Libri di Susanna Pisciella
Il daimon di architettura. Volume Vol. 2
Renato Rizzi, Susanna Pisciella, Andrea Rossetto
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2015
pagine: 322
Due grandi ambiti del sapere strutturano l'opera: il "dominabile-tecnologico", l'"indonninabile-theologico". Metodo e rituale. I 143 articoli del Manuale dipendono da 4 topiche, che funzionano come un gigantesco asse cardanico dell'"invisibile".
Geo-mitografie. Architettura delle infrastrutture
Susanna Pisciella
Libro: Libro in brossura
editore: LetteraVentidue
anno edizione: 2024
pagine: 208
Ogni luogo conserva al suo interno la più antica immagine del proprio futuro, codici di una geo-mitografia oggi quasi indecifrabile. Eppure il mito nei secoli ha costruito la più grande alleanza mai conosciuta tra uomo e ambiente, familiarizzando fino all’abitabilità ogni geografia. La crisi ambientale del nostro tempo ci costringe a un ripensamento di tutti i modelli culturali, cartografici e progettuali che hanno affidato alla tecnica l’utopia della convivenza, nella consapevolezza che lo sguardo più contemporaneo è quello più archeologico.
John Hejduk. Bronx. Manuale in versi
John Hejduk
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2021
pagine: 906
Bronx. Una terra di Canaan oltreoceano. La durezza di un nome indivisibile. Privo di sillabe. Una sola vocale al centro. Profonda come un pozzo. Se non la pronunci di un fiato, ti inghiotte nel suo vuoto. Le cose stavano così. Povertà e riservatezza. Solitudine e nobiltà. Nessuna possibilità di evadere. O sprofondi o risorgi. L’isolamento era però l’essenza vitale per Hejduk (1929-2000). L’eremo ideale per trasformare la sofferenza del mondo in una solenne celebrazione. Dove la vastità del dolore non esclude l’intimità del dolore. Lo scopo del manuale è allora quello di decifrare il disegno geroglifico nascosto nelle sue poesie, inaccessibili alla cultura tecnico-scientifica del nostro tempo. I progetti non si possono comprendere senza le poesie. Nemmeno le poesie senza i progetti. I versi, le costole immateriali del corpo architettonico. Le architetture, la pelle materiale di quei versi. Se dovessimo tracciare i poli cardinali della sua opera dovremmo scrivere: morte e vita; ammutinamento e mistica.
Peter Eisenman. Gher-ghar. House 11A
Susanna Pisciella
Libro
editore: Mimesis
anno edizione: 2019
pagine: 346
Gher e ghar sono la vocalizzazione e traslitterazione dall’ebraico della radice "Gime, l + Re-s", che significa “essere straniero” quando usato come sostantivo gher e “abitare” quando usato come verbo, ghar. Quelli che per la tradizione Occidentale sono due termini in opposizione, nella cultura ebraica costituiscono invece un’unità essenziale. Nell’Antico Testamento la 'eReTs, la terra, non può essere posseduta da alcun individuo in particolare, perciò nessuno vi può fondare alcuna costruzione. La terra può essere ceduta in uso per un tempo definito, ma mai in proprietà. Di conseguenza l’ebreo si sposta continuamente (Re-s), abitando in modo instabile luoghi e idee. L’esilio e, infine, la diaspora, trasferiscono nella storia questa modalità, che si traduce in una elezione allo sradicamento e al deserto; all’estraneità persino nel luogo più intimo, la propria casa. Impossibilità al radicamento, al contrario di come invece è concepita da sempre l’architettura Occidentale. Affermativa, epistemica. Una rivoluzione architettonica che, passando attraverso la riscrittura dei codici dell’abitare diviene a tutti gli effetti una rivoluzione culturale con la quale iniziare a confrontarsi. Le vocalizzazioni gher e ghar sono state riprese dal libro di Shmuel Trigano "Il tempo dell’esilio".
Il cosmo della bildung
Renato Rizzi, Susanna Pisciella, Claudia Baracchi
Libro
editore: Mimesis
anno edizione: 2016
pagine: 174
Montagna theologica, caverna cosmica o cielo della controriforma, la Cupola di Santa Maria del Fiore ha sempre rappresentato un grandioso programma ideale didattico per l'architettura. Possiamo trascriverlo in un'equazione: l'educazione sta all'ideale come l'architettura sta all'attuale. Un'espressione a quattro incognite vincolate tra loro. Tra queste quella dell'ideale è la meno chiara per le scienze e la più oscura per le coscienze. Comunque, nella cultura del nostro tempo, l'educazione è ridotta ad accumulazione di regole, l'ideale al funzionale, l'architettura a pratica socionormativa, l'attualità a cronologia. In altre parole l'ideale ci richiede sempre un enorme sforzo critico rispetto a tutti i saperi. Esso ci costringe a ripercorrere la biforcazione secolare impressa dalla cultura tecnico-scientifica all'idea di "reale": quella tra trascendenza e immanenza.
Il daimon di architettura. Volume Vol. 3
Renato Rizzi, Susanna Pisciella, Andrea Rossetto
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2015
pagine: 423
Le potenze della forma sono immagini invisibili. Portano in superficie l'intimità dello sfondo intangibile. La dimensione del "sacro" che J. L. Nancy chiama il "distinto", mentre W. Benjamin il "teologico". Sono quelle lontananze dove dimorano le potenze iconologiche che appartengono all'universo esterno a noi, come all'infinito interno a noi.