore l'Incarnazione che vede nel volto umano di Gesù di Nazareth una eikôn, un'icona, un'immagine del Dio invisibile». Ogni pubblicazione si interrogherà sullo statuto teologico del cinema proponendo due vie per avvicinare questa alta vetta: il sentiero dell'analisi filmica e quello delle diverse discipline della riflessione credente.
8,00 7,60

Rapporto cinema 2019. L’anno Zeta dell’audiovisivo

Fondazione Ente dello Spettacolo

Libro: Libro in brossura

editore: Fondazione Ente dello Spettacolo

anno edizione: 2020

pagine: 184

Come la Generazione Z – la prima vera generazione nativo-digitale – si accosta al cinema, attraverso quali strumenti, con quali aspettative e valenze; come l’esperienza del cinema si differenzia dall’esperienza di altri media; quali sono i luoghi e quali i touch point che preferiscono, come li utilizzano e quali valenze assume la fruizione di cinema in ciascuno di essi; soprattutto quali sono le valenze relazionali: con chi gli Zeta guardano i film, con chi e come ne parlano; quali sono i loro immaginari cinematografici. Giunto alla sua decima edizione, il Rapporto Cinema nella prima parte presenta la ricerca condotta dall’Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo e dal Dipartimento di Scienze della Comunicazione e dello Spettacolo – Sezione Cinema dell’Università Cattolica del Sacro Cuore su un campione di ragazzi e ragazze fra i 10 e i 19 anni, che fornisce una ricostruzione delle abitudini di fruizione dei più giovani, con particolare riferimento a come il cinema si intreccia alle dinamiche relazionali interne alla famiglia e a quanto le loro pratiche di fruizione cinematografica e l’esperienza del cinema influiscono sui processi identitari, sugli immaginari e sulle dinamiche relazionali. La seconda parte del volume è invece dedicata alla raccolta degli interventi di importanti giornalisti di settore, critici cinematografici, professionisti ed esperti di comunicazione che si sono confrontati in occasione del Seminario Il futuro della comunicazione del cinema in Italia: problemi e prospettive, organizzato dalla Fondazione Ente dello Spettacolo. Un dibattito vivace e ricco di spunti sui cambiamenti di scenario che stanno avvenendo nel panorama della comunicazione e dei prodotti audiovisivi, determinati soprattutto dall’imporsi dei nuovi players della distribuzione e della produzione, ovvero le piattaforme.
15,90 15,11

Dal possesso all'accesso. L'industria audiovisiva ai tempi dello streaming

Bruno Zambardino

Libro

editore: Fondazione Ente dello Spettacolo

anno edizione: 2015

pagine: 260

L’affermarsi del nuovo ecosistema digitale sta aprendo la strada a una moltiplicazione dei canali di distribuzione dei contenuti facilitando l’emergere di nuove forme di accesso e fruizione, personalizzate, flessibili e in mobilità. Il settore audiovisivo diventa sempre più il cuore pulsante della nuova filiera dei contenuti mentre cresce la pressione competitiva tra soggetti tradizionali e nuovi operatori globali: non esistono più rendite di posizione, il perimetro di gioco si estende a dismisura, e si assiste a una rapida ridefinizione dei modelli di business e a un riposizionamento dei vari player all’interno del mercato della produzione e distribuzione dei contenuti. Il nuovo panorama può offrire grandi opportunità al mondo della creatività e della produzione indipendente, tenendo conto che i volumi di consumo audiovisivo non hanno mai registrato tassi di crescita così elevati come in questi anni. D’altra parte, il complesso scenario in forte trasformazione descritto pone due importanti sfide: da un lato l’industria dei contenuti audiovisivi dovrà sperimentare con coraggio nuovi modelli commerciali e distributivi e strategie di ampliamento di un pubblico diversificato e sempre più esigente; dall’altro le istituzioni dovranno essere capaci di elaborare politiche pubbliche a livello regionale, nazionale ed europeo più appropriate al nuovo contesto per valorizzare la produzione originale e stimolare la creatività e l’innovazione dei linguaggi. Queste le premesse sui cui poggia l’impianto concettuale di questo lavoro, che tenta di fornire un contributo di riflessione e di approfondimento di natura trasversale sulle dinamiche evolutive del settore audiovisivo con l’intento di disegnare un quadro di insieme delle varie componenti della filiera e della domanda, quindi di declinarle sotto il profilo normativo, tecnologico ed economico e infine di proporre chiavi di lettura e di analisi capaci di interpretare i cambiamenti in atto.
12,90 12,26

