Libri di Alberto Scandola
Il corpo e lo sguardo. L’attore nel cinema della modernità
Alberto Scandola
Libro: Libro in brossura
editore: Marsilio
anno edizione: 2020
pagine: 192
Recitare, nel cinema della modernità, non significa più soltanto imitare gesti e movenze di un personaggio immaginario, ma anche esibire davanti alla cinepresa l’opacità di un corpo che spesso vive la propria vita, e non quella del personaggio. I cineasti analizzati in questo libro – da Rossellini a Cassavetes, da Antonioni a Godard, da Wenders ad Akerman – non rinunciano a raccontare delle storie, ma fanno in modo che queste risultino la secrezione dei personaggi, e non il contrario. Gli attori, a loro volta – è il caso di Delphine Seyrig, Jean-Pierre Léaud, Marcello Mastroianni e molti altri –, si offrono allo sguardo della cinepresa come materiali da modellare, portando alla finzione la loro verità e interrogandosi sulla natura ambigua del loro dispositivo.
Hollywood men. Immagine, mascolinità e performance nel cinema americano contemporaneo
Libro
editore: Kaplan
anno edizione: 2017
pagine: 232
Francesco Rosi. Il cinema e oltre
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2019
pagine: 250
Racchiusa nell’angusta etichetta del realismo, contrapposto in più occasioni a un non meglio precisato «cinema di invenzione», la poetica di Francesco Rosi rinvia a una storia sola: quella di un Paese, l’Italia del secondo dopoguerra, segnato da crimini, misfatti e misteri ancora oggi indecifrabili. Film come "Le mani sulla città", "Salvatore Giuliano", "Il caso Mattei" e "Cadaveri eccellenti" appaiono ancora oggi esempi insuperati di un cinema al contempo poetico e politico, dove la ricerca espressiva si coniuga con l’impegno civile. I saggi contenuti nel presente volume, che raccoglie gli atti del convegno di studi svoltosi a Verona nel 2017, cercano di offrire nuove strade di lettura per un’opera che, come dimostrano i contributi della terza sezione, in tre occasioni ha trasceso i confini dello schermo per valicare quelli del palcoscenico.
Greed. Dialogo con Michel Chion
Alberto Scandola, Michel Chion
Libro: Prodotto composito per la vendita al dettaglio
editore: Mimesis
anno edizione: 2017
pagine: 218
«L'opera di Eric von Stroheim - ha scritto André Bazin - appare come la negazione di tutti i valori cinematografici della sua epoca». Capolavoro maledetto, martoriato dalla casa di produzione e ultimamente trascurato dai film studies, Rapacità [Greed, 1924) evidenzia ancora oggi una ricerca visiva dal fortissimo impianto politico, finalizzato a distruggere determinati cardini dell'ideologia dominante - la famiglia, il matrimonio, il denaro - smascherandone il marcio e l'ipocrisia. Dietro la parabola tragica di McTeague e della moglie, coppia corrosa da ingordigia, avarizia e sadomasochismo, si nasconde la volontà di raccontare l'orrore del quotidiano, la frustrazione del desiderio, la vanità del tutto. Invece di far sentire lo spettatore al centro del mondo, come farà di lì a poco la Hollywood roosveltiana, Stroheim esplora le potenzialità simboliche della profondità di campo, rielabora in modo personale le regole del montaggio analitico e costruisce inquadrature polisemiche, molto simili ai futuri «labiriniti senza centro» di Orson Welles. Alla luce dell'analisi filmica, integrata da un'interessante conversazione dell'autore con Michel Chion, si delineano dunque le forme di un realismo volto a restituire non solo l'immagine come pulsione, ma anche il tempo come durata. Durata che la ricostruzione filologica di Rick Schmidlin - a cui qui è dedicato un attento studio - ha cercato invano di ricomporre. La versione del film che è giunta fino a noi, consultabile nel DVD - allegato, ci permette comunque di cogliere - per usare le parole di Stroheim - «la vita vera con il suo lereiume, le sue oscurità, la sua violenza, la sua sensualità e, in singolare contrasto, anche la sua purezza».
Il fantasma e la fanciulla. Tre film di Roman Polanski
Alberto Scandola
Libro
editore: Cierre edizioni
anno edizione: 2008
pagine: 120
Ingmar Bergman. Il posto delle fragole
Alberto Scandola
Libro: Libro in brossura
editore: Lindau
anno edizione: 2008
pagine: 239
L'anziano luminare della medicina Isak Borg si reca insieme alla nuora a ritirare un prestigioso premio accademico: il viaggio è l'occasione per un ripensamento della sua esistenza e per un pellegrinaggio a tappe nei luoghi veri e immaginari dei suoi fallimenti. Se la giovinezza è il superamento della "linea d'ombra" conradiana, la vecchiaia è l'arrivo al "posto delle fragole". ("Il Mereghetti 2005")
L'immagine e il nulla. L'ultimo Godard
Alberto Scandola
Libro: Copertina morbida
editore: Kaplan
anno edizione: 2014
pagine: 276
Ornella Muti
Alberto Scandola
Libro: Libro in brossura
editore: L'Epos
anno edizione: 2009
pagine: 252
Enfant prodige sbocciata agli albori degli anni Settanta, Ornella Muti è forse piú nota per le qualità fotogeniche che per il talento mimetico, spesso occultato dall'immagine divistica. Alternare il cinema d'autore con la fiction televisiva e la commedia rosa con il cinema indipendente non ha però impedito a Ornella Muti, un tempo sposa bambina (La moglie piú bella) e ora "mater dolorosa" (Civico zero), di conservare quella continuità di immaginario che è il requisito necessario per trasformare ogni attore in un divo.
Marco Ferreri
Alberto Scandola
Libro: Copertina morbida
editore: Il Castoro
anno edizione: 2004
pagine: 216
Marco Ferreri nasce a Milano nel 1928 e muore a Parigi nel 1997. Autodidatta fiero della sua "non cultura assoluta", ha imposto nel panorama del cinema italiano l'evidenza di uno sguardo visionario, attratto dagli spazi urbani in via di distruzione, dall'orrore delle convenzioni sociali, dalla follia nascosta dietro la maschera del quotidiano. Nel deserto della coppia, istituzione incapace di guarire la solitudine, il corpo si offre alla cinepresa come l'unica, tragica realtà di questa vita. Tra i suoi film: La donna scimmia (1964), Dillinger è morto (1969), La grande abbuffata (1973), L'ultima donna (1976), La carne (1991), Nitrato d'argento (1996).