Libri di Andrea De Marchi
Scrivere sui quadri: Ferrara e Roma. Agucchi e alcuni ritratti rinascimentali
Andrea De Marchi
Libro: Copertina morbida
editore: Centro Di
anno edizione: 2004
pagine: 119
Studi sulla pittura toscana
Everett Fahy
Libro: Prodotto composito per la vendita al dettaglio
editore: Officina Libraria
anno edizione: 2021
pagine: 988
«È una storia, quella fra Federico Zeri ed Everett Fahy, di stima reciproca, condivisione di metodo e ricerche, nonché amicizia vera che incomincia da lontano. I due studiosi stessi, in occasioni diverse, la raccontano. Per primo Zeri, nella sua autobiografia del 1995, ricorda quando nel 1963 fu invitato alla Harvard University di Cambridge, Massachusetts, in qualità di visiting professor: «un'esperienza straordinaria» durante la quale ebbe modo di incontrare «giovani intellettuali di grande apertura, come Everett Fahy». Quindi Fahy, nell'articolo che dedicò a Zeri sul «Giornale dell'arte» in occasione del decennale della morte (5 ottobre 1998) rinnova quel ricordo, ancora vivido nella sua mente, arricchito di altri dettagli, in particolare le sue visite, durante i soggiorni italiani, dapprima nell'appartamento romano di via Giovanni Severano e quindi nella villa di Mentana. Dato il riserbo dei due protagonisti, non c'è altro di detto. Ma la riconoscenza e il debito intellettuale nei confronti di Zeri si leggono nella dedica «For Federico — a modest effort that owes lots to you, Everett, 17 March 76» apposta sul volume Some Followers of Domenico Ghirlandajo regalato allo studioso italiano, eletto suo maestro, e tuttora conservato nella biblioteca della nostra Fondazione. La profondità del loro legame intellettuale è confermata anche dai frequenti rimandi reciproci che si trovano nei rispettivi studi scientifici. È la storia di un rapporto che la morte di Zeri non interrompe del tutto, ma che Fahy tiene vivo coltivando il suo ricordo e onorando la sua eredità: la fototeca e la biblioteca legate dal grande studioso all'Università di Bologna. Fahy è infatti presente nel comitato scientifico della Fondazione Zeri già all'atto della sua costituzione e l'autorevolezza del suo nome vale come garanzia del successo di un'impresa che in quegli anni non era scontato. Visita poi, nell'autunno 2003, la Fondazione appena istituita, quando aveva sede provvisoria in un grande stanzone nel sottotetto di villa Guastavillani, sui colli bolognesi. Di quell'incontro ricordiamo bene l'attenzione e l'interesse per l'attività di catalogazione appena intrapresa delle foto di Zeri. Non è stata l'unica venuta a Bologna, perché la sua presenza elegante si è imposta, pur senza la sua partecipazione diretta ai lavori, in occasione della giornata di studio promossa dalla Fondazione a dieci anni dalla scomparsa di Zeri. Ultimo atto di questa amicizia e di questo sodalizio intellettuale, il più significativo, forte e toccante, almeno per noi: la notizia che avrebbe donato la sua fototeca alla Fondazione. Tale proposito si è realizzato nella primavera del 2017 con l'arrivo nella nostra sede definitiva, nel convento di Santa Cristina, del suo straordinario archivio: oltre 40.000 fotografie, a cui si La Fondazione Federico Zeri desidera esprimere il suo più vivo ringraziamento a quanti hanno contribuito alla pubblicazione di questi due volumi...» (Dalla Presentazione di Andrea Bacchi e Elisabetta Sambo)
L'autunno del Medioevo in Umbria. Cofani nuziali in gesso dorato e una bottega perugina dimenticata. Catalogo della mostra (Perugia, 21 settembre 2019-6 gennaio 2020)
Libro: Libro in brossura
editore: Silvana
anno edizione: 2019
pagine: 208
Il volume documenta uno spaccato della cultura figurativa perugina del XV secolo, attraverso l’analisi di una raccolta tanto insolita quanto preziosa, ovvero quella di una serie di cassoni o cofani nuziali in uso nelle dimore rinascimentali italiane. Questi manufatti, di cui solo pochi esemplari sono giunti fino ai nostri giorni, rappresentano rari frammenti della vita privata delle ricche famiglie che li avevano commissionati. Costruiti in coppia e destinati a contenere il corredo delle spose di famiglie nobili e borghesi, erano spesso decorati sul lato anteriore con ornamenti realizzati in pittura, in intaglio, in gesso dorato. Il volume documenta i preziosi esemplari, provenienti da importanti collezioni d’arte italiane e straniere, affiancati da dipinti coevi, alcuni dei quali ascrivibili alla personalità poco nota di Giovanni di Tommasino Crivelli e alla sua bottega. Testi di: Andrea De Marchi, Chiara Guerzi, Matteo Mazzalupi, Veruska Picchiarelli, Chiara Ravalli, Alessandra Tiroli, Emanuele Zappasodi.