Sergio Leone. Il cinema come favola politica

Sergio Leone. Il cinema come favola politica

Christian Uva

Libro

editore: Fondazione Ente dello Spettacolo

anno edizione: 2013

pagine: 224

Sergio Leone. Spettacolo, mito, favola. Se queste sono le principali coordinate all’interno delle quali la produzione filmica di Sergio Leone è stata tradizionalmente collocata è tuttavia necessario evidenziare come tale orizzonte trovi la sua principale ragion d’essere in una corposa istanza politica articolata su più livelli. Il cinema leoniano è anzitutto la testimonianza di uno sguardo profondamente critico tanto nei confronti della materia raccontata quanto nei riguardi degli stessi dispositivi linguistici e drammaturgici che ne presiedono la messa in forma. Lontana da qualsiasi intenzionalità “militante” e sfuggente a qualunque classificazione ideologica, quella abbracciata da Leone è una prospettiva profondamente problematica e non riconciliata poiché intimamente fondata sulla compresenza di istanze in perenne, ma produttiva, tensione e instabilità. L’aggettivo politico assume ulteriore significato nel momento in cui segnala una lucida capacità di raccontare e interpretare aspetti salienti dell’identità e della storia italiane. Il carattere fondamentalmente astratto della sua produzione, emergente da un impiego tutto personale dei generi, costituisce in tal senso la prospettiva ideale in cui il regista inserisce riferimenti simbolici alla storia e all’attualità, mentre sul piano stilistico la continua rottura dei moduli classici e la costante necessità di rivoluzionare la forma appaiono mossi, pur all’interno di una concezione spettacolare e industriale della settima arte, da una volontà tutta autoriale di fare film politicamente.
12,90

Jerry Lewis. Il corpo pop dell’inconscio americano

Matteo Pollone

Libro: Libro in brossura

editore: Fondazione Ente dello Spettacolo

anno edizione: 2025

pagine: 208

Jerry Lewis (1926-2017) è stato uno dei più grandi attori comici della storia del cinema. Erede della tradizione del vaudeville e del cinema muto, si affaccia sulla scena americana (inizialmente in coppia con Dean Martin) alla fine degli anni Quaranta, adattandosi a contesti e forme espressive diverse: Jerry Lewis è un entertainer nei night club, uno showman televisivo, un attore cinematografico, un fumetto, occasionalmente un “crooner”. Dal 1960 è anche regista: i suoi film sono raffinatissime riflessioni teoriche sul comico e, più in generale, sul cinema, ma anche complesse macchine spettacolari con le quali si dimostra capace di contribuire all’avanzamento tecnologico della Settima Arte. Clown fuori controllo sulla scena, interprete di personaggi bloccati psicologicamente nella fanciullezza, Lewis ha dato corpo a una critica all’America di plastica degli anni Cinquanta e Sessanta, solo apparentemente rassicurante e felice. Come Charlie Chaplin, ha saputo guardare con lucidità al suo tempo, come Stan Laurel ha saputo dare una forma sublime alla catastrofe. Amato dai registi della Nouvelle Vague, imparentato con la Pop Art, capace di astrazione assoluta (specialmente nelle ultime regie), è ricordato anche per le collaborazioni con autori del calibro di Martin Scorsese o Emir Kusturica.
15,00 14,25