Niccolò di Segna e suo fratello Francesco. Pittori nella Siena di Duccio, di Simone e dei Lorenzetti
Nicoletta Matteuzzi
Libro: Libro in brossura
editore: EDIFIR
anno edizione: 2019
pagine: 288
La cospicua produzione del pittore senese Niccolò di Segna si dispiega, nel corso del secondo quarto del Trecento, nel solco della tradizione di Duccio di Buoninsegna, mediata dal padre Segna di Bonaventura e da Ugolino di Nerio e arricchita dagli esempi di Simone Martini e dei fratelli Lorenzetti, di cui Niccolò sa cogliere e interpretare spunti e novità. L'analisi del corpus delle sue opere, che dimostrano una qualità sostenuta e costante lungo le varie fasi della sua carriera, è preceduta da un saggio che ne ripercorre l'attività e la complessa vicenda critica. Una sezione è dedicata al meno noto fratello Francesco, anch'egli pittore.
Incertezze di misura. Come quantificare l'incertezza nella conoscenza della realtà
Andrea De Marchi, Letizia Lo Presti
Libro
editore: CLUT
anno edizione: 1993
pagine: 164
Daniele da Volterra e la prima pietra del Paragone
Andrea De Marchi
Libro: Libro in brossura
editore: Campisano Editore
anno edizione: 2014
pagine: 64
Revelations. Discoveries and rediscoveries in italian primitive art
Andrea De Marchi
Libro
editore: Centro Di
anno edizione: 2013
La pala d'altare. Dal polittico alla pala quadra
Andrea De Marchi
Libro
editore: Art & Libri Firenze
anno edizione: 2012
pagine: 276
Dispense del corso di Laurea in Storia dell'Arte anna accademico 2011-2012. Testo con CD allegato contenente le illustrazioni a colori.
Il museo e la città. Vicende artistiche pistoiesi dalla metà del XII secolo alla fine del Duecento
Fulvio Cervini, Andrea De Marchi, Guido Tigler
Libro: Libro in brossura
editore: Gli Ori
anno edizione: 2011
pagine: 88
Se quello pistoiese è uno dei capitoli più interessanti della storia dell'architettura romanica in Toscana intorno alla metà del XII secolo, tra i principali protagonisti del rinnovamento artistico italiano emerge la figura di maestro Guglielmo, scultore attivo nell'antico pergamo del Duomo di Pisa tra il 1158 e il 1162, ma anche in un pulpito oggi smembrato per la Cattedrale di San Zeno a Pistoia. Le testimonianze pittoriche sono invece molto rare almeno fino alla metà del Duecento, ma subito dopo la metà del secolo una personalità basilare per gli esiti della cultura figurativa pistoiese è quel Coppo di Marcovaldo, pittore fiorentino, che intorno al 1274 realizza un complesso apparato decorativo destinato al tramezzo della Cattedrale. Suo valente collaboratore si rivela il figlio Salerno, verosimilmente il responsabile della Croce dipinta, recentemente restaurata, che oltre ai modelli paterni guarda alle vibranti morbidezze pittoriche del grande Cimabue, traghettando così la pittura romanica verso i suoi apici qualitativi prima dell'avvento di Giotto.