Percepire, esplorare, avventurarsi. Introduzione al cinema sperimentale di Stan Brakhage

Cristiano Bellemo

Libro: Libro in brossura

editore: Fondazione Ente dello Spettacolo

anno edizione: 2025

pagine: 240

Con la monografia “Percepire, esplorare, avventurarsi: introduzione al cinema sperimentale di Stan Brakhage”, Cristiano Bellemo offre un’occasione di incontro e (ri)scoperta dedicata a uno dei più importanti cineasti sperimentali americani: James Stanley Brakhage (1933-2003). Questo libro offre un senso definito alla filmografia e all’opera complessiva di un cineasta inconsueto e unico che merita uno spazio definito nella storia e nella memoria del cinema non solo statunitense ma internazionale, un mondo che per troppo tempo è rimasto ignoto al grande pubblico. Brakhage celebra la sua idea di cinema sperimentale, dentro e fuori quell’underground che stabilisce le connotazioni di una distanza siderale dal cinema narrativo hollywoodiano. Un cinema frammentato, avventuroso, ricomposto su logiche strettamente filosofico-intuitive e metaforiche. Un universo espressivo che tra “nascita, morte, sesso e ricerca di Dio” abbraccia mezzo secolo della storia del cinema sperimentale statunitense.
18,00 17,10

Cinema e frammenti di sacralità. Uno sguardo all'attività di padre Virgilio Fantuzzi, gesuita e critico cinematografico

Piero Loredan

Libro: Libro in brossura

editore: Fondazione Ente dello Spettacolo

anno edizione: 2024

pagine: 128

Non è possibile presentare in modo esaustivo in poche pagine la complessa attività di padre Virgilio Fantuzzi (1937-2019) come critico cinematografico de «La Civiltà Cattolica» in oltre quarant’anni di lavoro. Siamo davanti a un voluminoso impegno non limitabile agli articoli scritti: il cuore della sua attività può essere considerata la relazione personale e di amicizia con i più grandi maestri del cinema italiano. L’idea di queste pagine è dunque piuttosto quella di evocare, a partire da alcuni dei suoi articoli, due delle dimensioni centrali della pluridecennale missione di padre Virgilio come critico-gesuita. Da una parte, il tentativo di cogliere l’uomo dietro il regista, le sue intenzioni profonde, il suo afflato spirituale; dall’altra l’identificazione di frammenti di trascendenza nei film presentati, a prima vista nascosti da apparenti contraddizioni e tragicità. Sono tre le sezioni in cui sono stati suddivisi i sei articoli selezionati, rappresentativi del suo personalissimo modo di fare critica cinematografica: Virgilio e i grandi del cinema italiano presenta un articolo su Pier Paolo Pasolini e un’intervista a Roberto Rossellini; in Visioni d’oltralpe: incontri francesi vi è un testo estratto da un articolo dedicato ad André Bazin, critico cinematografico francese e fondatore della rivista «Cahiers du cinéma», e alcuni estratti di un lungo pezzo dedicato al regista francese Éric Rohmer; Uno sguardo ai registi di oggi raccoglie due articoli dedicati rispettivamente al film Le Onde del destino di Lars Von Trier e ad alcune opere di Steve McQueen. Questa è solo una incompleta presentazione del lavoro di un gesuita artefice di feconde connessioni tra spiritualità, teologia e cinema. Perché non lasciarsi ispirare per rinnovare il proprio sguardo nella visione dei grandi film di ieri, oggi e domani?
8,00 7,60

Politiche culturali e scenari economici per il futuro del cinema italiano. Atti del Seminario

Marco Cucco, Massimo Scaglioni

Libro

editore: Fondazione Ente dello Spettacolo

anno edizione: 2022

pagine: 108

Il cinema italiano ha conosciuto giorni migliori. Con un meno 70% di spettatori rispetto all’epoca pre-pandemica, vive un declino che appare inarrestabile, i cui sintomi erano però comparsi prima del covid. Il lockdown, con la serrata delle sale, è stato semmai l’acceleratore della crisi. Che fare? Arrendersi a un destino che appare già scritto o coltivare l’ottimismo della volontà, nuotando controcorrente spinti da una rinnovata azione politico-culturale? Il tema, dall’importanza fondamentale visto il peso dell’audiovisivo per la nostra economia, è stato al centro del seminario Politiche culturali e scenari economici per il futuro del cinema italiano organizzato dall’Ente dello Spettacolo a Castiglione del Lago (pg), in occasione della manifestazione Castiglione Cinema - RdC incontra e nell’ambito del progetto “Il 75° anniversario della Fondazione Ente dello Spettacolo”. Questo volume, curato dai professori Marco Cucco e Massimo Scaglioni e articolato in due parti (Scenari e Prospettive), ne raccoglie gli atti. Con interventi di: Pedro Armocida, Gianluca Arnone, Robert Bernocchi, Gianni Canova, Paola Casella, Riccardo Costantini, Marco Cucco, Steve Della Casa, Domenico Dinoia, Giorgio Gosetti, Giampaolo Letta, Francesco Ranieri Martinotti, Davide Milani, Massimiliano Orfei, Federico Pontiggia, Cristina Priarone, Davide Rampello, Francesco Rutelli, Massimo Scaglioni, Stefania Ulivi, Cecilia Valmarana.
14,90 14,16

Stare a livello delle cose. Il cinema del reale italiano tra contemporaneità e tradizione

Antonio Capocasale

Libro: Copertina morbida

editore: Fondazione Ente dello Spettacolo

anno edizione: 2022

pagine: 250

Quali tendenze hanno caratterizzato il cinema italiano degli ultimi venti anni? Quali poetiche sono emerse? A dispetto di ogni discorso sulla sua "crisi", ciò che il nostro cinema ha oggi di più vitale e autenticamente "contemporaneo" è venuto da film variamente legati a forme documentarie. Un cinema che - si potrebbe dire con Pasolini - riscopre la propria capacità di "stare a livello delle cose", insieme a un alto livello di elaborazione formale. Stare a livello delle cose. Il cinema del reale italiano tra contemporaneità e tradizione propone un'interpretazione del cinema del reale italiano basata su un corpo a corpo critico con singoli film (di Michelangelo Frammartino, Gianfranco Rosi, Pietro Marcello, Massimo D'Anolfi e Martina Parenti, Costanza Quatriglio, tra gli altri), evidenziandone forza e originalità nel ripensare i rapporti tra immagine-verità-realtà, facendo emergere le specificità di percorsi autoriali e affinità di approcci. Con un ampio spettro di riferimenti teorici, l'indagine mette a fuoco un cinema che, se dialoga con altre tendenze "forti" nella storia della settima arte in Italia (i "realismi"), nella stessa misura è fortemente addentro al presente. È cioè capace di sentirne temi e problemi, partecipando di una rinnovata "domanda di reale" centrale in letteratura, teatro, arte contemporanea, e più in generale in altri discorsi sociali e culturali. Un cinema, quindi, che rivela, ancora, come sperimentazioni formali e discorsi realisti non siano incompossibili, e che, nella forma documentaria, scopre la forma più contemporanea dell'immagine.
14,90 14,16

Il potere dei servi. La teologia politica nel cinema italiano

Alessio Scarlato

Libro: Libro in brossura

editore: Fondazione Ente dello Spettacolo

anno edizione: 2021

pagine: 148

"Il potere dei servi" si propone di ricostruire l’immaginario teologico-politico del cinema italiano. Da "Roma città aperta" a "Habemus Papam" e "The New Pope", il presente studio indaga in che modo il cinema, attraverso il confronto con il dispositivo cattolico del potere, ha raccontato il processo di costruzione dell’identità italiana. Una storia controluce, che fa emergere, attraverso le vicende dei partigiani durante l’occupazione nazista, dei fraticelli francescani, dei diseredati di Pasolini, delle vittime della cecità rivoluzionaria, dei dubbi di intellettuali scettici o dei papi, una lotta contro i meccanismi sacrificali di esclusione e i loro orizzonti ideologici. Queste storie di liberazione indagano la tensione antinomica tra le scelte del potere e l’urgenza messianica di una forma di vita imperniata sulla povertà e la letizia. In tale tensione si specchia il cinema italiano, in grado di liberare il proprio sguardo per arrivare, al di là di interessi economici o di propaganda politica, alle cose nella loro "complessa povertà".
14,90 14,16

La vita viene prima. Il cinema di Francesco Bruni

Claudia Munarin

Libro: Libro in brossura

editore: Fondazione Ente dello Spettacolo

anno edizione: 2021

pagine: 224

Dopo i successi dei suoi film "Scialla!", "Tutto quello che vuoi" e "Cosa sarà", quello di Francesco Bruni sta diventando un nome ormai familiare al grande pubblico. Ma Bruni è uno dei protagonisti del panorama italiano da molto più tempo di quanto molti pensino e la sua penna ha firmato alcuni dei momenti fondamentali del nostro cinema e della nostra televisione negli ultimi vent’anni. Non solo autore di tutti i film di Paolo Virzì fino al 2014, Bruni è infatti anche lo sceneggiatore di punta di tutta la serie del "Commissario Montalbano", che certo non ha bisogno di presentazioni. Sceneggiatore quindi e ora anche regista, porta con sé un’idea di cinema tutta italiana, appresa durante il discepolato presso i maestri della nostra commedia, da cui ha imparato un amore per la sala quanto mai necessario. "La vita viene prima" ripercorre la filmografia di un autore che non ha certo finito di raccontare attraverso il cinema la provincia, la grande città, la famiglia, la scuola, la giovinezza e la vecchiaia, finanche la malattia, con uno sguardo di implacabile compassione verso la fragilità.
14,90 14,16

Vincente Minnelli. La materialità del sogno

Daniela Turco

Libro: Libro in brossura

editore: Fondazione Ente dello Spettacolo

anno edizione: 2021

pagine: 240

Vincente Minnelli (Chicago, 1903-Los Angeles, 1986) si è affermato come uno tra i registi più importanti di Hollywood lavorando oltre trent’anni per la MGM con trentaquattro film realizzati, che hanno lasciato un’impronta originale e unica nella storia del cinema. Figlio d’arte, Minnelli ha praticato il teatro fin da bambino. Dopo un esordio a Broadway come scenografo e direttore di scena, nel 1940 approda a Hollywood; ha così inizio uno dei percorsi più affascinanti nel cinema americano, segnato da una libertà e da una attitudine alla sperimentazione, sempre rinnovata. Minnelli ha saputo coniugare il senso per lo spettacolo del cinema americano con lo spessore della cultura europea; questa intuizione che ha guidato sempre il suo cinema, classico e popolare insieme, gli ha conferito una profonda coerenza di sguardo e di stile, collocandolo ai vertici più elevati di Hollywood. Tra i suoi film spiccano musical come Incontriamoci a Saint Louis (1944), Un americano a Parigi (1951), Gigi (1958); commedie come Il padre della sposa (1950), La donna del destino (1957); melodrammi come Qualcuno verrà (1958), I quattro cavalieri dell’Apocalisse (1962); film che indicano come Minnelli abbia sperimentato tutti i generi, rimodulandoli secondo la sua cifra personale. È stato uno tra i maggiori coloristi di Hollywood: senza la lente pittorica della sua opera, senza il suo uso narrativo del colore, alcuni film di Jean-Luc Godard o di Martin Scorsese, non potrebbero essere pienamente compresi. Si tratta allora di riconoscere a Minnelli la posizione che gli spetta, quella di un regista dotato di immenso talento che ha saputo tracciare nei suoi film il disegno del tempo, il colore dei segni, la magia dei sogni.
12,90 12,26

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